Se stai cercando un modo per gestire e ridurre l’ansia, potresti voler considerare la terapia EMDR.
Questo approccio terapeutico standardizzato è particolarmente efficace nel trattamento dei problemi psicologici legati a traumi ed esperienze stressanti, inclusi disturbo d’ansia, disturbo da stress post-traumatico e ansia generalizzata o GAD.
Attraverso la desensibilizzazione e la rielaborazione dei ricordi traumatici, l’EMDR per l’ansia aiuta a ridurre i sintomi e a migliorare la tua qualità di vita.
Punti chiave EMDR e Ansia:
L’EMDR è un metodo terapeutico che facilita il trattamento dei problemi psicologici correlati a esperienze traumatiche ed emotivamente stressanti.
L’EMDR si basa sul modello dell’elaborazione adattiva dell’informazione (AIP) e utilizza la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari.
La terapia EMDR per l’ansia può essere applicata a individui e gruppi nelle diverse fasi del trauma.
Gli disturbi d’ansia, come fobie, disturbo di panico e disturbo da stress post-traumatico, possono essere trattati efficacemente con l’EMDR.
Oltre alla terapia EMDR, ci sono anche altre strategie che possono aiutare ad alleviare i sintomi dell’ansia, come una dieta appropriata e tecniche di rilassamento.
Contenuti
Che cos’è l’EMDR e quando può essere utile
L’EMDR, acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing, è un approccio terapeutico innovativo che si basa sul modello dell’Elaborazione Adattiva dell’Informazione (AIP). Questo metodo è particolarmente efficace nel trattamento di disturbi psicologici correlati a esperienze traumatiche ed emotivamente stressanti.
L’EMDR è stato sviluppato negli anni ’80 dalla psicologa americana Francine Shapiro e si è dimostrato altamente efficace nel contribuire alla riduzione dei sintomi di ansia, depressione e disturbo post-traumatico da stress.
Secondo il modello dell’AIP, quando si verificano esperienze traumatiche, il normale processo di elaborazione dell’informazione può essere bloccato, portando alla persistenza di ricordi frammentati e disfunzionali. L’EMDR facilita il ripristino di questo processo di elaborazione, consentendo alle emozioni, alle sensazioni e alle cognizioni legate all’esperienza traumatica di essere rielaborate in modo adattivo fino alla sua risoluzione.
L’EMDR può essere utile in diversi contesti, come il trattamento di traumi specifici come abuso, incidenti o violenza, ma anche per la gestione dell’ansia generalizzata o dei disturbi d’ansia.
È particolarmente indicato per coloro che hanno difficoltà a superare i traumi passati e hanno bisogno di elaborare in modo sano e adattivo le esperienze negative che influenzano la loro qualità di vita.
Se stai cercando un approccio terapeutico innovativo l’EMDR per l’ansia e il trauma potrebbe essere una soluzione da considerare.
Elaborazione Adattiva dell’Informazione: il cuore dell’EMDR
Al centro dell’EMDR c’è il concetto di Elaborazione Adattiva dell’Informazione (AIP). Secondo questo modello, quando si verifica un evento traumatico, l’informazione associata all’esperienza non viene adeguatamente elaborata e resta bloccata nel sistema di memoria. Questo blocco impedisce alla persona di superare il trauma e può portare a sintomi come ansia, paura e disturbi dell’umore.
L’EMDR lavora per sbloccare l’elaborazione dell’informazione attraverso stimolazioni bilaterali come i movimenti oculari o altri tipi di stimolazione sensoriale.
Durante una sessione di terapia EMDR, il terapeuta guida il paziente attraverso un processo strutturato di focalizzazione del ricordo traumatico, stimolazione bilaterale e rielaborazione dell’esperienza.
Questo processo aiuta a creare nuove connessioni neurali, consentendo all’informazione rimasta bloccata di essere elaborata in modo più adattivo e consentendo al paziente di liberarsi dai sintomi dell’ansia e del trauma.
Come funziona la terapia EMDR per l’ansia
La terapia EMDR per l’ansia utilizza la stimolazione oculare bilaterale per attivare il sistema di elaborazione del cervello.
