Tag: <span>gestione del panico</span>

Terapia EMDR per le fobie: un trattamento efficace per superare la paura

Vincere le tue fobie con la terapia EMDR

Se vuoi conoscere in dettaglio il protocollo della terapia EMDR per le fobie sei approdato nel posto giusto.

Le fobie sono paure intense e irrazionali che possono avere un impatto significativo sulla vita di chi le prova. Queste paure spesso derivano da oggetti, situazioni o attività specifiche e possono portare a comportamenti di evitamento o a un’estrema angoscia.

La terapia di desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR) si è dimostrata una modalità di trattamento efficace per le fobie, offrendo un approccio strutturato per individuare e rielaborare i ricordi traumatici sottostanti e i fattori scatenanti associati.

In questo articolo approfondiremo il protocollo EMDR standard per il trattamento delle fobie semplici e di processo, insieme ad alcuni consigli pratici ed esempi di casi.

Comprendere le fobie

Le fobie, che rappresentano una forma intensa e persistente di paura irrazionale, possono essere classificate in due categorie principali: fobie semplici e fobie di processo.

  • Le fobie semplici coinvolgono una paura specifica, concreta e circoscritta a un oggetto o una situazione particolare, indipendente dalle azioni dell’individuo. Esempi comuni di tali fobie includono aracnofobia, che è la paura dei ragni, o acrofobia, che è la paura delle altezze. In questi casi, l’ansia o il disagio si attivano alla sola presenza o al pensiero dell’oggetto temuto, anche se la persona riconosce che la sua paura è sproporzionata o irrazionale.
  • D’altra parte, le fobie di processo sono legate alla paura di situazioni o esperienze che richiedono un coinvolgimento o una partecipazione attiva dell’individuo. Ad esempio, guidare su un ponte (gefirofobia) o volare in aereo (aviofobia) possono essere situazioni che scatenano questo tipo di fobie. In queste circostanze, la persona teme di perdere il controllo, di fare una figuraccia o di avere un attacco di panico.

La terapia Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è un tipo di psicoterapia che si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento di entrambi i tipi di fobie. Questa terapia lavora sull’elaborazione di esperienze traumatiche che spesso sono alla base delle fobie. Durante la terapia EMDR, il terapeuta guida il paziente a ricordare l’esperienza traumatica o l’oggetto della paura, mentre segue un movimento specifico degli occhi del terapeuta.

L’obiettivo è modificare la percezione dell’evento traumatico e ridurre l’impatto emotivo che provoca, permettendo all’individuo di vivere una vita più libera e meno limitata dalle sue fobie.

Esaminerò ora in dettaglio il protocollo che applichiamo al Centro EMDR di Milano per i pazienti che presentano delle fobie particolarmente invalidanti.

Il protocollo EMDR per le fobie

La Terapia EMDR per le fobie in pratici passaggi

Il primo passo nella terapia EMDR per le fobie è insegnare al paziente le tecniche di autocontrollo per gestire la paura della paura. Ciò include l’introduzione di esercizi di grounding, di respirazione profonda del ventre e di installazioni di risorse come la creazione di un luogo sicuro.

Anche le tecniche di esperienza somatica, come la pendolazione e la ricerca di un luogo sicuro nel corpo, possono essere incorporate per migliorare le capacità di autoregolazione.

Individuare e rielaborare i ricordi rilevanti

In questa prima parte del protocollo, ci si concentra su come individuare e rielaborare i ricordi che alimentano le fobie. Dalle paure intense di specifici oggetti o situazioni, alle angosce meno evidenti ma altrettanto limitanti, le fobie possono avere radici in una serie di eventi e circostanze passate.

Che si tratti di incidenti chiaramente traumatici, di esperienze somatiche, emotive o cognitive appena percettibili, o di situazioni che evocano forti reazioni emotive, il nostro obiettivo è quello di identificarli tutti.

  • Eventi antecedenti: Identificare tutti gli eventi che contribuiscono alla fobia, sia che siano direttamente collegati all’oggetto o alla situazione temuta, sia che siano connessi a livello somatico, emotivo o cognitivo. Per esempio, la paura dei ragni può essere legata all’esperienza traumatica di essere toccati contro la propria volontà da qualcuno di inquietante di notte.
  • Esperienze precoci: Esplorare la prima volta che la paura è stata sperimentata, che può essere raccolta dalla storia del cliente o attraverso un ponte a ritroso. Comprendere l’origine della paura può fornire spunti preziosi per il processo terapeutico.
  • Esperienze più disturbanti: Identificare i casi più inquietanti legati alla fobia. Questi possono essere ricordi che evocano forti reazioni emotive e sono fondamentali da affrontare e rielaborare per una risoluzione positiva.
  • Esperienze recenti: Esplorare il momento più recente in cui la paura è stata sperimentata. La comprensione dei fattori scatenanti e delle manifestazioni attuali della fobia può guidare il terapeuta nell’elaborazione del piano di trattamento più efficace.
  • Stimoli associati: identificare tutti i fattori scatenanti o gli indizi specifici associati alla paura, come la vista di una ragnatela o di un insetto che striscia. Questi stimoli devono essere presi di mira e rielaborati per affrontare la fobia in modo completo.
  • Sensazioni e manifestazioni fisiche: Affrontare le sensazioni fisiche o altre manifestazioni di paura che accompagnano la fobia, come l’iperventilazione, la sudorazione o la sensazione di testa leggera. La rielaborazione di queste sensazioni può aiutare ad alleviare le reazioni di panico spesso associate alle fobie.

