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Guarire le ferite del passato con l’EMDR L’importanza di elaborare i traumi infantili prima di diventare genitori

Guarire le ferite del passato con l’EMDR: L’importanza di elaborare i traumi infantili prima di diventare genitori

Le esperienze avverse dell’infanzia (ACE) rappresentano un problema di salute pubblica significativo, con conseguenze a lungo termine sulla salute mentale e sul benessere degli individui. Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti, circa il 61% degli adulti ha riportato di aver subito almeno un ACE, mentre il 16% ha riferito di averne subiti quattro o più.

Questi dati allarmanti sottolineano l’importanza di affrontare le conseguenze degli ACE, in particolare quando si tratta di genitorialità.

La ricerca ha dimostrato che i genitori con una storia di ACE possono incontrare difficoltà nell’esercitare una genitorialità efficace e nel fornire un ambiente stabile e supportivo per i propri figli. Questo può portare a una trasmissione intergenerazionale del trauma, in cui le esperienze negative dei genitori influenzano lo sviluppo emotivo, comportamentale e relazionale dei figli.

Affrontare i traumi infantili prima di diventare genitori diventa quindi cruciale per spezzare questo ciclo di trasmissione del trauma. L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) si presenta come un approccio terapeutico promettente per elaborare i traumi legati agli ACE, offrendo ai genitori uno strumento efficace per superare le proprie esperienze negative e promuovere una genitorialità più consapevole e positiva.

In questo articolo, esploreremo in dettaglio l’impatto degli ACE sulla genitorialità, i meccanismi di trasmissione intergenerazionale del trauma e il ruolo dell’EMDR nell’elaborazione dei traumi infantili.

L’obiettivo è quello di evidenziare l’importanza di affrontare le ferite del passato prima di diventare genitori, al fine di promuovere il benessere individuale e familiare delle generazioni future.

Argomenti Chiave:

  • L’impatto delle esperienze infantili avverse (ACE) sulla genitorialità: I genitori che hanno vissuto esperienze ACE hanno maggiori probabilità di avere difficoltà nella genitorialità, il che può portare a problemi nello sviluppo emotivo e comportamentale dei loro figli.
  • Trasmissione intergenerazionale del trauma: Gli ACE possono essere trasmessi dai genitori ai figli, creando un ciclo di traumi che può estendersi per generazioni.
  • Il ruolo dell’EMDR nell’elaborazione pregenitoriale: L’EMDR è un approccio terapeutico efficace per aiutare i genitori a elaborare e risolvere i propri traumi, riducendo così il rischio di trasmettere il trauma ai figli.
Guarire le ferite del passato con l'EMDR L'importanza di elaborare i traumi infantili prima di diventare genitori

Le Esperienze Avverse dell’Infanzia (ACE) e il loro Impatto sulla Genitorialità

Le Esperienze Avverse dell’Infanzia (ACE) si riferiscono a una serie di eventi traumatici o stressanti che un individuo può subire durante i primi anni di vita, come abusi fisici o emotivi, trascuratezza, violenza domestica, dipendenze da sostanze da parte dei genitori o problemi di salute mentale in famiglia. Queste esperienze possono avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul funzionamento psicosociale degli individui in età adulta, influenzando anche il loro ruolo genitoriale.

La ricerca ha dimostrato un forte legame tra le ACE dei genitori e le problematiche riscontrate nei loro figli, come disturbi emotivi, comportamentali e relazionali.

I genitori con una storia di ACE possono incontrare difficoltà nell’esercitare una genitorialità efficace e nel fornire un ambiente stabile e supportivo per i propri figli. Questo può portare a una trasmissione intergenerazionale del trauma, in cui le esperienze negative dei genitori influenzano lo sviluppo dei figli.

Disponibilità Emotiva e Strategie Educative

Due aree di particolare interesse nell’ambito della genitorialità influenzata dalle ACE sono la disponibilità emotiva e le strategie disciplinari ed educative dei genitori.

  • I genitori con una storia di ACE possono avere problemi di disponibilità emotiva a causa di deficit nel funzionamento sociale ed emotivo derivanti da avversità infantili non risolte. Di conseguenza, tendono ad avere interazioni con i figli caratterizzate da maggiore disimpegno, intrusività e ostilità, e da una minore sensibilità ed empatia.
  • Per quanto riguarda l’educazione, i genitori con una storia di ACE spesso hanno avuto cattivi modelli di genitorialità nell’infanzia e possono non possedere le competenze necessarie per attuare stili educativi efficaci. Tendono ad associare l’educazione a punizioni e controlli frequenti, ricorrendo a forme di disciplina più aggressive e incostanti, come urlare, colpire e minacciare il bambino.

La Teoria dell’Attaccamento e gli ACEs

La teoria dell’attaccamento svolge un ruolo fondamentale nella comprensione della trasmissione intergenerazionale del trauma.

I genitori con una storia di ACE possono sviluppare modelli di attaccamento insicuri, influenzando negativamente la loro capacità di stabilire legami sicuri con i propri figli. Questo può portare a difficoltà nella regolazione delle emozioni, nell’autostima e nelle relazioni interpersonali dei figli.

In sintesi, le Esperienze Avverse dell’Infanzia dei genitori hanno un impatto significativo sulla loro genitorialità e sullo sviluppo dei figli. Comprendere il legame tra ACE, disponibilità emotiva, strategie educative e teoria dell’attaccamento è fondamentale per sviluppare interventi mirati a spezzare il ciclo di trasmissione intergenerazionale del trauma e promuovere una genitorialità più consapevole e positiva.

Patologie Sviluppate dai Bambini

I figli di genitori che hanno vissuto ACE possono sviluppare una gamma di patologie psicologiche e comportamentali. Tra queste, si annoverano:

  • Disturbi d’ansia e depressivi: I bambini possono manifestare sintomi di ansia e depressione come risultato dell’instabilità emotiva e della mancanza di sicurezza percepita nell’ambiente familiare.
  • Disturbi dell’attaccamento: Possono emergere difficoltà nel formare e mantenere relazioni sicure, derivanti da modelli di attaccamento insicuri trasmessi dai genitori.
  • Disturbi comportamentali: Comportamenti aggressivi, antisociali o autolesionistici possono svilupparsi come meccanismi di coping disadattivi in risposta al trauma familiare.
  • Disturbi dell’umore: Fluttuazioni emotive significative e disturbi dell’umore possono essere comuni, riflettendo l’instabilità emotiva e lo stress psicologico ereditato.
  • Disturbi da stress post-traumatico (PTSD): I bambini possono sviluppare PTSD non solo a seguito di traumi diretti ma anche come risultato dell’esposizione a genitori traumatizzati e alle loro reazioni.
  • Problemi di autostima e di regolazione emotiva: L’esposizione a un ambiente familiare disfunzionale può portare a problemi di autostima e difficoltà nella regolazione delle emozioni.

Ecco una grafico che mette in correlazione le Esperienze Avverse dell’Infanzia (ACE) dei genitori con le possibili patologie o sintomi sviluppati dai figli:

Esperienze Avverse dell'Infanzia (ACE) dei genitori e patologie o sintomi sviluppati dai figli

In questo contesto, l’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) emerge come un approccio terapeutico efficace per aiutare i figli di genitori che hanno vissuto traumi significativi che hanno sviluppato psicopatologie. Il terapeuta EMDR lavora con il paziente per identificare e trattare le specifiche memorie traumatiche che potrebbero essere alla base dei disturbi comportamentali e emotivi.

Questo può essere particolarmente prezioso per i bambini che hanno assimilato inconsciamente modelli di comportamento disfunzionali dai loro genitori traumatizzati, offrendo loro strumenti per interrompere il ciclo del trauma transgenerazionale e per costruire una vita emotivamente più stabile e felice.

