Le 8 Fasi della Tecnica EMDR

Le 8 Fasi della Tecnica EMDR

Questo articolo è stato aggiornato il: 3 Novembre 2023

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una tecnica di psicoterapia che aiuta le persone a elaborare le esperienze traumatiche.

La tecnica EMDR consiste in otto fasi che forniscono una struttura per il processo di trattamento. Queste otto fasi fungono da “mappa” per il terapeuta EMDR e descrivono ciò che accade durante ogni fase. Ogni fase si concentra su un aspetto particolare del trattamento e tutte e otto le fasi contribuiscono all’effetto complessivo della terapia EMDR.

Obiettivo della Terapia EMDR

L’obiettivo della terapia EMDR è quello di facilitare l’elaborazione accelerata delle informazioni e di aiutare le persone a guarire da esperienze traumatiche

Il tempo necessario per completare la terapia EMDR varia a seconda dell’individuo e della gravità del trauma. Una tipica sessione di terapia EMDR dura dai 60 ai 90 minuti e possono essere necessarie una o più sessioni per elaborare un’esperienza traumatica.

Si può trovare una descrizione completa della teoria, della sequenza delle fasi del trattamento e della ricerca sui protocolli e sui meccanismi attivi, nel libro di F. Shapiro (2019) “Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari: Principi di base, protocolli e procedure” edito per Raffaello Cortina Editore

La terapia concentra l’attenzione su tre momenti: il passato, il presente e il futuro. Ci si focalizza su ricordi traumatici e sui relativi eventi appartenenti al passato, si tiene conto delle situazioni presenti che causano disagio e si porta il paziente a sviluppare capacità e tecniche necessarie ad affrontare con successo il futuro.

Le 8 fasi della Tecnica EMDR

Le otto fasi della terapia EMDR sono:

  1. Rilevazione della storia e pianificazione del trattamento: In questa fase, il terapeuta raccoglie informazioni sulla storia del cliente e identifica i ricordi target.
  2. Preparazione: Il terapeuta spiega il processo della terapia EMDR, i termini e stabilisce le aspettative. Vengono affrontati tutti i dubbi e le domande del cliente e viene creato un ambiente sicuro.
  3. Valutazione: Il terapeuta esamina e valuta in modo approfondito i ricordi, i sentimenti, le convinzioni, ecc.
  4. Desensibilizzazione: Il terapeuta utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione bilaterale per elaborare i ricordi.
  5. Installazione: Vengono installate credenze positive su di sé per sostituire le credenze e gli affetti negativi associati ai ricordi.
  6. Scansione corporea: Qualsiasi sintomo fisiologico residuo viene eliminato con un’ulteriore stimolazione bilaterale.
  7. Chiusura: Il cliente viene riportato a un equilibrio sicuro e tranquillo al termine della seduta.
  8. Rivalutazione: Il terapeuta verifica che tutti gli aspetti della memoria siano stati completamente elaborati.

Fase 1 – Raccolta della storia e definizione degli obiettivi

La prima fase consiste in una o più sessioni di raccolta dell’anamnesi. Il terapeuta valuta la preparazione del paziente e elabora un piano per il trattamento.

Insieme paziente e dottore identificano i possibili obiettivi della terapia che possono essere ricordi angoscianti, così come situazioni presenti che causano un disturbo emotivo, o anche incidenti correlati avvenuti nel passato. Viene sottolineata anche l’importanza di sviluppare abilità e comportamenti specifici che saranno utili al paziente in situazioni future.

Se il paziente ha avuto un’infanzia problematica, la parte iniziale della terapia può essere diretta ad avvenimenti relativi ad essa, piuttosto che a fattori stressanti della vita adulta o  particolari incidenti critici. Generalmente quando i soggetti sviluppano nuove intuizioni, il disagio emotivo si risolve e iniziano a cambiare il proprio comportamento.

La lunghezza del trattamento dipende dal numero di traumi accumulati e dall’età di sviluppo del PTSD: generalmente pazienti con un singolo evento traumatico risalente all’età adulta (il cosiddetto T grande) possono essere trattati con successo in meno di 5 ore, mentre le vittime di traumi multipli richiedono un trattamento più lungo.

Vignetta Clinica della fase 1

Durante il mio percorso come terapeuta, ho avuto il privilegio di lavorare con Maria, una coraggiosa donna di 35 anni che aveva vissuto un’aggressione sessuale durante la sua adolescenza. Questo traumatico evento aveva lasciato profonde cicatrici emotive, manifestandosi sotto forma di sintomi del disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Desiderando affrontare e superare questo dolore, Maria scelse di intraprendere un percorso terapeutico attraverso la terapia EMDR.