Incorporare modelli positivi

Incorporare modelli positivi nel processo terapeutico rappresenta una componente fondamentale nell’affrontare le fobie. Questo approccio consiste nell’incoraggiare il paziente a visualizzare un modello di comportamento futuro che è libero da paura e ansia.

Questo modello positivo di azione viene costruito guidando il paziente a immaginare se stesso che affronta l’oggetto o la situazione temuta in maniera sicura e controllata. Questa tecnica si basa sull’uso del potere della visualizzazione e dell’immaginazione per modificare le risposte emotive e comportamentali dell’individuo.

  • Per esempio, un individuo con aracnofobia potrebbe essere guidato a visualizzare una situazione in cui si trova in presenza di un ragno. L’obiettivo non è solo immaginare la situazione, ma visualizzarsi affrontandola con calma e controllo, osservando il ragno senza sentire paura o ansia. Il terapeuta potrebbe suggerire al paziente di immaginare se stesso che prende un respiro profondo, che guarda il ragno senza reagire con terrore e che continua a mantenere la calma anche quando il ragno si muove.

Man mano che il paziente diventa più abile nel visualizzare queste esperienze positive, le sensazioni di paura e ansia dovrebbero iniziare a diminuire. Questo metodo aiuta il paziente a riscrivere il proprio “copione interno”, sostituendo le aspettative di paura e panico con aspettative di calma e controllo.

È importante sottolineare che questo processo richiede tempo e pratica. La paura non sparirà dopo un’unica sessione, ma gradualmente il paziente potrà accrescere la sua fiducia nella propria capacità di gestire la situazione temuta, portando a un cambiamento duraturo nel suo comportamento e nella sua risposta emotiva.

Stipulare un contratto con il paziente

Stipulare un “contratto di comportamento” con il paziente rappresenta una tattica efficace utilizzata nel processo terapeutico per gestire le fobie. Questo contratto di comportamento è un impegno concordato tra il terapeuta e il paziente, in cui il paziente si impegna a esporre sé stesso all’oggetto o alla situazione temuta nella vita reale, al fine di superare progressivamente la sua fobia.

Questo contratto non è solo un piano d’azione ma rappresenta anche un accordo formale che coinvolge il paziente in modo attivo nel proprio percorso di guarigione. L’obiettivo è di incoraggiare il paziente a confrontarsi con le sue paure in un contesto sicuro e controllato, aiutandolo a rafforzare i cambiamenti positivi ottenuti durante la terapia.

  • Per esempio, un individuo con paura di volare potrebbe concordare nel contratto di comportamento di prenotare un volo breve per un viaggio futuro. Oppure, un paziente con aracnofobia potrebbe impegnarsi a osservare un ragno in un vaso di vetro per un determinato periodo di tempo ogni giorno. L’azione deve essere realisticamente raggiungibile e in linea con i progressi del paziente durante la terapia.

L’implementazione di un contratto di questo tipo garantisce che il paziente continui a sfidare le proprie paure anche fuori dal contesto terapeutico, promuovendo un rafforzamento dei meccanismi di coping appresi. Questa fase di ‘esposizione reale’ è essenziale nel processo di superamento delle fobie, permettendo al paziente di applicare le tecniche apprese in terapia in contesti reali, dando così prova a sé stesso del proprio progresso e della propria capacità di gestire la paura.

Videotape mentale e rielaborazione

L’approccio del “videotape mentale” e della rielaborazione è un aspetto chiave della terapia EMDR per le fobie, soprattutto delle fobie di processo, attraverso la terapia EMDR. Questo metodo richiede al paziente di creare un film mentale dell’intera sequenza che coinvolge l’oggetto o la situazione temuta e di esaminare ogni dettaglio, emozione e reazione associati.

Inizialmente, il paziente è guidato a visualizzare l’intera sequenza dell’evento temuto come se fosse un filmato.