Il Trauma Transgenerazionale: Come si Trasmette il Trauma dai Genitori ai Figli

Guarire le ferite del passato con l’EMDR L’importanza di elaborare i traumi infantili prima di diventare genitori

Il trauma transgenerazionale rappresenta un fenomeno complesso attraverso il quale le esperienze traumatiche vissute da una generazione vengono trasmesse alle generazioni successive, influenzando profondamente il loro sviluppo emotivo, psicologico e comportamentale.

Questa trasmissione può avvenire attraverso meccanismi psicologici, sociali e biologici, riflettendo la natura multidimensionale del trauma e la sua capacità di infiltrarsi nelle dinamiche familiari e nella psiche individuale oltre il tempo immediato in cui si verifica l’evento traumatico.

Il trauma transgenerazionale si manifesta quando i genitori trasferiscono, spesso inconsciamente, i propri traumi non risolti ai figli. Questi traumi possono derivare da una varietà di esperienze avverse vissute in infanzia (ACE come abbiamo già detto).

Queste esperienze traumatiche dei genitori influenzano il loro modo di interagire con i propri figli, il che può compromettere lo sviluppo di un attaccamento sicuro, essenziale per il benessere emotivo e relazionale del bambino.

Livello Psicologico

A livello psicologico, i genitori con un passato traumatico possono involontariamente trasmettere queste esperienze ai figli attraverso il loro comportamento e la loro modalità di comunicazione. Possono avere difficoltà a stabilire un attaccamento sicuro, influenzando negativamente lo sviluppo emotivo e relazionale del bambino. Inoltre, i modelli di coping disadattivi appresi dai genitori possono essere imitati dai figli, perpetuando così il ciclo del trauma.

Vignetta Clinica: Trauma Transgenerazionale
Personaggi:
Maria, 45 anni, cresciuta in una famiglia dove la madre era spesso depressa e il padre assente a causa del lavoro.
Luca, figlio di Maria, 10 anni.

Scenario:
Maria ha vissuto una infanzia difficile. Sua madre era spesso depressa e distante emotivamente, mentre suo padre era fisicamente assente e poco coinvolto. Durante la sua infanzia, Maria ha imparato a sopprimere le sue emozioni per evitare di aggravare lo stato di sua madre e ha sviluppato un forte senso di responsabilità per prendersi cura di sé stessa.
Ora adulta e madre, Maria ama profondamente suo figlio Luca, ma inconsciamente ripete alcuni schemi comportamentali appresi nella sua infanzia. Tende a essere iperprotettiva e a volte emotivamente distante, particolarmente nei momenti di stress, quando si chiude in se stessa come faceva sua madre.

Episodio:
Una sera, Luca si avvicina a Maria desideroso di raccontare come è andata a scuola, ma Maria è distratta e chiaramente preoccupata per delle questioni di lavoro. Senza rendersene conto, risponde in modo assente e distaccato. Luca, sentendosi trascurato, si ritira silenziosamente nella sua stanza, confuso e triste.

Riflessioni Psicologiche:
In questo scenario, il comportamento di Maria riflette il suo trauma infantile non risolto. Nonostante il suo amore per Luca, le sue modalità di comunicazione e le sue reazioni emotive sono influenzate dai modelli di comportamento che ha appreso da bambina. Questo influenza il modo in cui interagisce con suo figlio, che a sua volta può percepire la distanza emotiva e sentirsi insicuro.
Luca potrebbe iniziare a interiorizzare l’idea che non sia importante o che i suoi bisogni emotivi non siano una priorità, il che potrebbe influenzare il suo sviluppo emotivo e la sua capacità di formare relazioni sicure in futuro.

Conclusione:
Questo episodio illustra come il trauma transgenerazionale si manifesti attraverso comportamenti e modalità comunicative ereditate, potenzialmente compromettendo il benessere emotivo delle generazioni successive.
Maria potrebbe trarre beneficio dal riconoscere e lavorare sui propri traumi con l’aiuto di un terapeuta, interrompendo così il ciclo di trauma nella sua famiglia e migliorando la sua relazione con Luca.

Livello sociale

Sul piano sociale, fattori come povertà, discriminazione e isolamento sociale, che spesso accompagnano le famiglie con traumi, possono limitare la capacità dei genitori di fornire un ambiente stabile e supportivo, esacerbando gli effetti del trauma.

Livello Biologico

Recenti studi sulla epigenetica suggeriscono anche meccanismi biologici di trasmissione del trauma. Il trauma può portare a cambiamenti nel DNA che influenzano la regolazione dello stress e delle emozioni, e questi cambiamenti possono essere trasmessi ai figli, influenzando la loro predisposizione al trauma o alla resilienza.

Meccanismo Epigenetici

I meccanismi epigenetici del trauma includono varie modifiche che possono influenzare l’espressione genica e il comportamento degli individui. La metilazione del DNA è un processo che può ridurre l’espressione di geni legati alla regolazione dello stress, aumentando la vulnerabilità a disturbi come ansia e depressione a seguito di stress o trauma. Le modifiche post-traslazionali delle istoni, come l’acetilazione o la metilazione, possono cambiare la struttura della cromatina e influenzare l’accessibilità dei geni, modificando in modo duraturo l’espressione genica. Inoltre, alterazioni nei RNA non codificanti, inclusi i microRNA, possono influenzare la regolazione dei geni coinvolti nelle risposte allo stress e nelle funzioni neurologiche, contribuendo alla trasmissione delle conseguenze di traumi attraverso le generazioni.

Vie di Trasmissione Biologiche

Questi cambiamenti epigenetici possono essere trasmessi alla prole attraverso diverse vie:

  • Durante la gravidanza: Le esperienze traumatiche di una madre possono influenzare l’ambiente intrauterino, esponendo il feto a ormoni dello stress come il cortisolo, che a sua volta può influenzare lo sviluppo epigenetico del bambino.
  • Dopo la nascita: Le modalità di interazione e cura dei genitori, influenzate dai loro stessi traumi e dai relativi cambiamenti epigenetici, possono alterare la regolazione epigenetica nei figli, specialmente nei primi anni di vita, un periodo critico per lo sviluppo neurologico.

Comprendere il trauma transgenerazionale ha importanti implicazioni per gli interventi terapeutici. Approcci come l’EMDR e la terapia focalizzata sulla mentalizzazione possono aiutare individui e famiglie a elaborare e integrare esperienze traumatiche, promuovendo la guarigione e interrompendo il ciclo di trasmissione del trauma.

Interventi che promuovono resilienza, reti di supporto sociale e accesso a risorse comunitarie possono sostenere le famiglie nel creare ambienti più stabili, riducendo il rischio di trasmissione del trauma alle generazioni future.

L’Importanza della Mentalizzazione Parentale e dell’Elaborazione Pre-Genitoriale

La mentalizzazione parentale, ovvero la capacità dei genitori di comprendere e rispondere in modo adeguato agli stati mentali e ai bisogni emotivi dei propri figli, riveste un ruolo cruciale nel promuovere uno sviluppo sano e un attaccamento sicuro nei bambini. Questa abilità assume particolare rilevanza nel contesto delle esperienze avverse dell’infanzia (ACE) dei genitori, poiché può attenuare l’impatto negativo di tali esperienze sulla genitorialità e sullo sviluppo dei figli.

Numerosi studi hanno evidenziato il legame tra gli ACE dei genitori, la mentalizzazione parentale e gli esiti dello sviluppo dei figli.

Genitori con una storia di ACE possono incontrare difficoltà nel sintonizzarsi con gli stati emotivi dei propri figli e nel fornire risposte sensibili e appropriate, compromettendo così la qualità della relazione genitore-figlio e aumentando il rischio di problemi emotivi e comportamentali nei bambini.

L’elaborazione pre-genitoriale, ovvero il processo di affrontare e risolvere i propri traumi infantili prima di diventare genitori, assume quindi un’importanza fondamentale. Attraverso questo percorso, i futuri genitori possono sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri stati mentali e di quelli dei loro figli, migliorando così la loro capacità di mentalizzazione parentale.