Attraverso un protocollo articolato in otto fasi, la terapia EMDR promuove la desensibilizzazione e la ristrutturazione del ricordo, consentendo di elaborare le emozioni, le sensazioni e le cognizioni ad esso associate fino a raggiungere una risoluzione adattiva dell’esperienza.
La terapia inizia con l’identificazione del ricordo target, di solito un evento angosciante o un’esperienza traumatica che contribuisce all’ansia. Poi, il terapeuta guida il paziente attraverso una serie di movimenti oculari bilaterali, colpetti (o Tapping) o suoni, stimolando entrambi i lati del cervello per facilitare l’elaborazione del ricordo.
Durante questo processo, il ricordo angosciante viene gradualmente desensibilizzato, il che significa che la sua intensità emotiva viene ridotta. Ciò consente di acquisire una nuova prospettiva sul ricordo e di creare nuove associazioni, portando a una risposta più adattabile e meno ansiogena. Il ricordo viene integrato nella storia personale e collocato nel passato, con un conseguente cambiamento significativo dei sintomi dell’ansia.
Tipologie di Stimolazioni
Oltre alla stimolazione del movimento oculare, si possono utilizzare altre forme di stimolazione bilaterale, come i colpetti o i toni uditivi, a seconda delle preferenze e della valutazione del terapeuta. L’obiettivo principale della terapia EMDR per l’ansia è quello di aiutare il paziente a elaborare e risolvere i ricordi traumatici sottostanti che contribuiscono ai sintomi dell’ansia, con conseguente guarigione a lungo termine e miglioramento della qualità della vita.
Benefici della terapia EMDR per l’ansia
La terapia EMDR offre diversi vantaggi alle persone che lottano contro l’ansia:
Trattamento efficace: Numerosi studi hanno dimostrato che la terapia EMDR è efficace nel ridurre i sintomi dell’ansia e nel migliorare il benessere generale.
Approccio mirato: La terapia EMDR si rivolge ai ricordi e alle esperienze traumatiche principali che contribuiscono all’ansia, con il risultato di una guarigione più duratura e completa.
Risoluzione adattiva: Facilitando la risoluzione adattiva dei traumi del passato, la terapia EMDR aiuta a sviluppare meccanismi di coping e risposte più sane ai fattori scatenanti l’ansia.
Miglioramento della qualità della vita: La terapia EMDR può ridurre in modo significativo i sintomi dell’ansia, consentendo di sperimentare una maggiore serenità, un miglioramento delle relazioni e un senso di responsabilità nell’affrontare le sfide della vita.
Testimonianze: Terapia EMDR per l’ansia
“La terapia EMDR ha veramente trasformato la mia vita. Grazie alla stimolazione dei movimenti oculari, sono riuscita a elaborare e rilasciare gli eventi traumatici che causavano la mia ansia. Ora mi sento più padrona delle mie emozioni e ho un rinnovato senso di speranza per il futuro”. – Maria
“All’inizio ero scettico, ma la terapia EMDR ha cambiato le carte in tavola per la mia ansia. È incredibile come la semplice tecnica della stimolazione bilaterale possa avere un impatto così profondo sulla riduzione dei sintomi dell’ansia. La consiglio vivamente a chiunque stia lottando con l’ansia”. – Luca
Disturbi d’ansia e EMDR
Gli disturbi d’ansia, tra cui fobie, disturbo di panico e disturbo da stress post-traumatico, sono condizioni che possono avere un impatto significativo sulla vita di una persona. Spesso, questi disturbi sono il risultato di traumi passati o di esperienze stressanti che non sono state elaborate adeguatamente.
La terapia EMDR si è dimostrata efficace nel trattamento di tali disturbi, consentendo di affrontare e ridurre la sintomatologia ansiosa associata.
L’EMDR permette di lavorare sui traumi passati e di elaborarli in modo adattivo. Questo processo consente di ridurre l’intensità delle reazioni ansiose associate ai ricordi traumatici, permettendo alle persone di affrontare le situazioni temute in modo più funzionale.
Disturbo d’ansia
Descrizione
Fobie
Paure intense e irrazionali verso un oggetto o una situazione specifica.
Disturbo di panico
Attacchi di panico improvvisi e ricorrenti, spesso accompagnati da sintomi fisici come palpitazioni, tremori e senso di soffocamento.
