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Valutazione e Preparazione del Paziente all’EMDR

Nell’intraprendere un percorso terapeutico con l’EMDR, è fondamentale dedicare tempo alla preparazione del paziente all’EMDR per l’elaborazione del trauma.

La durata di questa fase può variare da poche settimane a diversi anni, a seconda della complessità del trauma subito e della forza dell’io del paziente.

In questa fase iniziale, si instaura un solido rapporto terapeutico che fungerà da contenitore sicuro per il processo di rielaborazione del trauma.

Quando i pazienti si rivolgono al terapeuta egli deve cercare di comprendere quali siano i problemi specifici che li affliggono. Un’accurata preparazione del paziente all’EMDR con una raccolta di informazioni permette al terapeuta di tracciare un quadro dettagliato della situazione attuale e dei sintomi, elemento essenziale per la pianificazione del trattamento più appropriato.

In caso di PTSD dovuto a eventi traumatici noti, il terapeuta EMDR indaga in modo diretto l’evento e le sue conseguenze.

Tuttavia, i pazienti che presentano problemi comportamentali, ansia o traumi complessi richiedono un’analisi più approfondita al fine di una preparazione del paziente all’EMDR. Questi potrebbero sperimentare problemi nelle relazioni interpersonali, difficoltà lavorative, senso di blocco esistenziale, fobie, disturbi somatici, depressione e ansia.

Anche in questo caso il terapeuta si impegna per individuare i sintomi specifici e le possibili credenze negative radicate nel paziente.

preparazione del paziente all'EMDR
preparazione del paziente all’EMDR

Sintomi di presentazione

Nel corso della terapia, il terapeuta pone una serie di domande fondamentali:

  1. quando è iniziato il problema?
  2. C’è stata una causa o un evento scatenante noto?
  3. Qual è stata l’esperienza più precoce e quella peggiore in merito?
  4. Da quanto tempo il paziente soffre di questi sintomi?
  5. Quali sono le circostanze attuali che innescano il problema?
  6. Quali tentativi ha fatto il paziente in passato per risolvere il problema e cosa è stato utile o meno?
  7. In che modo i sintomi e le difficoltà emotive stanno influenzando la vita attuale del paziente?

Con l’EMDR, l’approccio terapeutico è focalizzato sui sintomi. Il terapeuta cerca di identificare quali aspetti del passato del paziente stanno causando i sintomi nel presente.

Dopo che il paziente è sufficientemente stabilizzato, gli eventi traumatici vengono rielaborati con l’EMDR.

Questo metodo di lavoro, focalizzato ed efficiente, mantiene i pazienti motivati, rendendoli consapevoli che il terapeuta sta lavorando per loro e non in base a un proprio agenda predefinita.

Storia del paziente

Nella pratica dell’EMDR, l’acquisizione della storia del paziente è assolutamente fondamentale per poter procedere serenamente alla preparazione del paziente all’EMDR. Durante le sessioni di EMDR, molti individui possono riaprire memorie traumatiche che potrebbero innescare reazioni intense e dissociative. Pertanto è importante essere preparati a ogni eventualità.

Primo contatto telefonico

Al primo contatto telefonico è consigliabile informare i potenziali pazienti che non si inizierà l’EMDR finché non sarà raccolta la loro storia personale e non si sarà instaurato un rapporto terapeutico. Non tutti accolgono favorevolmente questa notizia, ma il processo di conoscenza e di costruzione di un rapporto terapeutico solido è fondamentale per creare un ambiente sicuro per il lavoro con l’EMDR.

La raccolta di informazioni anamnestiche dovrebbe essere considerata parte del processo di costruzione del rapporto, in modo che i pazienti non si sentano come se fossero interrogati o oggettualizzati, situazione che potrebbe innescare ricordi traumatici, specialmente in sopravvissuti di abusi sessuali. Nel contempo, i pazienti hanno la possibilità di conoscere il loro terapeuta.

Anche se l’uso di moduli per la raccolta delle informazioni storiche può essere utile, nella mia pratica preferisco sentire i pazienti raccontare la loro storia, in quanto ciò può portare alla luce immagini e aneddoti utili che potrebbero non essere ritenuti significativi in altri contesti.