  • Ad esempio, per un paziente con gefirofobia (paura dei ponti), questo potrebbe includere la visualizzazione mentale del processo di avvicinamento al ponte in auto, l’inizio dell’attraversamento, l’esperienza di essere sul ponte e infine l’uscita dall’altra parte.

Durante la rielaborazione, il paziente è incoraggiato a esaminare e affrontare ogni singola fase della sequenza, dando particolare attenzione alle parti più difficili o traumatiche. Il terapeuta può poi utilizzare le tecniche EMDR per aiutare il paziente a rielaborare le risposte emotive negative associate a ciascuna fase, sostituendole con risposte più positive e controllate. L’obiettivo è affrontare e curare il trauma sottostante che alimenta la fobia, al fine di depotenziare la risposta fobica.

Questo approccio consente al paziente di “ripercorrere” l’esperienza temuta in un ambiente sicuro e controllato, facilitando la rielaborazione e la desensibilizzazione del trauma. Nel tempo, questo aiuta a ridurre l’ansia e la paura associata all’evento, consentendo al paziente di partecipare attivamente alla situazione temuta con una maggiore sensazione di calma e controllo.

Rielaborare gli obiettivi tra una seduta e l’altra

La rielaborazione degli obiettivi tra una seduta e l’altra è una componente cruciale di un percorso di terapia EMDR per le fobie. Questo processo richiede una rivalutazione continua dei progressi del paziente, nonché l’individuazione e la gestione di nuovi ricordi, associazioni o blocchi che possono emergere nel periodo tra le sedute.

Questo processo di rielaborazione può includere l’esame dei progressi del paziente rispetto agli obiettivi stabiliti nel contratto, la discussione di eventuali difficoltà incontrate durante l’attuazione di questo contratto, o l’esplorazione di nuove associazioni o ricordi traumatici che sono venuti alla luce.

Il feedback del paziente gioca un ruolo fondamentale in questa fase. Le reazioni emotive, le riflessioni personali e le percezioni del paziente sui progressi ottenuti sono preziose fonti di informazione che possono aiutare a guidare il percorso terapeutico.

  • Ad esempio, un paziente potrebbe rivelare una nuova associazione legata alla sua fobia che non era stata precedentemente considerata, oppure potrebbe esprimere difficoltà nell’attuare il contratto di comportamento a causa di un blocco emotivo o psicologico.

La valutazione continua da parte del terapeuta è essenziale per assicurare che la terapia rimanga su un percorso produttivo e che si facciano gli aggiustamenti necessari per ottimizzare i risultati. Ciò può comportare l’adattamento del contratto d’azione, l’introduzione di nuove tecniche o strategie terapeutiche, o la rielaborazione degli obiettivi terapeutici per rispecchiare meglio le esigenze e le capacità attuali del paziente.

In ultima analisi, l’obiettivo è creare un percorso terapeutico dinamico e flessibile che risponda alle esigenze in continua evoluzione del paziente e che favorisca un cambiamento duraturo e positivo.

Terapia EMDR per le fobie: il mio protocollo

Terapia EMDR per le fobie e il Caso di Franca

Quando inizio un percorso terapeutico con un paziente affetto da fobia, come nel caso di Franca, una paziente con ofidiofobia (paura dei serpenti), il mio primo passo consiste nel raccogliere una storia clinica dettagliata e approfondita del problema. Questa fase preliminare è di fondamentale importanza per comprendere il quadro completo del disturbo e per identificare le peculiarità specifiche della fobia del paziente.

1 – Cosa chiedere al paziente

Nel caso di Franca, ho cercato di capire da quanto tempo soffrisse di questa paura dei serpenti. Ho indagato se la sua paura riguardasse tutti i tipi di serpenti, sia piccoli che grandi, o se includesse anche altri rettili. Ho cercato di comprendere quando e come la fobia era iniziata, cercando di identificare un possibile evento scatenante. Ho chiesto a Franca quali misure avesse precedentemente adottato per affrontare il problema, e se avesse mai partecipato a una terapia specifica per la sua fobia.

È altresì fondamentale capire come la fobia stia influenzando la vita quotidiana del paziente.

Nel caso di Franca, ho appreso che evitava luoghi in cui potesse incappare in serpenti, come parchi e boschi, e che guardava con ansia documentari e film che potessero includere serpenti. Comprendere come la fobia si intrecci con le routine quotidiane del paziente può fornire intuizioni preziose sulla gravità del disturbo e aiutare a costruire una strategia terapeutica mirata ed efficace.

La raccolta di una storia clinica completa del problema non è solo un punto di partenza necessario, ma un elemento cardine di tutto il processo terapeutico. Fornisce infatti una visione complessiva del disturbo e offre una base solida su cui costruire un piano di trattamento adeguato ed efficace.

