Vengono illustrate le comparazioni, fondate su studi di diverso tipo, tra l’EMDR e gli altri approcci diffusi per il trattamento del DPTS (Disturbo Post Traumatico da Stress), come la Terapia Cognitivo-Comportamentale e quella espositiva. Entrambi gli approcci si sono rivelati meno efficienti dell’EMDR e, inoltre, ne vengono sottolineati i lati negativi come la necessità di completare un certo numero di ore di compiti a casa o i pericoli della terapia espositiva per lo stesso terapista.
Le terapie standard per il DPTS o Disturbo Post Traumatico da Stress
In contemporanea con la pubblicazione del primo studio sulla EMDR nel 1989, sono stati diffusi anche i primi tre studi sulla terapia cognitivo-comportamentale (TCC) per il trattamento del disturbo post traumatico da stress. Il primo utilizzava la desensibilizzazione e partecipanti civili, gli altri due testavano l’immersione (esposizione) su veterani di guerra. Tutti e tre gli studi hanno ottenuto effetti solo moderati dopo 6-14 sessioni, mentre quello sull’EMDR ha mostrato una significativa desensibilizzazione del ricordo traumatico in una sola sessione. Un articolo nel 1992 sottolineò che tutti gli studi pubblicati erano affetti da limitazioni metodologiche, affermando che “sono necessarie ulteriori ricerche per dichiarare efficace come trattamento a lunga durata del DPTS uno qualunque degli approcci presi in considerazione”.
La terapia espositiva è spesso indicata come scelta migliore per il DPTS. In essa il paziente racconta la sua esperienza traumatica per un’ora durante la sessione di trattamento e poi, solitamente, ascolta una registrazione della sessione stessa per un’ora ogni giorno. Inoltre questa terapia prevede anche dei compiti a casa di esposizione in vivo, della durata di circa un’ora al giorno, durante i quali il paziente si mette alla prova con una delle attività che gli sono impedite dal trauma (ad esempio recarsi nei luoghi dove si sono verificati i fatti traumatici).
Nonostante la terapia espositiva richieda al paziente molte ore (ad esempio dalle 15 alle 85), studi controllati hanno indicato che normalmente si raggiunge solo il 60% di guarigioni da DPTS. Ad esempio una ricercatrice e le sue colleghe hanno riportato il 55% di diminuzioni di diagnosi di DPTS in donne vittime di aggressioni che avevano ricevuto 10.5 ore di terapia espositiva e si erano impegnate in 24 ore di compiti. Uno studio controllato inglese sull’esposizione, invece, ha raggiunto l’80% di riduzioni della diagnosi di DPTS utilizzando una combinazione di esposizione immaginativa e terapia in vivo accompagnata dal terapista. Questo trattamento prevedeva 15 ore di sedute e 70-100 di compiti a casa e i ricercatori hanno affermato che, per ottenere buoni risultati, era necessario completare almeno il 50% dei compiti. Questa necessità di completamento dei compiti, nei contesti comunitari dove essa è molto meno probabile, potrebbe limitare la generalizzazione della terapia espositiva, oltre a danneggiare l’efficacia su pazienti le cui capacità sono compromesse da forti sofferenze. I ricercatori inglesi hanno anche riportato che i terapisti che somministravano il trattamento espositivo tendevano a sviluppare disturbi a causa delle storie dettagliate a cui venivano sottoposti durante le sedute.
L’EMDR per il DPTS o Disturbo Post Traumatico da Stress
Al contrario quattro studi dell’EMDR hanno riportato un’eliminazione del 77-90% delle diagnosi di disturbo post traumatico da stress (DPTS) in pazienti civili dopo 3-7 sessioni (senza l’utilizzo di compiti). Studi che coinvolgevano partecipanti con DPTS hanno riscontrato una significativa diminuzione di buona parte dei sintomi dopo due o tre sessioni attive del trattamento. Questi effetti sono risultati presenti anche in valutazioni successive al trattamento, ad esempio uno studio ha riportato una diminuzione dell’84% nelle diagnosi di DPTS a 15 mesi di distanza. Studi comprendenti controlli in lista d’attesa hanno trovato l’EMDR migliore e altri che comparavano l’EMDR a trattamenti comunemente usati, come il rilassamento con biofeedback, l’ascolto attivo e altre svariate forme di terapie individuali usate dall’istituto Kaiser della HMO, l’hanno valutata come superiore alla condizione di controllo nella misurazione dello stress post-traumatico.
Cinque studi clinici randomizzati hanno comparato l’EMDR alle terapie espositive e alle terapie cognitive con aggiunta di esposizione, affermando che l’EMDR e il controllo cognitivo/comportamentale sono relativamente equivalenti sotto diverse misurazioni. Due studi hanno riportato una superiorità dell’EMDR per quanto riguarda i sintomi intrusivi del DPTS e un altro (che utilizzava l’esposizione immaginativa in aggiunta a quella in vivo assistita dal terapista) ha riportato una superiorità della TCC in 2 delle 10 sottoscale di valutazione. Ci sono stati anche due studi controllati non randomizzati: uno ha trovato le condizioni della TCC superiori a quelle dell’EMDR, mentre l’altro ha riportato una superiorità dell’EMDR rispetto alla TCC in varie misurazioni.
Due studi hanno riscontrato una maggiore efficacia dell’EMDR rispetto alla condizione di controllo della TCC, dal momento che l’EMDR necessitava di meno sessioni di trattamento per raggiungere gli effetti desiderati e aveva più partecipanti che avevano raggiunto buoni risultati in tre sessioni. Come è già stato notato, i trattamenti TCC richiedono, generalmente, una o due ore di compiti a casa giornalieri, mentre l’EMDR viene condotta senza il loro utilizzo, questo fa sì che i tempi generali di trattamento dell’EMDR siano sostanzialmente inferiori e più sopportabili per molti pazienti.
Efficienza della terapia EMDR
L’equivalenza di EMDR e TCC nel trattamento del DPTS è stata confermata in due meta-analisi; una esaminava anche l’efficienza e ha concluso che l’EMDR è da questo punto di vista superiore alla TCC dal momento che gli studi di ricerca hanno utilizzato meno sessioni per raggiung