Nella nostra prima sessione, ho dedicato tempo a comprendere a fondo la storia di Maria, raccogliendo la sua dettagliata anamnesi e costruendo con lei un rapporto di fiducia e comprensione. Durante questo incontro, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul ricordo dell’aggressione, identificandolo come il punto centrale del nostro lavoro terapeutico.

Ho spiegato a Maria il percorso e le metodologie dell’EMDR, assicurandomi che lei si sentisse a proprio agio e sicura nell’ambiente terapeutico. Durante la nostra conversazione, Maria ha manifestato alcune comprensibili preoccupazioni e dubbi riguardo al processo. Con pazienza e empatia, ho risposto alle sue domande, cercando di dissipare ogni sua incertezza e rassicurandola sulla validità e l’efficacia dell’approccio EMDR.

Inoltre, ho sottolineato con Maria l’importanza di sviluppare e integrare nuove abilità e comportamenti che le avrebbero fornito strumenti concreti da utilizzare in situazioni future, permettendole di affrontare eventuali trigger o difficoltà con maggiore resilienza.

Insieme, abbiamo deciso di proseguire con la terapia EMDR e, forte della fiducia reciproca, ho programmato la nostra successiva sessione, pronti ad intraprendere questo percorso di guarigione e rinascita.

Fase 2 – Preparazione del Paziente

La fase 2 della tecnica EMDR svolge un ruolo cruciale nel preparare il paziente al successivo lavoro terapeutico.

Durante questa tappa, l’accento viene posto sulla sicurezza emotiva del paziente, poiché nelle sessioni a venire potrebbero emergere ricordi traumatici o esperienze dolorose. Il terapeuta introduce il paziente a vari metodi e strumenti per aiutarlo a gestire e controllare eventuali disagi emotivi. Questo può includere la presentazione di immagini rilassanti o la guida attraverso esercizi di visualizzazione, al fine di aiutare il paziente a raggiungere uno stato di calma.

Un aspetto distintivo dell’EMDR è la sua capacità di produrre risultati terapeutici in tempi relativamente brevi. Tuttavia, ciò non deve compromettere il benessere del paziente tra una sessione e l’altra.

È quindi essenziale che durante la fase 2, il terapeuta stabilisca un solido rapporto di fiducia con il paziente, assicurando che quest’ultimo si senta supportato durante tutto il percorso.

La fase 2 mira inoltre a fornire al paziente gli strumenti e le risorse necessarie per gestire eventuali crisi emotive che potrebbero emergere tra le sessioni, garantendo un percorso terapeutico sicuro e continuo.

La finalità è sempre che, mentre l’EMDR porta a cambiamenti significativi, il paziente mantenga un equilibrio emotivo durante tutto il trattamento.

Vignetta Clinica della fase 2

Durante la nostra seconda sessione, ho avuto l’opportunità di approfondire con Maria la comprensione del processo EMDR. Le ho illustrato con cura ogni fase, assicurandomi che comprendesse la natura progressiva e integrativa del trattamento. Essendo consapevole della sua vulnerabilità e dei possibili affioramenti di forti emozioni, ho condiviso con Maria diverse tecniche di rilassamento. Queste tecniche l’avrebbero aiutata a ritrovare la calma e a gestire efficacemente qualsiasi turbamento emotivo durante o al di fuori delle nostre sessioni.

La costruzione di un rapporto di fiducia è stata fondamentale. Volevo che Maria sapesse che, in quel percorso, non era sola e che avrebbe sempre avuto un punto di riferimento solido e professionale in me. Abbiamo anche esplorato insieme strumenti e risorse che potevano servire a Maria come ancoraggi, qualora avesse attraversato momenti particolarmente intensi tra una sessione e l’altra.

Nonostante la sua determinazione, era naturale che Maria avesse delle preoccupazioni. Le sue domande erano legittime e riflettevano la profondità della sua esperienza traumatica. Ho accolto ogni suo dubbio con attenzione, offrendo risposte chiare e rassicurazioni. Inoltre, abbiamo discusso sull’importanza di integrare nel suo quotidiano nuove abilità e comportamenti che la avrebbero aiutata a fronteggiare situazioni potenzialmente stressanti in futuro.

Alla fine della nostra sessione, ho percepito in Maria una crescente fiducia non solo nel processo terapeutico, ma anche in se stessa. Convinta della validità del percorso intrapreso, ha deciso di proseguire con la terapia EMDR. Con reciproca determinazione, abbiamo quindi programmato il nostro prossimo incontro, pronti a continuare insieme il viaggio verso la sua guarigione.