Benefici dell’elaborazione dei traumi infantili

I benefici dell’elaborazione dei traumi infantili prima della genitorialità sono molteplici. In primo luogo, genitori che hanno risolto i propri traumi sono più propensi a creare un ambiente familiare stabile e supportivo, riducendo il rischio di trasmissione intergenerazionale degli ACE. Inoltre, questi genitori sono maggiormente in grado di fornire cure responsive e sensibili, promuovendo lo sviluppo di un attaccamento sicuro nei loro figli.

L’integrazione dell’EMDR e della mentalizzazione parentale nell’elaborazione pre-genitoriale si rivela particolarmente efficace. L’EMDR consente ai futuri genitori di elaborare i ricordi traumatici, riducendone l’intensità emotiva e promuovendo una maggiore integrazione delle esperienze. Parallelamente, il focus sulla mentalizzazione parentale durante questo processo aiuta i genitori a sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri stati mentali e di quelli dei loro figli, gettando le basi per interazioni genitore-figlio più sane e supportive.

Tabella che elenca i benefici dell’elaborazione dei traumi infantili prima della genitorialità e i loro potenziali effetti positivi sulla prole, basata sul materiale fornito:

Benefici dell’elaborazione dei traumi infantili prima della genitorialitàPotenziali effetti positivi sulla prole
Maggiore consapevolezza delle proprie esperienze traumatiche e del loro impattoRiduzione del rischio di trasmissione intergenerazionale del trauma
Sviluppo di strategie di coping più adattive per gestire lo stress e le emozioni negativeAmbiente familiare più stabile e supportivo per i figli
Miglioramento della capacità di regolazione emotiva e di gestione della frustrazioneInterazioni genitore-figlio più positive e sensibili
Rafforzamento dell’autostima e della fiducia nelle proprie capacità genitorialiMaggiore disponibilità emotiva e empatia verso i bisogni dei figli
Riduzione dei sintomi di ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico legati ai traumi infantiliMinore rischio per i figli di sviluppare problemi emotivi, comportamentali e relazionali
Maggiore consapevolezza dei propri modelli di attaccamento e delle dinamiche relazionali apprese nell’infanziaPromozione di un attaccamento sicuro e di relazioni sane tra genitori e figli
Sviluppo di competenze genitoriali più efficaci e di uno stile educativo più positivoAmbiente di crescita più nurturante e stimolante per lo sviluppo dei figli
.

Quindi, l’importanza della mentalizzazione parentale e dell’elaborazione pre-genitoriale non può essere sottovalutata nel contesto degli ACE dei genitori.

Affrontare i propri traumi infantili e sviluppare una maggiore capacità di mentalizzazione prima di diventare genitori può avere un impatto positivo duraturo sul benessere individuale, familiare e intergenerazionale.

Investire in interventi mirati a promuovere questi processi può contribuire a spezzare il ciclo di trasmissione del trauma, favorendo lo sviluppo di famiglie più resilienti e di bambini emotivamente sani.

Strategie per Interrompere il Ciclo di Trasmissione del Trauma

Per interrompere efficacemente il ciclo di trasmissione intergenerazionale del trauma è essenziale adottare un approccio multidimensionale che consideri i molteplici fattori coinvolti in questo processo complesso. Le strategie di intervento devono affrontare non solo le esperienze avverse dell’infanzia (ACE) dei genitori ma anche la loro capacità di mentalizzazione e l’utilizzo di terapie efficaci come l’EMDR per promuovere la guarigione e la resilienza.

Un primo passo fondamentale è riconoscere l’importanza di un approccio integrato che affronti gli ACE dei genitori, la loro capacità di mentalizzazione e l’elaborazione dei traumi attraverso terapie mirate. Questo richiede una maggiore consapevolezza e formazione tra i professionisti della salute mentale, gli operatori sociali e gli educatori, al fine di identificare precocemente i genitori a rischio e fornire loro il supporto necessario.

interrompere la trasmissione del trauma

In dettaglio, possiamo riassumere:

  • La promozione della resilienza e del benessere intergenerazionale rappresenta un altro pilastro delle strategie di intervento. Ciò può essere realizzato attraverso programmi di sostegno alla genitorialità che si concentrano sullo sviluppo di competenze genitoriali positive, la costruzione di reti di supporto sociale e l’accesso alle risorse della comunità. Questi interventi possono aiutare i genitori a sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri stati mentali e di quelli dei loro figli, migliorando così la loro capacità di mentalizzazione e di risposta ai bisogni emotivi dei bambini.
  • Inoltre, il sostegno alle famiglie nella creazione di ambienti stabili e supportivi è cruciale per interrompere il ciclo di trasmissione del trauma. Questo può includere l’accesso a servizi di assistenza all’infanzia, programmi di sostegno economico e iniziative di sviluppo della comunità che promuovono la coesione sociale e riducono l’isolamento delle famiglie vulnerabili.
  • Infine, investire nella salute emotiva e psicologica dei futuri genitori rappresenta una strategia preventiva chiave. Ciò può essere realizzato attraverso programmi di educazione e sensibilizzazione che incoraggiano i giovani adulti a cercare un supporto terapeutico per affrontare i propri traumi prima di diventare genitori.

L’integrazione di screening per gli ACE e la promozione dell’accesso alle terapie basate sull’evidenza, come l’EMDR, nei servizi di salute riproduttiva e di assistenza prenatale può contribuire a identificare e supportare i futuri genitori a rischio.

L’EMDR come Approccio Terapeutico per Elaborare i Traumi Infantili

L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è un approccio terapeutico innovativo che si è dimostrato efficace nel trattamento dei traumi, inclusi quelli derivanti dalle esperienze avverse dell’infanzia (ACE). Sviluppato dalla dottoressa Francine Shapiro negli anni ’80, l’EMDR si basa sul presupposto che i ricordi traumatici non elaborati possano rimanere “bloccati” nel sistema nervoso, causando sintomi persistenti di stress post-traumatico.

L’EMDR utilizza una combinazione di tecniche, tra cui la stimolazione bilaterale (come i movimenti oculari o il tapping), l’immaginazione guidata e la ristrutturazione cognitiva, per aiutare i pazienti a elaborare e integrare i ricordi traumatici.

Cos’è e Come funziona

Durante una sessione di EMDR, il terapeuta guida il paziente attraverso una serie di movimenti oculari o altre forme di stimolazione bilaterale, mentre il paziente si concentra su un ricordo traumatico specifico. Questo processo facilita l’elaborazione delle informazioni legate al trauma, consentendo al paziente di sviluppare una comprensione più adattiva dell’esperienza e di ridurre l’intensità emotiva associata al ricordo.

Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia dell’EMDR nel trattamento di una vasta gamma di disturbi legati al trauma, tra cui il disturbo da stress post-traumatico (PTSD), l’ansia, la depressione e i disturbi di personalità. In particolare, l’EMDR si è rivelato efficace nell’affrontare i traumi derivanti dalle ACE.

EMDR e ACE

Per i genitori con un passato di ACE, l’EMDR può offrire numerosi benefici. Innanzitutto, può aiutarli a elaborare e integrare i ricordi traumatici, riducendo l’intensità emotiva associata a queste esperienze. Questo processo di guarigione emotiva può portare a un miglioramento del benessere psicologico generale, riducendo sintomi come ansia, depressione e disturbi del sonno.

Inoltre, l’elaborazione dei traumi infantili attraverso l’EMDR può avere un impatto positivo sulla genitorialità. I genitori che hanno risolto i propri traumi sono più propensi a sviluppare uno stile genitoriale più sensibile ed emotivamente disponibile, favorendo così lo sviluppo di un attaccamento sicuro con i propri figli. Questo, a sua volta, può ridurre il rischio di trasmissione intergenerazionale del trauma e promuovere il benessere emotivo e relazionale dei figli.

L’EMDR può essere integrato con altri approcci terapeutici, come la psicoterapia e la terapia familiare, per affrontare in modo completo le sfide uniche affrontate dai genitori con un passato di ACE.