Disturbo da stress post-traumatico
Ansia persistente e disturbi legati a un evento traumatico, come un incidente, una violenza o un abuso.
La terapia EMDR per l’Ansia è uno strumento efficace poiché consente di elaborare i traumi passati e di ridurre l’intensità delle reazioni ansiose. Attraverso la stimolazione bilaterale oculare e il protocollo articolato in otto fasi, l’EMDR aiuta i pazienti a integrare i ricordi traumatici nella loro storia personale, favorendo una risoluzione adattiva delle esperienze passate.
La terapia EMDR non solo mira a ridurre i sintomi dell’ansia, ma anche a prevenire le ricadute future. Lavorando sul materiale non elaborato legato ai traumi passati, l’EMDR promuove una gestione funzionale delle situazioni temute e un cambiamento duraturo nella sintomatologia ansiosa.
Come guarire dall’ansia con la terapia EMDR
La terapia EMDR è un approccio terapeutico efficace per il trattamento dell’ansia. Attraverso la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, l’EMDR permette di elaborare i traumi e le esperienze stressanti legate all’ansia, migliorando significativamente la qualità della vita del paziente.
Per guarire dall’ansia con la terapia EMDR, viene utilizzata una fase di preparazione iniziale per identificare gli eventi traumatici o stressanti collegati alle situazioni temute attuali. Successivamente, attraverso una fase di rielaborazione con EMDR, i ricordi stressanti o traumatici vengono risolti in modo adattivo.
Questo processo favorisce la risoluzione del materiale non elaborato legato ai traumi passati, permettendo al paziente di affrontare le situazioni temute in modo più funzionale e di sviluppare strategie di gestione per il futuro.
Inoltre, la terapia EMDR mira a prevenire le ricadute future, garantendo una guarigione a lungo termine.
1)Risoluzione del materiale non elaborato
La terapia EMDR si concentra sulla risoluzione del materiale non elaborato legato ai traumi e alle esperienze stressanti. Attraverso la stimolazione bilaterale oculare e l’elaborazione attiva dei ricordi, l’EMDR favorisce l’integrazione e la trasformazione degli eventi traumatici, consentendo al paziente di superare l’ansia associata a tali esperienze.
2)Integrazione dei ricordi traumatici
L’EMDR facilita l’integrazione dei ricordi traumatici nella storia personale del paziente. Questo processo permette di ridurre l’impatto negativo dei ricordi passati sull’ansia attuale, consentendo al paziente di sviluppare una prospettiva più adattiva e funzionale delle proprie esperienze.
3)Gestione funzionale delle situazioni temute
La terapia EMDR aiuta il paziente a sviluppare strategie di gestione funzionale per affrontare le situazioni temute legate all’ansia. Attraverso il processo di rielaborazione, i ricordi stressanti vengono collocati nel passato, consentendo al paziente di gestire in modo più efficace le situazioni che possono scatenare l’ansia.
4)Prevenzione delle ricadute future
La terapia EMDR mira a prevenire le ricadute future, garantendo una guarigione a lungo termine. Attraverso l’integrazione e la trasformazione dei ricordi traumatici, l’EMDR aiuta il paziente a sviluppare una maggiore resilienza e ad affrontare in modo più efficace le sfide future, riducendo il rischio di recidiva dell’ansia.
Allevia i sintomi dell’ansia con la terapia EMDR
Oltre alla terapia EMDR per l’ansia, ci sono anche altre strategie che possono aiutare ad alleviare i sintomi. Ecco alcune pratiche che potresti considerare:
Adotta una dieta appropriata: Una corretta alimentazione può avere un impatto significativo sulla tua salute mentale. Assicurati di includere cibi nutrienti come frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre nella tua dieta quotidiana.
Sviluppa la consapevolezza corporea: La consapevolezza corporea è una tecnica che ti aiuta a connetterti con il tuo corpo e le tue sensazioni fisiche. Pratiche come lo yoga, la meditazione e il rilassamento muscolare progressivo possono aiutarti a sviluppare questa consapevolezza.
Pratica esercizio fisico regolare: L’attività fisica regolare è essenziale per il benessere generale e può contribuire a ridurre i sintomi dell’ansia. Scegli un’attività che ti piace, come camminare, correre, nuotare o praticare uno sport, e dedicagli del tempo ogni settimana.