Primi incontri con il paziente

Il ritmo dei primi incontri è un aspetto importante. I pazienti con storie traumatiche significative potrebbero sentirsi troppo esposti se rivelano troppo di sé troppo rapidamente. I terapeuti dovrebbero essere sensibili a questo e evitare di fare domande troppo evocative. Potrebbe essere utile alternare domande su storie traumatiche, che possono essere emotivamente sconvolgenti, a domande su esperienze positive e risorse personali. Ad esempio, dopo aver sentito del racconto di molte perdite, il terapeuta potrebbe chiedere dove il paziente si è sentito amato e nutrito. Chi è presente e lo sostiene nella sua vita ora?

Ricordate, parlare di traumi può essere travolgente, risvegliando il passato senza elaborarlo. La raccolta della storia può essere semplice come una conversazione in cui i pazienti raccontano ai terapeuti ciò che ritengono più importante sulla loro infanzia e su come ciò potrebbe influenzarli ora. Mentre i pazienti raccontano le loro storie, i terapeuti ascoltano alla ricerca di eventi, temi, credenze limitanti su sé stessi e convinzioni negative sul mondo – tutti potenziali obiettivi per l’elaborazione con l’EMDR.

Nascita e primi anni: le figure di attaccamento

È utile chiedere informazioni sulla nascita dei pazienti, sui primi mesi di vita e un resoconto della loro infanzia, facendo domande sul loro rapporto con i genitori o altri caregiver. È importante valutare la natura dei loro primi legami affettivi.

  • Erano stabili o caotici?
  • La loro madre era borderline o semplicemente ansiosa?

I pazienti che hanno avuto figure di riferimento caotiche o borderline nella prima infanzia sono più predisposti al PTSD e richiederanno più tempo per sviluppare un rapporto sicuro con i terapeuti. Potrebbero necessitare di più lavoro per sviluppare risorse prima dell’elaborazione delle memorie traumatiche con l’EMDR, risorse che possono essere utili per integrare e concludere le sessioni.

I pazienti che sono stati trascurati nell’infanzia potrebbero avere più difficoltà a sviluppare un rapporto di fiducia con i terapeuti. Inoltre, potrebbero avere grandi lacune nelle loro memorie d’infanzia che potrebbero non essere il risultato di abusi, ma piuttosto di negligenza.

  • Chi erano i caregiver primari?
  • Qual era il loro rapporto con la madre? E con il padre?

A volte i genitori non sono i caregiver primari. Potrebbe essere stata una tata, un nonno, un genitore adottivo o un fratello maggiore a prendersi cura di loro. È importante conoscere queste figure che possono essere utilizzate come risorse.

  • Qual era il loro rapporto con i fratelli?

I fratelli possono essere fonte di tormento per i bambini più piccoli, influenzando la loro autostima e sicurezza. Possono anche essere una fonte di conforto e sostegno. In tal senso è utile indagare ulteriormente:

  • Ci sono state interruzioni del legame affettivo primario a causa di morte, divorzio, abuso di sostanze, ospedalizzazioni o altre cause?
  • C’era abuso di sostanze in famiglia?
  • Chi nella famiglia utilizzava sostanze, quali, quanto e quali erano le conseguenze del loro uso?

Infanzia e Adolescenza: Sviluppo Sociale e Sessuale

È importante indagare sul loro sviluppo sociale e sessuale. Dopo aver appreso della loro prima infanzia, è importante chiedere degli anni dell’infanzia.

Come se la cavavano a scuola?

Spesso i bambini che sono stati traumatizzati hanno difficoltà a concentrarsi a scuola. Alcuni hanno difficoltà di apprendimento che contribuiscono a una bassa autostima.

  • Come era la scuola per i pazienti?

A volte i bambini si sentono al sicuro a casa ma hanno difficoltà di apprendimento, il che influisce su come si sentono rispetto a se stessi. Insegnanti crudeli o insensibili possono danneggiare i bambini, influenzando la loro capacità di apprendimento e la loro creatività. Queste esperienze a scuola possono creare il modello di come i pazienti si vedranno come lavoratori.

  • Durante la loro crescita, i pazienti si trovavano a loro agio in compagnia di coetanei?
  • Forse avevano un gruppo ristretto di amici con cui si sentivano al sicuro, oppure tendevano a isolarsi, preferendo attività solitarie?

Ad esempio, un paziente potrebbe ricordare di aver passato gran parte del tempo a leggere libri o a disegnare, piuttosto che giocare con altri bambini. In alcuni casi, frequenti traslochi per motivi di lavoro dei genitori possono aver interrotto la formazione di legami duraturi, rendendo difficile la stabilizzazione delle amicizie. Per esempio, un paziente potrebbe riferire di aver frequentato diverse scuole in città diverse, senza mai avere l’opportunità di radicare amicizie profonde.