Combinando l’elaborazione del trauma con il rafforzamento delle competenze genitoriali e della comunicazione familiare, i genitori possono sviluppare le risorse necessarie per creare un ambiente familiare più stabile e supportivi.

In conclusione, l’EMDR rappresenta un approccio terapeutico promettente per i genitori che desiderano elaborare i propri traumi infantili prima di avere figli. Affrontando le radici del trauma, l’EMDR può promuovere la guarigione emotiva, migliorare la genitorialità e interrompere il ciclo di trasmissione intergenerazionale del trauma, gettando le basi per famiglie più sane e resilienti.

Conclusioni

L’impatto delle esperienze avverse dell’infanzia (ACE) dei genitori sulla genitorialità e sullo sviluppo dei figli rappresenta una sfida complessa e multidimensionale che richiede un approccio integrato e informato per essere efficacemente affrontata. La comprensione del trauma transgenerazionale e dei meccanismi attraverso i quali esso si trasmette, insieme all’applicazione di interventi terapeutici mirati come l’EMDR e la promozione della mentalizzazione parentale, offre una strada promettente per spezzare il ciclo di trasmissione del trauma e promuovere il benessere delle generazioni future.

Affrontare i traumi infantili dei genitori prima che essi possano essere trasmessi ai figli rappresenta un imperativo sociale e terapeutico.

L’EMDR si rivela un approccio efficace per elaborare e integrare le esperienze traumatiche, riducendo l’intensità emotiva dei ricordi e promuovendo una maggiore consapevolezza e capacità di mentalizzazione nei genitori.

Un approccio integrato che consideri gli ACE dei genitori, la teoria dell’attaccamento e l’efficacia di terapie come l’EMDR può gettare le basi per una società più resiliente e psicologicamente sana, in cui il trauma transgenerazionale non sia più un destino inevitabile ma un ciclo che può essere spezzato attraverso interventi mirati e un sostegno informato.

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La Psicologia EMDR: Quando e Perché si Usa

Come usare la psicologia EMDR per la cura

L‘Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è una tecnica che aiuta le persone a superare i traumi e altri disturbi psicologici. L’EMDR è stato sviluppato da Francine Shapiro negli anni ’80 ed è diventato sempre più popolare nel corso degli ultimi decenni grazie alla sua efficacia nell’aiutare le persone a superare il PTSD, la depressione, l’ansia e altri problemi emotivi.

Che cos’è la Tecnica EMDR

La Tecnica EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una forma di psicoterapia che aiuta le persone a superare i traumi attraverso la rielaborazione dei ricordi.

La tecnica EMDR è stata sviluppata alla fine degli anni ’80 dalla psicologa americana Francine Shapiro. Shapiro ha scoperto casualmente che muovendo gli occhi in modo ripetitivo e ritmico mentre pensava ai suoi problemi, questi sembravano diventare meno intensi. Questo ha portato alla creazione di una terapia che utilizzava specifici movimenti oculari per affrontare i traumi.

Mentre l’EMDR era originariamente utilizzato solo per il PTSD, oggi viene utilizzato anche per altri disturbi legati al trauma, come la depressione e l’ansia. Ciò significa che le persone possono trarre beneficio dall’EMDR se hanno vissuto un evento traumatico e cercano modi per superarlo.

Quando e Perché si Usa la Terapia-Psicologia EMDR

L’EMDR viene utilizzato principalmente per trattare il disturbo da stress post-traumatico (PTSD), ma può anche essere efficace per altri disturbi psicologici come la depressione, l’ansia e il disturbo ossessivo-compulsivo. L’EMDR è particolarmente utile per coloro che hanno subito traumi emotivi in cui le emozioni negative e i ricordi traumatici sono rimasti bloccati nel cervello, impedendo di elaborarli in modo sano.

L’EMDR può essere anche utilizzato per una vasta gamma di traumi emotivi, tra cui abusi sessuali o fisici, incidenti stradali, attacchi terroristici o altri eventi traumatici della vita.

Terapeuta EMDR: Chi è e Cosa fa

Un terapeuta EMDR è un professionista della salute mentale, solitamente uno psicologo o un medico come la drssa Beatrice Dugandzija, che ha completato un corso di formazione approvato dall’EMDR Italia e che utilizza la tecnica dell’EMDR come parte del trattamento per i suoi pazienti. Questi professionisti possono essere psicologi, psicoterapeuti, counselor o medici specializzati nella salute mentale.

Il ruolo principale del terapeuta EMDR è quello di fornire una terapia sicura ed efficace ai propri pazienti. Inizialmente, il terapeuta lavora con il paziente introducendolo alla psicologia EMDR e per valutare le sue esigenze individuali e sviluppare un piano di trattamento personalizzato basato sui suoi sintomi e sulla storia clinica. Il terapeuta guida quindi il paziente attraverso la fase di desensibilizzazione in cui si ripercorre l’esperienza traumatica utilizzando la tecnica dell’EMDR.

Durante la sessione di EMDR, il terapeuta incoraggia il paziente a concentrarsi sul ricordo traumatico mentre si verificano stimolazioni bilaterali attraverso movimenti oculari o altri metodi come tocchi tattili o suoni udibili.

Questa stimolazione bilaterale aiuterà a ridurre l’intensità emotiva associata al ricordo traumatico e permetterà al paziente di elaborare l’esperienza in modo più efficace.

Inoltre, il terapeuta fornisce supporto emotivo durante tutto il processo di elaborazione dei ricordi per assicurarsi che il paziente si senta a suo agio e sicuro.

Psicologia EMDR: la Stimolazione Bilaterale

Il Metodo EMDR si basa sulla stimolazione bilaterale, una tecnica che ha lo scopo di attivare l’emisfero destro e sinistro del cervello in modo alternato. Ci sono diverse modalità per attivare questo processo, come il movimento degli occhi, il suono o il tatto.

La stimolazione bilaterale è alla base della psicologia EMDR perché favorisce la rielaborazione dei ricordi traumatici. Durante la terapia EMDR, infatti, il paziente viene invitato a rivivere l’esperienza traumatizzante mentre riceve la stimolazione bilaterale. Questa tecnica permette di raggiungere una sorta di “dissociazione” tra le emozioni negative provate inizialmente e i ricordi stessi.

In parole semplici, grazie alla stimolazione bilaterale il paziente può rievocare un evento traumatico ma senza provare le sensazioni negative ad esso associate. In questo modo è possibile elaborare meglio le emozioni e i pensieri correlati all’evento e arrivare a una sorta di “riprogrammazione” mentale più sana.

Disturbo da Stress Post-Traumatico: Cosa è e Quali Sintomi Provoca

Il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) è una condizione psicologica che può verificarsi in seguito a un evento traumatico. Questi eventi possono includere attacchi terroristici, incidenti automobilistici, abusi fisici o sessuali, disastri naturali e molto altro. I sintomi del PTSD possono variare da persona a persona, ma spesso includono ricordi intrusivi e dolorosi dell’evento traumatico, evitamento di situazioni che potrebbero far rivivere il trauma, iperattivazione e depressione.

Un aspetto importante del PTSD è la sua durata. Sebbene sia normale sentirsi ansiosi o stressati dopo un evento traumatico, questi sentimenti dovrebbero diminuire nel tempo. Nel caso del PTSD, tuttavia, i sintomi persistono per più di un mese e spesso peggiorano con il passare del tempo.

Anche se il PTSD può sembrare insormontabile, esistono numerosi trattamenti efficaci disponibili per questa condizione. Uno di questi trattamenti come detto è rappresentata dalla Terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).

Trattamento PTSD: Come Funziona la Elaborazione del Ricordo

Dopo una situazione traumatica, le memorie associate all’evento possono continuare a disturbare la vita di un individuo anche dopo che l’evento stesso è passato. La terapia secondo la psicologia EMDR utilizza un approccio specifico per elaborare i ricordi traumatici, in modo da ridurre o eliminare i sintomi del PTSD.