2 – Identificare le esperienze chiave nella Terapia EMDR per le fobie

Dopo aver raccolto la storia clinica del paziente, il passo successivo consiste nell’identificare le esperienze chiave associate alla fobia. Nel caso di Franca, questo avrebbe implicato l‘individuazione del primo momento in cui ha sperimentato la paura dei serpenti e degli episodi più traumatici legati a questa fobia.

Invitare Franca a riflettere e raccontare queste esperienze può permettere una maggiore comprensione dell’origine della fobia e della sua evoluzione nel tempo. Queste informazioni, a loro volta, forniscono gli spunti cruciali per l’individuazione dei target terapeutici.

Insieme a Franca, creiamo un elenco di queste esperienze paurose e le organizziamo in ordine cronologico. Questo metodo offre la possibilità di tracciare la progressione della fobia nel corso del tempo, rivelando potenziali schemi o fattori scatenanti. Ad esempio, potremmo scoprire che la paura è aggravata da particolari situazioni o che la sua intensità varia a seconda del contesto.

Identificare e lavorare sulla memoria più intensa e rappresentativa della fobia può inoltre contribuire a ridurre il numero di sessioni terapeutiche necessarie. In molti casi, sono stata in grado di risolvere diverse fobie in 3-4 sessioni di EMDR, individuando e affrontando direttamente la memoria più carica.

3 – Trovare le memorie collegate ai sintomi nella Terapia EMDR per le fobie

Un elemento centrale per il successo del trattamento di una fobia con l’EMDR è il legame tra la paura e specifici eventi traumatici. L’identificazione di tali esperienze chiave consente una terapia più mirata ed efficace.

Nel caso di Franca, era fondamentale scoprire le memorie collegate ai sintomi della sua fobia dei serpenti. Le migliori “mete” terapeutiche sono spesso quelle scoperte attraverso il collegamento tra una recente esperienza fobica molto intensa e un’esperienza che Franca poteva ricordare con un’altrettanto significativa intensità emotiva.

  • Ad esempio, se Franca fosse stata terrorizzata all’idea di vedere un serpente durante una passeggiata in un parco, sarebbe stato essenziale esaminare quella paura, indagare le emozioni associate, le sensazioni fisiche – come vertigini o sudorazione – e le credenze sottostanti, come “Sono in pericolo“. Queste informazioni avrebbero consentito di “ritornare indietro” e individuare l’origine della fobia.

Immaginiamo, ad esempio, che Franca ricordasse un’esperienza in cui, da bambina, era stata spaventata da un serpente in un bosco. Potrebbe non essere stata un’esperienza direttamente traumatica, ma abbastanza impressionante da innescare la fobia. Lavorando su questa memoria specifica con la terapia EMDR, rielaborandola e depotenziando la carica emotiva associata, potremmo iniziare a ridurre l’intensità della fobia.

Una volta rielaborata la memoria traumatica e ridotto il livello di stress a zero, installiamo la nuova convinzione positiva, come “Sono al sicuro“. Franca, quindi, immagina di trovarsi di nuovo di fronte a un serpente in futuro, ma stavolta si sente rilassata e a proprio agio, con un livello di disagio che è normale per chiunque si trovi di fronte a una situazione simile.

Tuttavia, non tutte le fobie hanno un’origine così chiaramente identificabile o sono legate a episodi traumatici specifici. Alcune fobie possono essere simboliche o multicausali e possono richiedere un tempo più lungo per essere trattate.

Ad esempio, la fobia dei serpenti di Franca potrebbe essere collegata a un evento traumatico specifico, ma potrebbe anche essere una manifestazione di una più generale paura dell’ignoto o dell’incontrollabile. In tali casi, il trattamento richiederà una strategia più complessa e un impegno più lungo.

4 – Efficacia della Terapia EMDR per le fobie

Nel lavorare con esperienze traumatiche e fobie, è importante considerare tutti gli elementi associati alla paura del paziente. Ogni aspetto della fobia, sia esso legato a specifiche esperienze, ricordi, emozioni o sensazioni fisiche, può fornire informazioni preziose per la terapia. Ad esempio, nel caso di Franca, la sua fobia dei serpenti potrebbe essere collegata a un particolare evento della sua infanzia, o potrebbe essere una manifestazione di preoccupazioni più ampie riguardanti la sicurezza e il controllo.

Per ottenere un quadro completo della fobia è importante acquisire il feedback del paziente su ciò che ostacola la capacità di affrontare l’oggetto della paura. In questo modo, si possono identificare e affrontare potenziali ostacoli nel processo terapeutico.

  • Ad esempio, se Franca riferisce che la sola idea di un serpente suscita in lei una paura paralizzante, queste informazioni possono essere usate per guidare la successiva focalizzazione del trattamento.