  • Entrando nell’adolescenza, quali sentimenti nutrivano rispetto al proprio sviluppo sessuale?
  • Si sentivano a proprio agio con i cambiamenti del corpo, o li vivevano con disagio o vergogna?

Un paziente potrebbe, ad esempio, raccontare di aver provato imbarazzo per un precoce sviluppo fisico, o al contrario, per un ritardo rispetto ai coetanei.

  • E quali esperienze hanno avuto con i loro primi appuntamenti?

Forse ricordano il loro primo amore adolescenziale con affetto, oppure, al contrario, una delusione sentimentale potrebbe aver lasciato un’impronta dolorosa.

  • Passando all’età adulta, quali sono stati gli eventi che hanno segnato in modo significativo la loro vita: l’ottenimento di un diploma o una laurea, l’inizio di un lavoro, l’incontro con un partner significativo, matrimoni, divorzi, nascite dei figli, malattie gravi, lutti?

Un paziente potrebbe ricordare con orgoglio il giorno della sua laurea, o con tristezza la fine di un matrimonio.

  • Ci sono stati traumi nella loro vita adulta, come un incidente d’auto o un’esperienza di violenza?

Raccogliendo queste informazioni, il terapeuta è in grado di costruire un quadro complesso e dettagliato della vita del paziente, illuminando sia le risorse personali che i possibili ostacoli al benessere. Questa comprensione permette di impostare un trattamento terapeutico che risponda in modo efficace alle specifiche esigenze del paziente.

Storia Traumatica

Nel percorso di cura è fondamentale conoscere eventuali traumi subiti dai pazienti. Si vuole capire l’età in cui sono avvenuti, come si sono svolti, qual era la reazione dei pazienti al momento e come è stato il supporto ricevuto.

Il trauma può essere dovuto a una perdita significativa, come un lutto, un divorzio o un trasferimento, o l’abbandono da parte di figure di riferimento come babysitter o altri custodi.

Se stiamo lavorando con pazienti che hanno subito abusi nell’infanzia, diventa cruciale raccogliere informazioni sulla loro storia di abuso. È importante sapere chi erano gli autori, quando ha avuto inizio l’abuso, a che età erano i pazienti, quando è finito. Si deve indagare se l’abuso è stato un episodio isolato o si è protratto nel tempo, con quale frequenza. È fondamentale capire come si è sviluppata l’autopercezione del paziente a seguito dell’abuso e se ci sono stati comportamenti abusivi anche in età adulta.

Trigger, sogni, ricordi e flashback

Le informazioni raccolte devono essere utili per identificare potenziali trigger, sogni, ricordi somatici e flashback, che possono essere utilizzati come obiettivi nel trattamento con EMDR. Spesso gli adulti che sono stati abusati sessualmente non hanno chiari ricordi visivi dell’abuso, ma mostrano sintomi che indicano che l’abuso può essere avvenuto.

Un’altra parte fondamentale è la conoscenza di eventuali percorsi di cura psichiatrica o psicologica precedenti. È importante comprendere cosa ha funzionato e cosa no e perché. Durante la raccolta di questa storia, è importante notare come i pazienti interagiscono con il terapeuta. Questo può fornire preziose informazioni sulla loro personalità e sulle eventuali difficoltà che possono incontrare nel percorso terapeutico. Per esempio, molte persone che sono state abusate sessualmente in tenera età sviluppano disturbi di personalità borderline, un fattore che influisce sul trattamento e sull’uso dell’EMDR nel trattamento.

In sintesi, la raccolta di una dettagliata storia del trauma è un passo cruciale per impostare un trattamento efficace e personalizzato, che tenga conto non solo dei sintomi presenti, ma anche delle esperienze passate e delle risorse personali del paziente.

Storia Medica

Conoscere la storia medica dei pazienti, comprese malattie fisiche, incidenti, ricoveri e precedenti procedure mediche è fondamentale. Queste esperienze possono avere un impatto significativo sulla vita di una persona.

I bambini piccoli che vengono ricoverati in ospedale o sottoposti a procedure mediche non possiedono la struttura cognitiva per comprendere ciò che sta accadendo loro. Potrebbero interpretare il ricovero come un abbandono, una punizione, perché devono essere cattivi. Possono sentirsi impotenti. I loro sintomi possono assomigliare a quelli degli adulti che sono stati abusati da bambini, con le stesse convinzioni negative su se stessi (“Sono cattivo”, “Sono impotente”), sensazioni corporee ed emozioni (paura, rabbia, vergogna).