Il metodo EMDR viene utilizzato per aiutare il paziente a elaborare il ricordo traumatico attraverso la rielaborazione della memoria negativa associata all’evento. Durante la seduta di terapia, il paziente viene invitato a concentrarsi sul ricordo traumatico mentre si svolge una stimolazione bilaterale, ad esempio movimenti oculari laterali o tocchi alternati sulle gambe. Questa stimolazione bilaterale sembra essere utile per attivare i circuiti cerebrali coinvolti nella elaborazione della memoria.

Il terapeuta EMDR guida il paziente attraverso diverse fasi della terapia, tra cui l’identificazione dei ricordi target da elaborare, l’esplorazione delle emozioni e delle sensazioni fisiche associate al ricordo e la rielaborazione del ricordo tramite la desensibilizzazione. Durante questo processo, il paziente impara a sostituire pensieri negativi e credenze limitanti con pensieri più positivi e realistici.

Rielaborazione dei Ricordi: Il Ruolo della Desensibilizzazione

La desensibilizzazione è una componente fondamentale nella tecnica EMDR. Grazie alla stimolazione bilaterale degli emisferi cerebrali, il paziente viene portato a rielaborare i ricordi traumatici e ad affrontarli in modo più distaccato. L’obiettivo della desensibilizzazione è quello di ridurre l’impatto emotivo negativo che il ricordo ha sul paziente, fino a renderlo neutro o meno doloroso.

Il processo di desensibilizzazione si svolge in vari momenti durante la seduta EMDR. Dopo aver individuato il ricordo target, si procede con la stimolazione bilaterale mentre il paziente ripensa al fatto traumatico. In seguito, il terapeuta verifica se la sensazione negativa associata al ricordo è diminuita e chiede al paziente di ripetere l’esercizio con un focus diverso: ad esempio, sulla sensazione fisica associata al trauma o su un pensiero positivo che possa contrastarlo.

La desensibilizzazione non elimina completamente il ricordo traumatico, ma lo rende meno invasivo e debilitante per la salute mentale del paziente.

Inoltre, la tecnica EMDR aiuta a separare le emozioni connesse al trauma dall’evento stesso: grazie alla rielaborazione dei ricordi tramite la stimolazione bilaterale, infatti, si può arrivare a una sorta di “disincarnazione” dell’esperienza traumatica.

Valutazione del Ricordo: Come Capire se l’EMDR Funziona

Dopo aver elaborato i ricordi traumatici attraverso la terapia EMDR, è importante valutare se il trattamento ha avuto successo. Esistono diversi modi per valutare l’efficacia della psicoterapia EMDR, come ad esempio la scala SUD (Subjective Units of Disturbance) e la scala VOC (Validity of Cognition).

La scala SUD viene utilizzata per misurare il livello di disagio provato dal paziente durante lo svolgimento del trattamento. Il terapeuta chiederà al paziente di assegnare un punteggio numerico al proprio grado di disagio riguardo ad un determinato ricordo traumatico prima e dopo il trattamento EMDR. In questo modo, sarà possibile capire se il trattamento ha portato ad una riduzione del livello di ansia e stress legati a quel particolare ricordo.

In alternativa, la scala VOC viene utilizzata per misurare il cambiamento nella percezione che il paziente ha del proprio vissuto. Prima del trattamento EMDR, il terapeuta chiederà al paziente di indicare quante credenze negative riguardo a sé stesso sono legate ad un determinato evento traumatico. Dopo aver svolto la terapia, si ricalcolerà questa scala per verificare se le credenze negative sono state modificate o addirittura eliminate.

Conclusioni

In conclusione, la Psicologia EMDR rappresenta una valida opzione terapeutica per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico.

Grazie alla stimolazione bilaterale e alla rielaborazione dei ricordi traumatici, l’EMDR può aiutare i pazienti a superare le conseguenze negative di eventi traumatici passati.

È importante sottolineare che i risultati possono variare a seconda del singolo caso, ma numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia dell’EMDR nel ridurre i sintomi del PTSD.

In definitiva, la terapia EMDR offre una speranza concreta per coloro che cercano sollievo dai traumi passati e miglioramento della loro qualità della vita.

La Tecnica EMDR: Come Funziona?

Hai mai sentito parlare della tecnica EMDR?

Si tratta di un approccio terapeutico innovativo che punta a ridurre la sofferenza delle persone colpite da eventi traumatici o stressanti. Ma come funziona esattamente questa metodologia? Scopriamolo insieme.

L’EMDR, acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing, è stato scoperto negli anni ’90 da una ricercatrice americana. Si basa sulla stimolazione bilaterale dell’attività cerebrale attraverso movimenti oculari o altre forme di stimolazione destra/sinistra, con l’obiettivo di ridurre la carica emotiva negativa dei ricordi legati al trauma o all’evento stressante. Il metodo EMDR è stato dimostrato efficace nel trattamento di disturbi d’ansia, depressione, disturbi alimentari e dipendenze.

Continua a leggere per conoscere tutti i dettagli.

tecnica EMDR

Definizione della Tecnica EMDR

La tecnica EMDR si basa sulla stimolazione bilaterale alternata, che può essere visiva (di cui parlerò qui sotto), tattile o acustica, per aiutare il paziente a desensibilizzare i ricordi traumatici e a diminuire la sintomatologia ad essi associata. Questa tecnica è utilizzata principalmente nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico e di altri disturbi legati ad eventi stressanti o traumatici.

La terapia EMDR è stata studiata per la prima volta da Francine Shapiro tra il 1987 e il 1990, ed è oggi uno strumento standardizzato e supportato empiricamente da numerosi studi. Il terapeuta aiuta il paziente ad elaborare il ricordo in maniera adeguata, con una stimolazione specifica che coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali.

La terapia EMDR è particolarmente efficace per il trattamento di disturbi da stress post-traumatico e per la gestione di emozioni negative associate a ricordi traumatici o dolorosi, come dimostrano numerose ricerche. La psicoterapia può essere un’alternativa efficace per il trattamento di questi disturbi.

L’obiettivo della terapia EMDR è far rielaborare il ricordo in maniera adeguata, modificando le convinzioni negative del soggetto su di sé. Inoltre, la tecnica EMDR viene utilizzata per il trattamento di bambini che non sono in grado di elaborare cognitivamente un ricordo.

Infine, è importante affidarsi ad un terapeuta EMDR specializzato per il trattamento delle diverse situazioni di disagio psicologico, come stress post-traumatico, lutti, abusi, disastri naturali e altro ancora. La terapia EMDR può essere utile per chiunque abbia bisogno di un aiuto psicologico, e può essere svolta da una psicologa specializzata in questo tipo di terapia.

Obiettivo della Tecnica EMDR

L’obiettivo principale della tecnica EMDR è aiutare il paziente a elaborare il ricordo di un evento traumatico in modo adeguato, riducendo così la sintomatologia associata al disturbo da stress post-traumatico. Questo è possibile grazie all’utilizzo della stimolazione bilaterale alternata, che consente al paziente di desensibilizzare il ricordo e di modificare le convinzioni negative ad esso legate, aumentando l’efficacia del trattamento.

Il terapeuta EMDR ha il compito di guidare il paziente nel movimento oculare alternato o nella stimolazione tattile destra/sinistra, senza intervenire direttamente per non interrompere l’elaborazione. Il psicoterapeuta EMDR ha il compito di aiutare il paziente a superare i traumi attraverso la stimolazione sensoriale.

La durata del percorso terapeutico varia in base alla risposta del paziente e al tipo di trauma riportato. Grazie alla terapia EMDR, il paziente può percepire il ricordo con più distacco, sentire le emozioni meno intensamente e modificare le convinzioni negative su di sé. Un momento importante durante la terapia EMDR è quando il paziente si concentra sull’esperienza più difficile del ricordo e sulle sensazioni fisiche associate ad esso.