Nel corso del trattamento, potrebbero emergere nuove informazioni, nuovi ricordi o nuove associazioni. Non si tratta di fallimenti, ma di nuove opportunità per capire meglio la fobia del paziente e indirizzare il trattamento in maniera più efficace. Il processo terapeutico è dinamico e richiede la capacità di adattarsi e reindirizzare il focus in base alle esigenze e alle risposte del paziente.

Nel caso di Franca, per esempio, se nel corso del trattamento emergesse un collegamento tra la sua fobia dei serpenti e un trauma dell’infanzia precedentemente non rilevato, questo potrebbe cambiare il corso del trattamento. In questo caso, il trattamento potrebbe richiedere di affrontare prima il trauma sottostante prima di poter risolvere efficacemente la fobia dei serpenti.

Riassumendo, lavorare con fobie richiede un’attenzione continua e accurata alle esperienze e alle reazioni del paziente. Le informazioni ottenute durante il trattamento possono fornire indicazioni preziose su come procedere e garantire i migliori risultati possibili.

5 – Prendere in considerazione tutte le parti associate alla paura

La terapia EMDR ha dimostrato di essere particolarmente efficace nel trattamento di fobie che derivano da incidenti traumatici specifici e facilmente identificabili. Se, ad esempio, Franca avesse sviluppato la sua paura dei serpenti in seguito a un incontro traumatico con uno di essi, l’EMDR potrebbe essere una scelta di trattamento altamente efficace.

Terapia EMDR per le fobie simboliche o multicausali

Tuttavia, esistono fobie che sono simboliche o derivano da cause multiple e, in tali casi, il trattamento può richiedere un periodo di tempo più lungo. Consideriamo, per esempio, la paura di Franca dei serpenti. Se questa paura non fosse legata a un evento traumatico specifico ma fosse piuttosto un simbolo di preoccupazioni più ampie riguardanti la sicurezza o il controllo, il trattamento potrebbe richiedere un approccio più complesso e un periodo di tempo più lungo.

Un altro aspetto da considerare è che alcune fobie possono essere collegate a traumi profondamente radicati e non necessariamente collegati all’oggetto specifico della paura.

  • Per esempio, se la fobia dei serpenti di Franca fosse legata a un trauma infantile non direttamente collegato ai serpenti, sarebbe importante trattare prima il trauma sottostante per poter poi affrontare efficacemente la fobia stessa.

In definitiva, il trattamento di una fobia con l’EMDR richiede una valutazione accurata e un’analisi approfondita delle possibili cause sottostanti.

Il terapeuta deve essere pronto ad affrontare non solo la fobia in sé, ma anche i fattori sottostanti che contribuiscono a essa. Questo approccio olistico e personalizzato può richiedere più tempo e pazienza, ma con la giusta guida e la volontà di affrontare le questioni profonde, l’EMDR può offrire un percorso di guarigione efficace per i pazienti come Franca.

Prove di efficacia in letteratura per la terapia EMDR per le fobie

L’EMDR è una tecnica di psicoterapia utilizzata principalmente per il trattamento del disturbo post-traumatico da stress (PTSD)

L’efficacia dell’EMDR nel trattamento di fobie specifiche può essere attribuita alla sua capacità di facilitare la rielaborazione dei ricordi disadattivi associati alla condizione fobica: la terapia EMDR prevede l’uso di stimoli bilaterali, come i movimenti oculari, per aiutare gli individui a elaborare e riformulare i ricordi o le esperienze traumatiche. Questo processo può aiutare gli individui a ridurre l’intensità della loro risposta alla paura e a sviluppare meccanismi di coping più adattivi.

Diversi studi hanno analizzato l’efficacia dell’EMDR nel trattamento di fobie specifiche.

  • Ad esempio, uno studio clinico randomizzato del 2013 ha rilevato che l’EMDR era efficace nel ridurre la fobia dentale nei partecipanti. Analogamente, uno studio del 1998 ha confrontato l’efficacia dell’EMDR e della terapia di esposizione nel trattamento della fobia dei ragni nei bambini e ha riscontrato che entrambi i trattamenti erano efficaci.
  • Inoltre, nel 2017 è stata condotta una revisione sistematica della letteratura sull’uso dell’EMDR al di là del PTSD e ha trovato prove a sostegno della sua efficacia nel trattamento di fobie specifiche, come l’ansia da volo e la fobia dentale. La revisione ha evidenziato il potenziale dell’EMDR come strumento utile nel trattamento di fobie specifiche, indipendentemente dal fatto che siano correlate ai sintomi del PTSD.
  • Un altro studio significativo, pubblicato nel 2017 su Frontiers in Psychology e incentrato sul trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) nei bambini e negli adolescenti, ha indicato che l’EMDR può essere efficace non solo per il PTSD, ma anche per disturbi correlati al trauma, come le fobie.
  • Infine, una revisione sistematica pubblicata nel 2021 sul Journal of EMDR Practice and Research ha esaminato l’efficacia dell’EMDR nel trattamento delle fobie specifiche e ha concluso che gli studi supportano la sua efficacia nel ridurre i sintomi fobici e migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Questi studi forniscono un solido supporto scientifico per l’impiego della terapia EMDR nel trattamento delle fobie, offrendo speranza ai pazienti che cercano un trattamento efficace per superare le loro paure.