Uso di Farmaci

Inoltre, è importante conoscere se i pazienti stanno assumendo farmaci o integratori e se ne hanno assunto in passato. Alcuni farmaci, come i benzodiazepinici, potrebbero ridurre l’efficacia del trattamento. I pazienti che assumono antidolorifici potrebbero scoprire che l’EMDR non è altrettanto efficace. È essenziale che esista una carica emotiva per il processamento. Pertanto, se il farmaco attenua le loro emozioni o elimina completamente l’ansia, il processo di cura potrebbe non funzionare.

Nella mia esperienza, ho notato che i pazienti con alcune forme di depressione clinica non riescono a lavorare bene con l’EMDR. Ad esempio, all’inizio dell’installazione della risorsa, potrebbero essere in grado di visualizzare un luogo sicuro, ma non di sentirlo. Il loro affetto è piatto e sono disconnessi da se stessi. Quando processano con l’EMDR, invece di evolvere verso una risoluzione adattiva del trauma, tendono a “scivolare” verso il basso, associando esperienze sempre più negative. Ho scoperto che quando questi pazienti diventano stabilizzati con farmaci antidepressivi utilizzati per bilanciare il sistema nervoso centrale, sono in grado di processare normalmente e risolvere i ricordi traumatici.

La salute attuale dei pazienti è un aspetto fondamentale da considerare.

  • Quando è stato l’ultimo controllo fisico?
  • Hanno una storia di epilessia, emicranie o problemi agli occhi?
  • Stanno assumendo farmaci?

Se ci sono preoccupazioni, è consigliabile indirizzarli verso uno psichiatra esperto o consultare il loro medico curante. Molte persone che hanno sofferto traumi precoci sviluppano problemi somatici.

Visita medica

Se non si sottopongono a un esame fisico da tempo, potrebbe essere utile suggerire loro farne uno. Poiché gli adulti che sono stati abusati sessualmente da bambini sono stati traditi da adulti in posizioni di potere e autorità, tendono a evitare medici e dentisti a causa dell’ansia che ne consegue. Questo comportamento di evitamento può mettere a rischio la loro salute se la questione non viene affrontata.

Uso di alcol o sostanze stupefacenti

Inoltre, è essenziale esaminare se i pazienti hanno una storia di abuso di droghe o alcool. Secondo Shapiro, i pazienti con una storia di abuso di sostanze dovrebbero avere a disposizione supporti appropriati, come un programma di disintossicazione prima di iniziare il trattamento EMDR.

  • I pazienti stanno attualmente usando sostanze?
  • Sono in recupero?

Molte persone si auto-medicano con sostanze per gestire l’affetto derivante dai traumi. Dopo aver elaborato i traumi con l’EMDR, alcuni di loro potrebbero riscontrare una diminuzione del desiderio di utilizzo. Tuttavia, altri pazienti potrebbero sperimentare un aumento dell’impulso a causa delle emozioni che sono state suscitate e non completamente risolte.

È utile educare i pazienti su entrambe le possibilità e mettere in atto misure di sicurezza. Per alcuni pazienti sarebbe più sicuro ed efficace ricevere il trattamento EMDR in un ambiente residenziale, dove possono ricevere supporto e contenimento.

In particolare, è essenziale prestare particolare attenzione ai pazienti con una storia di dipendenza da crack o abuso di anfetamine, poiché possono richiedere un monitoraggio e un supporto ancora più attenti, data la gravità delle dipendenze da queste sostanze e il potenziale rischio di ricadute durante il processo di terapia con EMDR.

Risorse personali

Nel corso della terapia EMDR, un elemento cruciale è l’identificazione delle risorse personali dei pazienti, risorse che possono derivare da eventi del passato e dal contesto di vita attuale. Queste risorse, che possono essere ricordi positivi, svolgono un ruolo fondamentale nel rinforzare l’identità del paziente, promuovendo un senso di integrazione, completezza e autostima. Tali ricordi potrebbero riguardare momenti di sicurezza, comfort, supporto, nutrimento, fiducia, successi e orgoglio. Possono includere ricordi di essere stati guidati, immagini di figure positive di riferimento, e momenti di riconoscimento sociale.

