Quali sono le basi della teoria EMDR?
La dottoressa Shapiro nel 1995 sviluppò la teoria EMDR secondo il modello dell’Elaborazione Accelerata delle Informazioni per descrivere e predire gli effetti della terapia EMDR. In seguito, nel 2001, lo ampliò nel modello di Elaborazione Adattabile delle Informazioni (AIP) per allargarne l’applicabilità. Ipotizzò l’esistenza di un sistema innato di elaborazione delle informazioni incaricato del trattamento dei diversi elementi delle esperienze, in modo da portarli ad uno stato adattabile in cui possa avvenire un reale apprendimento.
Teoria EMDR
Ideò l’immagine di una memoria costituita da ricordi immagazzinati e collegati in reti, contenenti tutti i pensieri, le immagini, le emozioni e le sensazioni connesse, e sviluppatesi innanzitutto intorno alle prime esperienze e alle loro conseguenze. Secondo questo modello, nel caso di un’informazione connessa ad un’esperienza di disagio o traumatica e non correttamente elaborata, le percezioni e le emozioni iniziali, così come i pensieri distorti, saranno immagazzinati come se fossero avvenuti nello stesso momento dell’evento. La dottoressa Shapiro ritiene che tali esperienze non elaborate diventino poi la base di reazioni inadeguate nel presente e la causa di diversi disturbi mentali.
Propone per questo la terapia EMDR come efficace nell’alleviare i disturbi mentali grazie all’elaborazione dei diversi componenti del ricordo traumatico, effetto che si ottiene quando l’informazione in questione viene connessa ad altre già presenti e più adattabili. Una volta ottenuto questo risultato, si arriva a nuove conoscenze e l’esperienza viene quindi archiviata insieme ad emozioni appropriate ed in grado di guidare il soggetto in situazioni future.