Esempi clinici di pazienti fobici trattati con EMDR

Terapia EMDR per la fobia degli scarafaggi: il caso di Giovanni

Giovanni ha cercato una terapia per la sua persistente e opprimente paura degli scarafaggi. Quando aveva 13 anni e viveva in Africa con i suoi genitori, ha vissuto un evento traumatico che è stato all’origine della sua fobia. Giovanni ricorda vividamente di essere entrato in cucina una sera e di essersi trovato di fronte a uno spettacolo orribile: il pavimento ricoperto di scarafaggi. Non sapendo se ne avesse involontariamente calpestato uno, provò un profondo senso di impotenza e temette di essere divorato dagli insetti.

Durante la valutazione iniziale è emerso che la paura di Giovanni per gli scarafaggi aveva un impatto significativo sulla sua vita quotidiana. Provava intense sensazioni di disgusto, paura e panico ogni volta che incontrava anche solo un piccolo insetto. Bob ha descritto i disturbi al petto, allo stomaco e ai piedi, in particolare la famigerata sensazione di “scricchiolio”. Ha espresso un forte desiderio di superare la sua fobia e di riprendere il controllo delle sue emozioni.

Per prepararsi al trattamento EMDR, il terapeuta ha iniziato installando diverse risorse. Giovanni ha accolto prontamente il concetto di un luogo sicuro, dove potersi ritirare per calmarsi ogni volta che era necessario. Ha anche identificato una figura di riferimento e un protettore che lo sostenesse durante il processo terapeutico. Con queste risorse a disposizione Giovanni si è sentito pronto a iniziare l’EMDR e ha scelto il tapping sulle ginocchia come forma di stimolazione bilaterale (BLS) preferita.

Il terapeuta ha guidato Giovanni attraverso il processo, chiedendogli di richiamare l’immagine angosciante degli scarafaggi in cucina, le sensazioni associate nel suo corpo e le emozioni e i pensieri di impotenza che l’accompagnavano. Quando il terapeuta ha iniziato la BLS battendo sulle ginocchia di Giovanni, ha notato che il suo respiro diventava pesante e affannoso. Tuttavia, nel giro di poco tempo, l’intensità ha cominciato a diminuire.

Il terapeuta ha seguito il protocollo EMDR, affrontando vari aspetti della fobia di Giovanni. Ha esplorato gli eventi antecedenti, approfondendo eventuali ulteriori episodi traumatici legati agli scarafaggi e il loro effetto sulla sua paura. Hanno poi affrontato tutte le esperienze precoci che possono aver contribuito alla fobia, insieme al ricordo specifico dell’incontro con gli scarafaggi in cucina. Giovanni ha ricordato la sua risposta di congelamento e la paura sottostante di essere consumato dagli insetti. Attraverso una rielaborazione mirata, il terapeuta ha guidato quindi Giovanni a sfidare e trasformare la sua convinzione di impotenza.

Nelle sedute successive, il terapeuta ha continuato a rielaborare altri stimoli associati e sensazioni fisiche legate agli scarafaggi. Sono stati esplorati i fattori scatenanti e le esperienze recenti che hanno intensificato la paura e si è lavorato per stabilire modelli positivi per i futuri incontri con la paura. Il terapeuta ha anche incoraggiato il paziente ad affrontare gradualmente la sua paura in situazioni di vita reale, costruendo la sua resilienza e la sua fiducia.

Trattamento della Paura di Prendere l’Ascensore con EMDR: il caso di Alice

Alice si è rivolta a me perché soffriva di una forte paura di prendere l’ascensore. Era una donna in carriera, ma questa paura stava limitando la sua vita e le opportunità lavorative. Mi ha raccontato che ogni volta che doveva prendere un ascensore provava intensa ansia e preferiva salire le scale anche se era scomodo o richiedeva più tempo.

Quando le ho chiesto da quanto tempo aveva questa paura, mi ha detto che era iniziata anni prima quando era rimasta bloccata in un ascensore per diverse ore a causa di un guasto tecnico. Durante quelle ore di attesa forzata, Alice aveva sviluppato progressivamente un senso di claustrofobia e panico che aveva condizionato la sua relazione con gli ascensori da allora.