Durante il raccolta della storia clinica, il terapeuta assiste il paziente nell’identificare quelle figure che, nella sua vita, hanno svolto un ruolo significativo come figure amorevoli, nutrici o protettive, come ad esempio parenti, amici, genitori degli amici, insegnanti, consulenti, allenatori, bibliotecari, persone del clero e così via.

  • Ad esempio, un paziente potrebbe non essere in grado di nominare nessun membro della propria famiglia che è stato gentile, ma alla domanda potrebbe ricordare un insegnante che lo ha “visto”, ha “riconosciuto” la sua unicità e si è preso cura di lui.

Insieme alle figure di supporto presenti nella vita del paziente, è importante scoprire quali strategie ha utilizzato per sopravvivere e fronteggiare le situazioni difficili. Forse amava passeggiare nella natura, o aveva un luogo speciale dove rifugiarsi?

Per alcuni bambini, il campo estivo ha rappresentato un aiuto per affrontare il resto dell’anno. Altri trascorrevano il più tempo possibile a casa degli amici. Alcuni pazienti eccellevano a scuola, nello sport o nelle attività all’aperto.

Un esempio potrebbe essere un paziente che da bambino trovava rifugio in biblioteca, dove si sentiva al sicuro. L’immagine di questo luogo è diventata il suo rifugio sicuro durante il nostro lavoro con l’EMDR.

Spiegare la Teoria alla base dell’EMDR

Nell’accompagnare i pazienti nel percorso dell’EMDR, è fondamentale delineare chiaramente le teorie sulla connessione tra traumi, mente e corpo, oltre ad illustrare le ipotesi sottostanti all’EMDR. Dettagliare la struttura di una sessione di EMDR, rispondere ai dubbi e dissipare le paure dei pazienti è un passo cruciale.

Non si dovrebbe iniziare l’EMDR fino a quando i pazienti non si sentano completamente a loro agio con il terapista e con il processo stesso. È utile, ad esempio, suggerire ai pazienti di informarsi sull’EMDR prima di iniziare il trattamento.

È inoltre opportuno preavvisarli sulla possibilità di vivere emozioni intense, consigliando di non impegnarsi in altre attività per il resto della giornata a seguito della sessione, dato che potrebbero sentirsi stanchi. È necessario informarli che il processo di elaborazione potrebbe far emergere nuovi ricordi o sensazioni che potrebbero risultare sconvolgenti. Per questo motivo, è meglio non iniziare l’EMDR subito prima di un periodo di pausa dovuto a vacanze o altro, sia per il terapista che per il paziente.

Nei casi di traumi più gravi, potrebbe essere consigliabile che qualcuno accompagni il paziente alla sessione e lo venga a riprendere.

È importante far capire ai pazienti che non ci sono garanzie: l’EMDR non funziona per tutti e non tutti i pazienti sono candidati idonei per l’EMDR.

  • Ad esempio, un paziente potrebbe esprimere il timore di “perdere il controllo”. In tal caso, il terapista può fornire tecniche di distanziamento, visualizzazioni di contenimento e installazione di risorse che potrebbero aiutare a gestire tale preoccupazione.

L’obiettivo è sempre quello di rispettare le necessità del paziente, procedendo solo quando si sente sicuro.

Difficoltà all’avvio dell’EMDR

Oltre alla resistenza del terapeuta, è possibile riscontrare resistenza anche da parte dei pazienti nell’affrontare l’EMDR. Molti pazienti avvertono un’ambivalenza nei confronti dell’EMDR; sanno che può fare loro bene, ma è un processo doloroso, quindi tendono ad evitarlo.

  • Alcuni pazienti, ad esempio, potrebbero dilungarsi nel parlare durante una sessione pianificata per l’EMDR, distogliendo così l’attenzione del terapeuta. Altri potrebbero arrivare tardi, rendendo impossibile la realizzazione dell’EMDR, o addirittura annullare la seduta.

Ci sono stati casi di pazienti che hanno passato la maggior parte del tempo a parlare, per poi arrabbiarsi quando si rendono conto che il tempo è quasi scaduto e non ci sarà tempo per l’EMDR.

In molte occasioni, si è notato che alcuni pazienti si aspettano che il terapeuta li interrompa mentre parlano e li inviti direttamente a fare EMDR. In tali situazioni, il terapeuta tenderà a interrompere delicatamente i pazienti e chiedere loro se vorrebbero svolgere l’EMDR in quella sessione. Inizieranno quindi a concentrarsi sull’individuazione di un obiettivo per la seduta di quel giorno. In alcuni casi, il terapeuta può iniziare la sessione fornendo ai pazienti cuffie e pulsanti, preparandoli così all’inizio della sessione.