Utilizza tecniche di rilassamento: Esistono diverse tecniche di rilassamento che possono aiutarti a ridurre il livello di tensione e ansia. Prova ad utilizzare il training autogeno o la respirazione profonda per rilassarti quando ti senti ansioso.
Combinare queste pratiche con la terapia EMDR può aiutarti a migliorare il tuo benessere generale e a ridurre i sintomi dell’ansia. Ricorda sempre di consultare un professionista specializzato prima di apportare qualsiasi cambiamento alla tua routine di cura personale.
Risorse:
In caso tu sia interessato a saperne di più su come alleviare i sintomi dell’ansia, potresti trovare utili le seguenti risorse:
“La fine dell’ansia: Il messaggio che cambierà la tua vita”. Questo libro, come suggerito dal titolo, offre un approccio positivo e stimolante per superare l’ansia. L’autore, Gio Zararri, incoraggia il lettore a confrontarsi con l’ansia in un modo che può risultare persino divertente.
“EMDR revolution. Cambiare la propria vita un ricordo alla volta. Una guida per i pazienti” di Tal Croitoru e Chiara Callerame. Questo libro è una guida esaustiva sull’EMDR, un metodo terapeutico utilizzato per il trattamento dei traumi. Il libro è stato apprezzato per la sua capacità di spiegare il metodo EMDR in modo semplice e comprensibile, rendendolo accessibile a un vasto pubblico.
“EMDR e disturbi dell’alimentazione” di Marina Balbo. Questo libro pone particolare attenzione all’EMDR come approccio complesso e globale non solo per rielaborare i traumi del passato, ma anche per potenziare l’autostima, una risorsa individuale efficace per risolvere i sintomi, spesso cronici, dei disturbi alimentari
“L’ansia può essere un sintomo debilitante, ma ricorda che ci sono molte risorse e strategie disponibili per aiutarti a gestire i suoi effetti. Sperimenta diverse approcci e trova quelli che funzionano meglio per te. Non esitare a chiedere supporto professionale se ne hai bisogno. Ricorda che non sei da solo in questa esperienza e che ci sono molte persone pronte ad aiutarti.” – Dr.ssa Beatrice Dugandzija, Terapeuta EMDR practitioner a Milano.
Conclusione
La terapia EMDR è un approccio terapeutico efficace per il trattamento dell’ansia. Attraverso la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, l’EMDR permette di elaborare i traumi e le esperienze stressanti legate all’ansia, migliorando significativamente la qualità della vita del paziente. Numerosi studi e organizzazioni riconoscono l’efficacia dell’EMDR nel trattamento dell’ansia e di altri disturbi psicologici legati a esperienze traumatiche.
Se soffri di ansia, considera di consultare un professionista specializzato in terapia EMDR per valutare se questo approccio possa essere adatto a te.
La terapia EMDR può aiutarti a risolvere i traumi passati, ristrutturare le tue reazioni emotive e ridurre la sintomatologia ansiosa. Grazie alla terapia EMDR, potrai affrontare le situazioni temute in modo più funzionale e sviluppare strategie di gestione per il futuro.
Non lasciare che l’ansia limiti la tua vita. Prova la terapia EMDR e scopri un modo efficace per alleviare la tua ansia. Prenditi cura di te stesso e della tua salute mentale.
Ricorda che la terapia EMDR può essere un passo importante verso una vita più equilibrata e soddisfacente.
FAQ
Che cos’è l’EMDR?
EMDR è l’acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing, un approccio terapeutico basato sul modello dell’Elaborazione Adattiva dell’Informazione. Utilizza la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari per facilitare il trattamento dei problemi psicologici correlati a esperienze traumatiche ed emotivamente stressanti.
Come funziona la terapia EMDR per l’ansia?
La terapia EMDR per l’ansia utilizza la stimolazione bilaterale oculare per attivare il sistema di elaborazione cerebrale. Attraverso un protocollo articolato in otto fasi, favorisce la desensibilizzazione e la ristrutturazione del ricordo, consentendo alle emozioni, sensazioni e cognizioni ad esso collegate di essere elaborate fino alla risoluzione adattiva dell’esperienza.
Quali disturbi d’ansia possono essere trattati con EMDR?