In Italia esistono diverse organizzazioni e terapeuti abilitati a praticare la tecnica EMDR, tra cui alcuni qualificati terapeuti EMDR a Milano

II. La stimolazione bilaterale

Il movimento oculare alternato

Il movimento oculare alternato è una tecnica utilizzata nella terapia EMDR e consiste nel far muovere gli occhi del paziente in modo alternato tra la parte destra e sinistra del campo visivo. Questo movimento è accompagnato dalla focalizzazione su un ricordo traumatico o stressante.

Lo scopo di questa stimolazione bilaterale è quello di ristabilire l’equilibrio eccitatorio/inibitorio e migliorare la comunicazione tra gli emisferi cerebrali, permettendo al paziente di elaborare il ricordo in modo adeguato.

La tecnica del movimento oculare alternato può essere affiancata come detto anche da altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra come stimolazione tattile o uditiva. La stimolazione cervello destro/sinistro è un’altra forma di stimolazione alternata che può essere utilizzata per raggiungere lo stesso obiettivo.

Il terapeuta EMDR ha il compito di non intervenire direttamente per evitare di interrompere l’elaborazione del ricordo. La stimolazione cerebrale bilaterale può desensibilizzare il ricordo e modificare le convinzioni che il paziente ha sull’evento, permettendogli di percepire il ricordo con maggior distacco e modificare le convinzioni negative su di sé riguardo all’integrità fisica.

Altre forme di stimolazione destra/sinistra

Oltre ai movimenti oculari alternati, la tecnica EMDR prevede anche altre forme di stimolazione di destra e sinistra per facilitare l’elaborazione dei ricordi traumatici. La creazione di una persona immaginaria che rappresenti la forza interiore del paziente è un altro elemento importante della terapia EMDR. Durante la seduta, il terapeuta guida il paziente attraverso la rielaborazione del ricordo traumatico, aiutandolo a superare le emozioni negative ad esso associate.

  • Ad esempio, si possono utilizzare suoni bilaterali o tocchi leggeri alternati sulle parti del corpo. In questo modo, si riesce ad attivare il sistema intrinseco e adattivo dell’organismo, che è capace di autoregolarsi e di compensare gli effetti del trauma attraverso l’equilibrio dei due emisferi cerebrali.

Anche se i movimenti oculari sono la forma di stimolazione più comune, questi altri metodi possono essere utilizzati se il paziente non si sente a suo agio a muovere gli occhi. È importante precisare che le varie forme di stimolazione destra/sinistra sono finalizzate alla desensibilizzazione dei ricordi traumatici e non hanno una funzione curativa in sé stesse.

È infatti l’elaborazione corretta dei ricordi tramite la terapia EMDR che porta al superamento dei sintomi del disturbo da stress post-traumatico e di altri disturbi similari.

Il terapeuta EMDR è in grado di valutare la situazione e scegliere la forma di stimolazione più adatta a ciascun paziente. 

III. Come funziona la terapia EMDR

Sistema intrinseco e adattivo

Il Sistema Intrinseco e Adattivo è la base sul quale si fonda la tecnica EMDR. Questo sistema fisiologico presente in tutti noi, è in grado di elaborare le informazioni e raggiungere uno stato di salute mentale. Tuttavia, quando sperimentiamo eventi traumatici, l’elaborazione dei ricordi può non avvenire in maniera corretta, portando alla comparsa di sintomi patologici come il Disturbo da Stress Post-Traumatico.

L’EMDR, tramite una stimolazione specifica che coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali, permette di desensibilizzare il ricordo e di modificarne le convinzioni negative che il soggetto ha su sé stesso.

È importante sottolineare che il paziente deve avere sufficienti risorse interne prima di iniziare il percorso terapeutico e, per i casi più complessi, il terapeuta deve identificare quali deficit di sviluppo affrontare e quali esperienze devono essere fatte dentro e fuori la terapia per far emergere i modelli necessari. 

Valutazione e desensibilizzazione del ricordo

La valutazione e la desensibilizzazione del ricordo rappresentano un passaggio fondamentale della terapia EMDR. In questa fase, il paziente è invitato a focalizzarsi sui dettagli del ricordo traumatico e a identificare le emozioni, le sensazioni fisiche e i pensieri associati ad esso.

Grazie all’utilizzo di stimolazioni bilaterali, come i movimenti oculari alternati o altre forme di stimolazione destra/sinistra, il terapeuta guida il paziente nel processo di desensibilizzazione del ricordo, fino a quando questo non viene più percepito come disturbante.

Durante questo processo di elaborazione, il paziente è sempre cosciente e presente e viene supportato dal terapeuta nell’affrontare le emozioni negative e nell’acquisire nuove convinzioni positive su di sé. L’obiettivo finale della valutazione e della desensibilizzazione del ricordo è quindi quello di ridurre la sintomatologia e di favorire il benessere psicologico del paziente. 

Il ruolo del terapeuta

Il ruolo del terapeuta nella terapia EMDR è di fondamentale importanza. Il terapeuta deve essere addestrato e abilitato nell’utilizzo di questa tecnica in modo da poter seguire il paziente in maniera adeguata. Egli deve guidare il paziente nel processo di desensibilizzazione del ricordo traumatico utilizzando la stimolazione bilaterale.

Il terapeuta EMDR non deve interferire con il processo di elaborazione del paziente, ma deve essere in grado di accompagnare il paziente in modo attento e rispettoso. Egli deve essere in grado di riconoscere i segnali di stress post-traumatico e di aiutare il paziente a superare il trauma.

Il terapeuta deve inoltre essere consapevole del fatto che il processo di elaborazione del trauma può richiedere tempo e deve essere paziente.

In ogni caso, il ruolo del terapeuta nella tecnica EMDR è di assistere il paziente nella risoluzione del trauma e di aiutarlo a trovare un senso di pace interiore e di benessere psichico. 

IV. Disturbi trattati con la tecnica EMDR

Disturbo da stress post-traumatico

Il Disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è un problema serio che può influire profondamente sulla vita delle persone. Esso si manifesta in seguito ad eventi traumatici che possono essere sia fisici che psicologici, come la violenza sessuale, gli incidenti, le catastrofi naturali o l’essere sottoposti a situazioni di prigionia.

Le persone che ne sono affette possono avere una varietà di sintomi come incubi, flashback, ansia e irrequietezza generale. Con l’aiuto di un terapeuta EMDR, le persone possono trovare sollievo e una maggiore stabilità emotiva dopo aver subito eventi traumatici. 

Altri disturbi trattati con EMDR

Tra i disturbi per cui l’EMDR può essere un valido aiuto, si annoverano anche quelli della sfera ansiosa, dell’umore e dell’autolesionismo. Queste patologie possono essere conseguenza di un’elaborazione non corretta di eventi traumatici o stressanti vissuti nel passato.

La tecnica EMDR, grazie alla stimolazione bilaterale e alla rielaborazione del ricordo traumatico, consente al paziente di modificare le convinzioni negative su sé stesso e sui propri traumi, favorendo una guarigione a livello emotivo e cognitivo.

L’approccio terapeutico dell’EMDR può essere utilizzato anche in caso di attacchi di panico, fobie specifiche, depressione, eccesso di emotività, malattie psicosomatiche ed eccessiva aggressività.

Organizzazioni e terapeuti abilitati in Italia.

In Italia, l’Associazione EMDR Italia rappresenta l’organizzazione ufficiale per la formazione certificata di terapeuti EMDR nella terapia psicologica. Questa organizzazione è iscritta nell’elenco del Ministero della Salute delle Società Scientifiche e Tecnico Scientifiche delle professioni sanitarie.

La formazione avanzata per i terapeuti EMDR è garantita da questa organizzazione e beneficia di aggiornamenti continui sugli sviluppi teorico/clinici e di ricerca più recenti e accesso a corsi specialistici e di perfezionamento. Questi corsi di formazione avanzata sono gratuiti per i soci dell’Associazione.