Fasi 3,4,5,6 – Rielaborazione e Desensitizzazione

Dalla fase tre alla sei si identifica un obiettivo da elaborare tramite le procedure della terapia. Il paziente deve quindi concentrarsi su tre cose:

  1. Un’immagine vivida relativa al passato
  2. Una convinzione negativa riguardo a se stesso
  3. Le emozioni e le sensazioni fisiche connesse

In più deve identificare una convinzione positiva molto importante nelle situazioni di stress e alta emotività durante il trattamento. Il terapeuta aiuta il paziente a valutare il pensiero positivo così come ad intensificare le sensazioni negative.

  • Successivamente, al paziente viene chiesto di concentrarsi sull’immagine, il pensiero negativo e le sensazioni fisiche mentre, contemporaneamente, viene sottoposto al trattamento EMDR usando stimolazioni bilaterali come movimenti degli occhi, colpetti (detto tapping) e suoni (la durata e il tipo di stimolo è diverso per ogni cliente).
  • A questo punto al soggetto viene indicato di prestare semplicemente attenzione a ciò che gli accade spontaneamente: dopo ogni sessione di stimoli, il terapeuta lo invita a lasciare che la sua mente si svuoti e a notare qualsiasi pensiero, sentimento, immagine, ricordo o sensazione si presenti.

A seconda del resoconto del paziente, lo specialista sceglierà l’aspetto successivo su cui concentrarsi e questo processo, consistente in una serie di stimoli incentrati su un unico obiettivo, può ripetersi numerose volte in un’unica sessione.

Se il paziente si sente a disagio o presenta difficoltà nel proseguire, il terapeuta è tenuto a seguire la procedura preposta dal manuale per aiutarlo a tornare sul percorso. In caso in cui ciò non sia efficace allora viene chiesto al paziente di ripensare alla convinzione positiva decisa precedentemente, all’inizio della sessione, chiedendo al paziente di concentrarsi su di essa durante la successiva serie di eventi stressanti.

Vignetta clinica delle fasi 3,4,5,6

La fase 3 del nostro percorso terapeutico con Maria ha rappresentato un passo cruciale nel suo viaggio di guarigione. In questa tappa, l’ho accompagnata nel confrontarsi profondamente con l’immagine traumatica dell’aggressione che aveva vissuto. L’obiettivo era permettere a Maria di esplorare le convinzioni negative che aveva sviluppato su se stessa a seguito dell’evento e le emozioni e sensazioni fisiche connesse a quel ricordo. Insieme, abbiamo individuato una convinzione positiva che Maria poteva utilizzare come ancoraggio durante i momenti di particolare stress ed emotività nel trattamento.

Man mano che approfondivamo il suo stato emotivo, ho osservato l’intensità delle sensazioni negative di Maria. Ho valutato il suo legame con il pensiero positivo che avevamo identificato, per assicurarmi che fosse solido e significativo per lei. A questo punto, abbiamo iniziato il vero e proprio trattamento EMDR: attraverso stimolazioni bilaterali come movimenti oculari, colpetti e suoni, ho guidato Maria nell’elaborazione del trauma.

Dopo ogni serie di stimoli, ho invitato Maria a lasciare andare ogni pensiero e a condividere con me qualsiasi immagine, ricordo, emozione o sensazione che emergesse. Questo ciclo è stato ripetuto molte volte all’interno della stessa sessione. Era essenziale monitorare il benessere di Maria, e in ogni momento in cui percepivo che potesse sentirsi sopraffatta o in difficoltà, mi sono attenuto scrupolosamente alle procedure stabilite per riportarla in uno stato di calma e sicurezza.

Man mano che procedevamo, era importante anche individuare e affrontare eventuali convinzioni negative residue che avrebbero potuto ostacolare il suo processo di elaborazione. Questa attenzione e cura si sono poi estese alla fase 4, durante la quale ho continuato a utilizzare le stimolazioni bilaterali per desensibilizzare ulteriormente il doloroso ricordo dell’aggressione.

Con il progredire della terapia, nella fase 5, il nostro obiettivo era consolidare e rafforzare quella convinzione positiva su se stessa, permettendo a Maria di sostituirla alle precedenti convinzioni negative. E nella fase 6, ho guidato Maria attraverso una “body scan”, un esercizio volto a rilevare e rilasciare eventuali tensioni o sensazioni fisiche residue, assicurandomi che ogni traccia del trauma venisse adeguatamente affrontata e elaborata.

Fase 7

Nella fase sette, fase di chiusura, il terapeuta chiede al paziente di tenere durante la settimana un registro dove documentare qualsiasi materiale inerente che si presenti. L’obiettivo è quello di ricordare al soggetto le attività di gestione del disagio apprese durante la fase 2.

Fase 8

La sessione seguente comincia con la fase otto che consiste nella valutazione dei progressi fatti fino a quel momento. Il trattamento secondo la tecnica EMDR elabora tutte gli eventi storici connessi, gli incidenti attuali che incrementano il disagio e le situazioni future che richiederanno una risposta.

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