L’EMDR è un approccio terapeutico efficace per il trattamento di diversi disturbi d’ansia, tra cui fobie, disturbo di panico e disturbo da stress post-traumatico. Aiuta a elaborare i traumi e le esperienze stressanti passate che sono alla base dell’ansia, riducendo la sintomatologia ansiosa.
Come può guarire dall’ansia con la terapia EMDR?
La terapia EMDR aiuta a guarire dall’ansia lavorando sul materiale non elaborato legato ai traumi passati. Attraverso una fase di preparazione e una fase di rielaborazione con EMDR, i ricordi stressanti o traumatici vengono risolti in modo adattivo. Ciò permette al paziente di affrontare le situazioni temute in modo più funzionale e di sviluppare strategie di gestione per il futuro, garantendo una guarigione a lungo termine.
Come posso alleviare i sintomi dell’ansia con la terapia EMDR?
Oltre alla terapia EMDR, ci sono altre strategie che possono aiutare ad alleviare i sintomi dell’ansia. Queste includono adottare una dieta appropriata, sviluppare la consapevolezza corporea, praticare esercizio fisico regolare, utilizzare tecniche di rilassamento come l’auto-ipnosi o il training autogeno e imparare a gestire lo stress attraverso cambiamenti nello stile di vita e nella gestione del tempo.
Nell’intraprendere un percorso terapeutico con l’EMDR, è fondamentale dedicare tempo alla preparazione del paziente all’EMDR per l’elaborazione del trauma.
La durata di questa fase può variare da poche settimane a diversi anni, a seconda della complessità del trauma subito e della forza dell’io del paziente.
In questa fase iniziale, si instaura un solido rapporto terapeutico che fungerà da contenitore sicuro per il processo di rielaborazione del trauma.
Quando i pazienti si rivolgono al terapeuta egli deve cercare di comprendere quali siano i problemi specifici che li affliggono. Un’accurata preparazione del paziente all’EMDR con una raccolta di informazioni permette al terapeuta di tracciare un quadro dettagliato della situazione attuale e dei sintomi, elemento essenziale per la pianificazione del trattamento più appropriato.
In caso di PTSD dovuto a eventi traumatici noti, il terapeuta EMDR indaga in modo diretto l’evento e le sue conseguenze.
Tuttavia, i pazienti che presentano problemi comportamentali, ansia o traumi complessi richiedono un’analisi più approfondita al fine di una preparazione del paziente all’EMDR. Questi potrebbero sperimentare problemi nelle relazioni interpersonali, difficoltà lavorative, senso di blocco esistenziale, fobie, disturbi somatici, depressione e ansia.
Anche in questo caso il terapeuta si impegna per individuare i sintomi specifici e le possibili credenze negative radicate nel paziente.
Contenuti “preparazione del paziente all’EMDR”
Sintomi di presentazione
Nel corso della terapia, il terapeuta pone una serie di domande fondamentali:
quando è iniziato il problema?
C’è stata una causa o un evento scatenante noto?
Qual è stata l’esperienza più precoce e quella peggiore in merito?
Da quanto tempo il paziente soffre di questi sintomi?
Quali sono le circostanze attuali che innescano il problema?
Quali tentativi ha fatto il paziente in passato per risolvere il problema e cosa è stato utile o meno?
In che modo i sintomi e le difficoltà emotive stanno influenzando la vita attuale del paziente?
Con l’EMDR, l’approccio terapeutico è focalizzato sui sintomi. Il terapeuta cerca di identificare quali aspetti del passato del paziente stanno causando i sintomi nel presente.
Dopo che il paziente è sufficientemente stabilizzato, gli eventi traumatici vengono rielaborati con l’EMDR.
Questo metodo di lavoro, focalizzato ed efficiente, mantiene i pazienti motivati, rendendoli consapevoli che il terapeuta sta lavorando per loro e non in base a un proprio agenda predefinita.
Storia del paziente
Nella pratica dell’EMDR, l’acquisizione della storia del paziente è assolutamente fondamentale per poter procedere serenamente alla preparazione del paziente all’EMDR. Durante le sessioni di EMDR, molti individui possono riaprire memorie traumatiche che potrebbero innescare reazioni intense e dissociative. Pertanto è importante essere preparati a ogni eventualità.