Abbiamo cominciato il trattamento focalizzandoci su quella specifica esperienza negativa dell’ascensore. Alice ha descritto l’immagine più spaventosa: bloccata nell’ascensore buio, sentendo i suoi battiti accelerati e respirando affannosamente. La convinzione negativa (CN) associata era “Sono intrappolata” mentre la convinzione positiva (CP) era “Posso stare al sicuro”. La valutazione del disturbo (VoC) è stata valutata come 8 sul SUDS con una sensazione corporea nell’esofago come tensione.

Abbiamo iniziato il processo ripassando l’evento traumatico nel ricordo di Alice e facilitando il movimento degli occhi (BLS). Durante il trattamento, Alice ha rievocato intense ondate di emozioni e sensazioni corporee. In seguito, le ho chiesto di tornare all’immagine originale e mi ha confermato che non provava più un forte carico emotivo. Per assicurarci che tutto fosse stato elaborato correttamente, le ho chiesto di scorrere mentalmente l’intera esperienza e cercare qualsiasi residuo negativo o carico ancora presente. Grazie a questa scansione, abbiamo individuato altri dettagli ancora attivi sul cui lavorare.

Abbiamo quindi focalizzato l’attenzione su quei punti specifici dell’esperienza e ripetuto il processo di BLS fino a quando Alice non ha riportato uno SUDS pari a zero per l’intera esperienza. Successivamente, abbiamo installato una nuova CP positiva “Sono libera da paura” mentre Alice ripercorreva mentalmente l’esperienza senza provare ansia né panico.

Le ho chiesto se poteva immaginare di prendere nuovamente un ascensore in futuro e lei mi ha risposto che si sentiva pronta. Ho quindi incoraggiato Alice a immaginare tutti i passaggi per prendere nuovamente l’ascensore: avvicinarsi all’ascensore, premere il pulsante, entrare nell’ascensore e vivere la sensazione piacevole del movimento verso l’alto senza provare paura o disagio.

Dopo alcuni mesi senza notizie da parte sua, ho deciso di contattarla. Alice mi ha confidato che non aveva ancora preso un ascensore di grandi dimensioni, ma aveva iniziato a prendere quelli più piccoli senza provare disagio. Abbiamo quindi analizzato insieme cosa stava ostacolando il suo progresso e abbiamo scoperto che provava ansia nel fare una chiamata per prenotare un volo o inviare un messaggio.

Ci siamo concentrati su quella specifica ansia, ripercorrendo un ricordo correlato carico emotivamente. Dopo aver elaborato questo ricordo, Alice ha immaginato se stessa telefonicamente per prenotare una corsa in ascensore, seguita dai restanti passaggi fino all’arrivo al suo destino senza provare ansia o paura.

Dopo questa sessione, Alice mi ha comunicato di sentirsi pronta ad affrontare una nuova esperienza con un ascensore di grandi dimensioni. Poco tempo dopo mi ha informato di aver superato con successo la sua paura prendendo un ascensore che l’ha portata al suo appuntamento di lavoro.

Trattamento EMDR della paura degli aghi: il caso di Giulia

Giulia ha deciso di iniziare un trattamento EMDR perché soffre di una forte paura degli aghi. A causa di questo timore, Giulia evita qualsiasi tipo di procedura medica che coinvolga l’utilizzo di aghi, come prelievi del sangue o iniezioni. Durante la fase di preparazione, abbiamo lavorato sulla creazione di un luogo sicuro per Giulia, che si è immaginata sdraiata su una spiaggia tranquilla il cui rumore delle onde l’aiutava a rilassarsi. Abbiamo anche identificato una figura protettiva nella sua vita, ovvero un amico fidato che le forniva supporto emotivo durante il processo terapeutico.

Durante la fase dell’elaborazione del bersaglio, ho chiesto a Giulia di fermarsi su una recente situazione in cui ha sperimentato la sua paura degli aghi al massimo livello. Mi ha raccontato di quando è stata sottoposta ad un prelievo del sangue al laboratorio medico e ha iniziato ad avere panico e ansia intensa. Abbiamo identificato questa situazione come il “punto peggiore” connesso alla sua paura degli aghi e abbiamo lavorato su questa immagine mentale attraverso i movimenti oculari bilateralmente stimolati.

Dopo alcune sessioni, Giulia ha cominciato a realizzare che la sua paura non era solo legata agli aghi stessi, ma ad altri eventi passati che avevano contribuito ad alimentare questa emozione negativa. Attraverso le sedute e travaso di memoria, abbiamo scoperto che la sua paura degli aghi era collegata ad una dolorosa esperienza infantile di caduta su una piccola sedia con le gambe in metallo, simili ad aghi, che le avevano causato un forte dolore alle gambe. Questo evento aveva causato un’associazione tra il dolore e gli aghi stessi.