Contratto terapeutico

Essere diretti con i pazienti può risultare difficile per i terapeuti orientati psicodinamicamente, mentre può essere più facile per quelli con un orientamento cognitivo-comportamentale. È importante gestire le sessioni aiutando i pazienti a rispettare il contratto terapeutico concordato e gli obiettivi del trattamento. Può essere utile esplorare la resistenza con i pazienti.

  • Qual è la natura della resistenza?
  • C’è un modo per far sentire i pazienti più al sicuro?
  • Di cosa hanno bisogno dai terapeuti?
  • Cosa si aspettano dal trattamento?

Resistenze al centro della tecnica

Le resistenze possono addirittura diventare l’obiettivo del trattamento. Quali sono le credenze che bloccano il processo? Ci sono dei benefici secondari?

A volte, terapeuti e pazienti possono concordare nell’evitare l’EMDR. I pazienti hanno paura di affrontare le proprie problematiche, mentre i terapeuti potrebbero non sentirsi sicuri delle proprie competenze, temere l’intensità del trattamento o avere altri problemi di controtransfert. Una supervisione può essere utile per affrontare questi problemi e lavorarci su.

Esistono problematiche legate al beneficio secondario sia per i terapeuti sia per i pazienti che resistono a fare EMDR. Alcuni pazienti potrebbero evitare l’EMDR perché hanno paura di migliorare troppo in fretta. Chi saranno senza i loro sintomi? Alcuni terapeuti potrebbero invece temere che i loro pazienti migliorino troppo rapidamente e che perderanno la loro pratica clinica.

Frequenza delle sedute EMDR

Il ritmo del trattamento con EMDR può variare in base alle esigenze del paziente. L’EMDR può essere utilizzato in ogni sessione o può essere alternato a sessioni di colloquio integrativo o altri metodi.

  • Alcuni pazienti rispondono bene a sessioni settimanali di 90 minuti o più, durante le quali iniziano parlando e riassumendo il lavoro della settimana precedente, per poi focalizzarsi e rielaborare un nuovo ricordo.
  • Per altri, questo ritmo potrebbe risultare troppo intenso; essi potrebbero necessitare di una singola sessione di 50 minuti per parlare e integrare le informazioni della sessione di EMDR.
  • Alcuni pazienti con un IO ben integrato possono tollerare diverse sessioni di EMDR in una settimana, lavorando intensivamente in un breve periodo di tempo su un’area di difficoltà.

La programmazione del trattamento dovrebbe essere flessibile, adattandosi il più possibile alle mutevoli esigenze dei pazienti. Dal momento che la maggior parte dei cambiamenti per i pazienti con PTSD si verifica nelle prime sessioni, può essere utile lavorare con loro in modo consistente per le prime settimane per aiutarli a superare il momento più difficile. Dopodiché, sebbene possano rimanere dei sintomi, questi di solito non sono più così debilitanti e il ritmo del trattamento può rallentare.

Alcuni pazienti non riescono a tollerare l’elaborazione EMDR su base settimanale e hanno bisogno di più tempo per integrare le informazioni tra le sessioni. Alcuni preferiscono fare una sessione di EMDR ogni due settimane, mentre altri preferiscono alternare sessioni di terapia verbale alle loro sessioni di EMDR.

Nell’EMDR, i pazienti devono imparare a elaborare i loro ricordi ad un ritmo che possono tollerare, in modo da non sentirsi sopraffatti e nuovamente vittimizzati.

I terapeuti devono verificare come i pazienti stanno funzionando tra le sessioni. Questo può essere un problema per alcuni pazienti che hanno subito abusi sessuali, i quali hanno difficoltà a chiedere ciò di cui hanno bisogno o non sono abbastanza in contatto con sé stessi per riconoscere le proprie esigenze.

Dopo un’intensa elaborazione EMDR di un ricordo di abuso, i pazienti potrebbero voler dedicare diverse sessioni a parlare e integrare le informazioni emerse durante il lavoro con l’EMDR. È utile alla fine di una sessione di EMDR discutere con i pazienti ciò di cui sentono il bisogno per programmare la sessione successiva.

Il lavoro sulle risorse con l’EMDR può aiutare i pazienti a collegarsi a reti di memoria adattive che possono fornire un effetto stabilizzante.

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