Inoltre, l’Associazione EMDR Italia ha stabilito gli standard qualitativi di formazione, garantendo la tutela dei terapeuti formati all’EMDR nei corsi ufficiali e riconosciuti e allo stesso tempo tutela i pazienti.

È importante fare la formazione EMDR con trainer certificati da EMDR Europe Association e dall’Istituto di Francine Shapiro. Gli unici corsi e trainer certificati e riconosciuti a livello internazionale sono elencati sul sito ufficiale dell’associazione EMDR Italia.

Se cerchi un Centro EMDR a Milano, puoi trovare l’elenco dei terapeuti abilitati all’esecuzione del trattamento EMDR sul sito ufficiale dell’Associazione EMDR Italia. 

Terapeuti EMDR a Milano

Se stai cercando un terapeuta EMDR a Milano, sei fortunato. Ci sono molti professionisti qualificati che offrono questo trattamento altamente efficace per aiutarti ad affrontare esperienze traumatizzanti e disturbi legati allo stress post traumatico.

Puoi trovare un terapeuta EMDR cercando su siti specializzati o chiedendo una raccomandazione a un medico di fiducia. È importante verificare che il terapeuta sia accreditato e abbia ricevuto la formazione EMDR appropriata per garantire la qualità del trattamento ricevuto, come per esempio la drssa Beatrice Dugandzija di Milano.

Conclusioni

La terapia EMDR segue un protocollo standard ed è utilizzata in sedute individuali. La durata del percorso terapeutico varia in base alla risposta del paziente e al tipo di trauma riportato. Il terapeuta ti aiuterà a elaborare il ricordo traumatico attraverso una stimolazione specifica che coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali. Con la giusta guida, imparerai a desensibilizzare il ricordo e a modificare le convinzioni negative su di te. Il processo di elaborazione è efficace nel trattamento di diverse patologie tra cui il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Scegli il terapeuta giusto a Milano e inizia il percorso verso la guarigione. 

 

Le 8 Fasi della Tecnica EMDR

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una tecnica di psicoterapia che aiuta le persone a elaborare le esperienze traumatiche.

La tecnica EMDR consiste in otto fasi che forniscono una struttura per il processo di trattamento. Queste otto fasi fungono da “mappa” per il terapeuta EMDR e descrivono ciò che accade durante ogni fase. Ogni fase si concentra su un aspetto particolare del trattamento e tutte e otto le fasi contribuiscono all’effetto complessivo della terapia EMDR.

Obiettivo della Terapia EMDR

L’obiettivo della terapia EMDR è quello di facilitare l’elaborazione accelerata delle informazioni e di aiutare le persone a guarire da esperienze traumatiche

Il tempo necessario per completare la terapia EMDR varia a seconda dell’individuo e della gravità del trauma. Una tipica sessione di terapia EMDR dura dai 60 ai 90 minuti e possono essere necessarie una o più sessioni per elaborare un’esperienza traumatica.

Si può trovare una descrizione completa della teoria, della sequenza delle fasi del trattamento e della ricerca sui protocolli e sui meccanismi attivi, nel libro di F. Shapiro (2019) “Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari: Principi di base, protocolli e procedure” edito per Raffaello Cortina Editore

La terapia concentra l’attenzione su tre momenti: il passato, il presente e il futuro. Ci si focalizza su ricordi traumatici e sui relativi eventi appartenenti al passato, si tiene conto delle situazioni presenti che causano disagio e si porta il paziente a sviluppare capacità e tecniche necessarie ad affrontare con successo il futuro.

Le 8 fasi della Tecnica EMDR

Le otto fasi della terapia EMDR sono:

  1. Rilevazione della storia e pianificazione del trattamento: In questa fase, il terapeuta raccoglie informazioni sulla storia del cliente e identifica i ricordi target.
  2. Preparazione: Il terapeuta spiega il processo della terapia EMDR, i termini e stabilisce le aspettative. Vengono affrontati tutti i dubbi e le domande del cliente e viene creato un ambiente sicuro.
  3. Valutazione: Il terapeuta esamina e valuta in modo approfondito i ricordi, i sentimenti, le convinzioni, ecc.
  4. Desensibilizzazione: Il terapeuta utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione bilaterale per elaborare i ricordi.
  5. Installazione: Vengono installate credenze positive su di sé per sostituire le credenze e gli affetti negativi associati ai ricordi.
  6. Scansione corporea: Qualsiasi sintomo fisiologico residuo viene eliminato con un’ulteriore stimolazione bilaterale.
  7. Chiusura: Il cliente viene riportato a un equilibrio sicuro e tranquillo al termine della seduta.
  8. Rivalutazione: Il terapeuta verifica che tutti gli aspetti della memoria siano stati completamente elaborati.

Fase 1 – Raccolta della storia e definizione degli obiettivi

La prima fase consiste in una o più sessioni di raccolta dell’anamnesi. Il terapeuta valuta la preparazione del paziente e elabora un piano per il trattamento.

Insieme paziente e dottore identificano i possibili obiettivi della terapia che possono essere ricordi angoscianti, così come situazioni presenti che causano un disturbo emotivo, o anche incidenti correlati avvenuti nel passato. Viene sottolineata anche l’importanza di sviluppare abilità e comportamenti specifici che saranno utili al paziente in situazioni future.

Se il paziente ha avuto un’infanzia problematica, la parte iniziale della terapia può essere diretta ad avvenimenti relativi ad essa, piuttosto che a fattori stressanti della vita adulta o  particolari incidenti critici. Generalmente quando i soggetti sviluppano nuove intuizioni, il disagio emotivo si risolve e iniziano a cambiare il proprio comportamento.

La lunghezza del trattamento dipende dal numero di traumi accumulati e dall’età di sviluppo del PTSD: generalmente pazienti con un singolo evento traumatico risalente all’età adulta (il cosiddetto T grande) possono essere trattati con successo in meno di 5 ore, mentre le vittime di traumi multipli richiedono un trattamento più lungo.

Vignetta Clinica della fase 1

Durante il mio percorso come terapeuta, ho avuto il privilegio di lavorare con Maria, una coraggiosa donna di 35 anni che aveva vissuto un’aggressione sessuale durante la sua adolescenza. Questo traumatico evento aveva lasciato profonde cicatrici emotive, manifestandosi sotto forma di sintomi del disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Desiderando affrontare e superare questo dolore, Maria scelse di intraprendere un percorso terapeutico attraverso la terapia EMDR.

Nella nostra prima sessione, ho dedicato tempo a comprendere a fondo la storia di Maria, raccogliendo la sua dettagliata anamnesi e costruendo con lei un rapporto di fiducia e comprensione. Durante questo incontro, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul ricordo dell’aggressione, identificandolo come il punto centrale del nostro lavoro terapeutico.

Ho spiegato a Maria il percorso e le metodologie dell’EMDR, assicurandomi che lei si sentisse a proprio agio e sicura nell’ambiente terapeutico. Durante la nostra conversazione, Maria ha manifestato alcune comprensibili preoccupazioni e dubbi riguardo al processo. Con pazienza e empatia, ho risposto alle sue domande, cercando di dissipare ogni sua incertezza e rassicurandola sulla validità e l’efficacia dell’approccio EMDR.

Inoltre, ho sottolineato con Maria l’importanza di sviluppare e integrare nuove abilità e comportamenti che le avrebbero fornito strumenti concreti da utilizzare in situazioni future, permettendole di affrontare eventuali trigger o difficoltà con maggiore resilienza.

Insieme, abbiamo deciso di proseguire con la terapia EMDR e, forte della fiducia reciproca, ho programmato la nostra successiva sessione, pronti ad intraprendere questo percorso di guarigione e rinascita.

Fase 2 – Preparazione del Paziente

La fase 2 della tecnica EMDR svolge un ruolo cruciale nel preparare il paziente al successivo lavoro terapeutico.