Con l’aiuto dell’EMDR, Giulia ha cominciato ad elaborare questo ricordo doloroso e a disimparare l’associazione negativa tra gli aghi e il dolore. Attraverso l’utilizzo della stimolazione bilaterale dei movimenti oculari, siamo riusciti a ridurre gradualmente l’intensità emozionale legata al ricordo del dolore alle gambe. Inoltre, ho incoraggiato Giulia ad esplorare altre situazioni in cui si sentiva in preda alla sua paura degli aghi, come il vedere qualcuno fare un’iniezione o assistere ad una scena di prelievo del sangue in televisione.

Giulia ha notato un progressivo miglioramento nella gestione della sua paura. Ha cominciato a sentire meno ansia e tensione fisica quando pensava agli aghi o si trovava in situazioni che avrebbero potuto scatenare la sua fobia. Progressivamente è riuscita anche ad affrontare alcune situazioni temute come fare un prelievo del sangue senza percepire lo stesso livello di paura che provava prima.

Durante le sessioni successive, abbiamo lavorato sul rafforzamento delle sue risorse interne per aumentare la sua fiducia nella capacità di gestire la paura degli aghi in modo più efficace. Abbiamo consolidato questa convinzione positiva attraverso l’installazione di nuovi pensieri come “Posso affrontare la mia paura degli aghi” e “Sono in grado di gestire le situazioni che coinvolgono aghi in modo sicuro”.

A conclusione del trattamento, Giulia si sente notevolmente migliorata nella gestione della sua paura degli aghi. Non prova più l’ansia paralizzante che provava in passato e ha acquisito delle strategie concrete per affrontare situazioni che coinvolgono gli aghi. Siamo entrambi fiduciosi che possa continuare a migliorare nel tempo e a vivere una vita meno limitata dalla sua paura.

Conclusioni

In conclusione, il protocollo EMDR per le fobie si rivela un approccio terapeutico altamente efficace per il trattamento delle fobie, tra cui la paura degli aghi. Attraverso l’utilizzo di tecniche specifiche di movimenti oculari bilaterali e la rielaborazione dei ricordi traumatici associati alla fobia, l’EMDR offre ai pazienti l’opportunità di trasformare le loro emozioni negative in risposte più adattive e funzionali.

Come dimostrato dagli esempi clinici presentati, il trattamento EMDR può svolgere un ruolo significativo nel superare le paura specifiche. Lavorando con i pazienti per identificare i ricordi specifici e le associazioni negative che alimentano la loro fobia, i terapeuti possono aiutare i pazienti a rielaborare queste esperienze passate in modo da ridurre l’intensità dell’emozione negativa associata alle fobie. Questo processo consente ai pazienti di sviluppare nuove risposte emotive e comportamentali integrate e sperimentare una maggiore fiducia nella gestione della loro paura.

Inoltre, il protocollo EMDR per le fobie offre anche opportunità per l’affermazione delle risorse interne del paziente. Attraverso la costruzione di immagini mentali di luoghi sicuri, figure protettive e pensieri positivi, i pazienti sono in grado di sviluppare una base solida su cui contare durante le situazioni temute legate alla fobia degli aghi.

È importante sottolineare che il trattamento delle fobie attraverso l’EMDR richiede la guida esperta di un terapeuta EMDR qualificato. La terapia dovrebbe essere personalizzata per adattarsi alle specifiche esigenze del paziente e il progresso deve essere monitorato attentamente nel corso delle sessioni.

In conclusione, le testimonianze raccontate attraverso gli esempi clinici dimostrano che l’EMDR può essere un prezioso strumento per liberarsi dalle fobie, permettendo ai pazienti di vivere una vita più libera e soddisfacente.

Se siete affetti da una paura debilitante degli aghi, dei ragni, dell’aereo o qualsiasi altra fobia, l’EMDR potrebbe essere la soluzione che stavi cercando per superare i tuoi ostacoli emotivi e raggiungere una maggiore serenità.

Non esitate a consultare un professionista esperto per iniziare il vostro viaggio verso il recupero e il benessere!

terapia psicologica emdr

Terapia Psicologica EMDR: Come Può Essere Utile?

Hai mai sentito parlare dell’EMDR? Questa terapia psicologica innovativa sta cambiando il modo in cui affrontiamo …

Internet e Videogiochi tra i giovani

Uso Problematico di Internet e dei Videogiochi tra i Giovani: Una Sfida Moderna

Un'analisi sull'uso problematico dei videogiochi tra i giovani, esplorando le cause, le conseguenze e gli interventi possibili …