Durante questa tappa, l’accento viene posto sulla sicurezza emotiva del paziente, poiché nelle sessioni a venire potrebbero emergere ricordi traumatici o esperienze dolorose. Il terapeuta introduce il paziente a vari metodi e strumenti per aiutarlo a gestire e controllare eventuali disagi emotivi. Questo può includere la presentazione di immagini rilassanti o la guida attraverso esercizi di visualizzazione, al fine di aiutare il paziente a raggiungere uno stato di calma.

Un aspetto distintivo dell’EMDR è la sua capacità di produrre risultati terapeutici in tempi relativamente brevi. Tuttavia, ciò non deve compromettere il benessere del paziente tra una sessione e l’altra.

È quindi essenziale che durante la fase 2, il terapeuta stabilisca un solido rapporto di fiducia con il paziente, assicurando che quest’ultimo si senta supportato durante tutto il percorso.

La fase 2 mira inoltre a fornire al paziente gli strumenti e le risorse necessarie per gestire eventuali crisi emotive che potrebbero emergere tra le sessioni, garantendo un percorso terapeutico sicuro e continuo.

La finalità è sempre che, mentre l’EMDR porta a cambiamenti significativi, il paziente mantenga un equilibrio emotivo durante tutto il trattamento.

Vignetta Clinica della fase 2

Durante la nostra seconda sessione, ho avuto l’opportunità di approfondire con Maria la comprensione del processo EMDR. Le ho illustrato con cura ogni fase, assicurandomi che comprendesse la natura progressiva e integrativa del trattamento. Essendo consapevole della sua vulnerabilità e dei possibili affioramenti di forti emozioni, ho condiviso con Maria diverse tecniche di rilassamento. Queste tecniche l’avrebbero aiutata a ritrovare la calma e a gestire efficacemente qualsiasi turbamento emotivo durante o al di fuori delle nostre sessioni.

La costruzione di un rapporto di fiducia è stata fondamentale. Volevo che Maria sapesse che, in quel percorso, non era sola e che avrebbe sempre avuto un punto di riferimento solido e professionale in me. Abbiamo anche esplorato insieme strumenti e risorse che potevano servire a Maria come ancoraggi, qualora avesse attraversato momenti particolarmente intensi tra una sessione e l’altra.

Nonostante la sua determinazione, era naturale che Maria avesse delle preoccupazioni. Le sue domande erano legittime e riflettevano la profondità della sua esperienza traumatica. Ho accolto ogni suo dubbio con attenzione, offrendo risposte chiare e rassicurazioni. Inoltre, abbiamo discusso sull’importanza di integrare nel suo quotidiano nuove abilità e comportamenti che la avrebbero aiutata a fronteggiare situazioni potenzialmente stressanti in futuro.

Alla fine della nostra sessione, ho percepito in Maria una crescente fiducia non solo nel processo terapeutico, ma anche in se stessa. Convinta della validità del percorso intrapreso, ha deciso di proseguire con la terapia EMDR. Con reciproca determinazione, abbiamo quindi programmato il nostro prossimo incontro, pronti a continuare insieme il viaggio verso la sua guarigione.

Fasi 3,4,5,6 – Rielaborazione e Desensitizzazione

Dalla fase tre alla sei si identifica un obiettivo da elaborare tramite le procedure della terapia. Il paziente deve quindi concentrarsi su tre cose:

  1. Un’immagine vivida relativa al passato
  2. Una convinzione negativa riguardo a se stesso
  3. Le emozioni e le sensazioni fisiche connesse

In più deve identificare una convinzione positiva molto importante nelle situazioni di stress e alta emotività durante il trattamento. Il terapeuta aiuta il paziente a valutare il pensiero positivo così come ad intensificare le sensazioni negative.

  • Successivamente, al paziente viene chiesto di concentrarsi sull’immagine, il pensiero negativo e le sensazioni fisiche mentre, contemporaneamente, viene sottoposto al trattamento EMDR usando stimolazioni bilaterali come movimenti degli occhi, colpetti (detto tapping) e suoni (la durata e il tipo di stimolo è diverso per ogni cliente).
  • A questo punto al soggetto viene indicato di prestare semplicemente attenzione a ciò che gli accade spontaneamente: dopo ogni sessione di stimoli, il terapeuta lo invita a lasciare che la sua mente si svuoti e a notare qualsiasi pensiero, sentimento, immagine, ricordo o sensazione si presenti.

A seconda del resoconto del paziente, lo specialista sceglierà l’aspetto successivo su cui concentrarsi e questo processo, consistente in una serie di stimoli incentrati su un unico obiettivo, può ripetersi numerose volte in un’unica sessione.

Se il paziente si sente a disagio o presenta difficoltà nel proseguire, il terapeuta è tenuto a seguire la procedura preposta dal manuale per aiutarlo a tornare sul percorso. In caso in cui ciò non sia efficace allora viene chiesto al paziente di ripensare alla convinzione positiva decisa precedentemente, all’inizio della sessione, chiedendo al paziente di concentrarsi su di essa durante la successiva serie di eventi stressanti.

Vignetta clinica delle fasi 3,4,5,6

La fase 3 del nostro percorso terapeutico con Maria ha rappresentato un passo cruciale nel suo viaggio di guarigione. In questa tappa, l’ho accompagnata nel confrontarsi profondamente con l’immagine traumatica dell’aggressione che aveva vissuto. L’obiettivo era permettere a Maria di esplorare le convinzioni negative che aveva sviluppato su se stessa a seguito dell’evento e le emozioni e sensazioni fisiche connesse a quel ricordo. Insieme, abbiamo individuato una convinzione positiva che Maria poteva utilizzare come ancoraggio durante i momenti di particolare stress ed emotività nel trattamento.

Man mano che approfondivamo il suo stato emotivo, ho osservato l’intensità delle sensazioni negative di Maria. Ho valutato il suo legame con il pensiero positivo che avevamo identificato, per assicurarmi che fosse solido e significativo per lei. A questo punto, abbiamo iniziato il vero e proprio trattamento EMDR: attraverso stimolazioni bilaterali come movimenti oculari, colpetti e suoni, ho guidato Maria nell’elaborazione del trauma.

Dopo ogni serie di stimoli, ho invitato Maria a lasciare andare ogni pensiero e a condividere con me qualsiasi immagine, ricordo, emozione o sensazione che emergesse. Questo ciclo è stato ripetuto molte volte all’interno della stessa sessione. Era essenziale monitorare il benessere di Maria, e in ogni momento in cui percepivo che potesse sentirsi sopraffatta o in difficoltà, mi sono attenuto scrupolosamente alle procedure stabilite per riportarla in uno stato di calma e sicurezza.

Man mano che procedevamo, era importante anche individuare e affrontare eventuali convinzioni negative residue che avrebbero potuto ostacolare il suo processo di elaborazione. Questa attenzione e cura si sono poi estese alla fase 4, durante la quale ho continuato a utilizzare le stimolazioni bilaterali per desensibilizzare ulteriormente il doloroso ricordo dell’aggressione.

Con il progredire della terapia, nella fase 5, il nostro obiettivo era consolidare e rafforzare quella convinzione positiva su se stessa, permettendo a Maria di sostituirla alle precedenti convinzioni negative. E nella fase 6, ho guidato Maria attraverso una “body scan”, un esercizio volto a rilevare e rilasciare eventuali tensioni o sensazioni fisiche residue, assicurandomi che ogni traccia del trauma venisse adeguatamente affrontata e elaborata.

Fase 7

Nella fase sette, fase di chiusura, il terapeuta chiede al paziente di tenere durante la settimana un registro dove documentare qualsiasi materiale inerente che si presenti. L’obiettivo è quello di ricordare al soggetto le attività di gestione del disagio apprese durante la fase 2.

Fase 8

La sessione seguente comincia con la fase otto che consiste nella valutazione dei progressi fatti fino a quel momento. Il trattamento secondo la tecnica EMDR elabora tutte gli eventi storici connessi, gli incidenti attuali che incrementano il disagio e le situazioni future che richiederanno una risposta.

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