Primo contatto telefonico
Al primo contatto telefonico è consigliabile informare i potenziali pazienti che non si inizierà l’EMDR finché non sarà raccolta la loro storia personale e non si sarà instaurato un rapporto terapeutico. Non tutti accolgono favorevolmente questa notizia, ma il processo di conoscenza e di costruzione di un rapporto terapeutico solido è fondamentale per creare un ambiente sicuro per il lavoro con l’EMDR.
La raccolta di informazioni anamnestiche dovrebbe essere considerata parte del processo di costruzione del rapporto, in modo che i pazienti non si sentano come se fossero interrogati o oggettualizzati, situazione che potrebbe innescare ricordi traumatici, specialmente in sopravvissuti di abusi sessuali. Nel contempo, i pazienti hanno la possibilità di conoscere il loro terapeuta.
Anche se l’uso di moduli per la raccolta delle informazioni storiche può essere utile, nella mia pratica preferisco sentire i pazienti raccontare la loro storia, in quanto ciò può portare alla luce immagini e aneddoti utili che potrebbero non essere ritenuti significativi in altri contesti.
Primi incontri con il paziente
Il ritmo dei primi incontri è un aspetto importante. I pazienti con storie traumatiche significative potrebbero sentirsi troppo esposti se rivelano troppo di sé troppo rapidamente. I terapeuti dovrebbero essere sensibili a questo e evitare di fare domande troppo evocative. Potrebbe essere utile alternare domande su storie traumatiche, che possono essere emotivamente sconvolgenti, a domande su esperienze positive e risorse personali. Ad esempio, dopo aver sentito del racconto di molte perdite, il terapeuta potrebbe chiedere dove il paziente si è sentito amato e nutrito. Chi è presente e lo sostiene nella sua vita ora?
Ricordate, parlare di traumi può essere travolgente, risvegliando il passato senza elaborarlo. La raccolta della storia può essere semplice come una conversazione in cui i pazienti raccontano ai terapeuti ciò che ritengono più importante sulla loro infanzia e su come ciò potrebbe influenzarli ora. Mentre i pazienti raccontano le loro storie, i terapeuti ascoltano alla ricerca di eventi, temi, credenze limitanti su sé stessi e convinzioni negative sul mondo – tutti potenziali obiettivi per l’elaborazione con l’EMDR.
Nascita e primi anni: le figure di attaccamento
È utile chiedere informazioni sulla nascita dei pazienti, sui primi mesi di vita e un resoconto della loro infanzia, facendo domande sul loro rapporto con i genitori o altri caregiver. È importante valutare la natura dei loro primi legami affettivi.
Erano stabili o caotici?
La loro madre era borderline o semplicemente ansiosa?
I pazienti che hanno avutofigure di riferimento caotiche o borderline nella prima infanzia sono più predisposti al PTSD e richiederanno più tempo per sviluppare un rapporto sicuro con i terapeuti. Potrebbero necessitare di più lavoro per sviluppare risorse prima dell’elaborazione delle memorie traumatiche con l’EMDR, risorse che possono essere utili per integrare e concludere le sessioni.
I pazienti che sono stati trascurati nell’infanzia potrebbero avere più difficoltà a sviluppare un rapporto di fiducia con i terapeuti. Inoltre, potrebbero avere grandi lacune nelle loro memorie d’infanzia che potrebbero non essere il risultato di abusi, ma piuttosto di negligenza.
Chi erano i caregiver primari?
Qual era il loro rapporto con la madre? E con il padre?
A volte i genitori non sono i caregiver primari. Potrebbe essere stata una tata, un nonno, un genitore adottivo o un fratello maggiore a prendersi cura di loro. È importante conoscere queste figure che possono essere utilizzate come risorse.
Qual era il loro rapporto con i fratelli?
I fratelli possono essere fonte di tormento per i bambini più piccoli, influenzando la loro autostima e sicurezza. Possono anche essere una fonte di conforto e sostegno. In tal senso è utile indagare ulteriormente:
Ci sono state interruzioni del legame affettivo primario a causa di morte, divorzio, abuso di sostanze, ospedalizzazioni o altre cause?
C’era abuso di sostanze in famiglia?
Chi nella famiglia utilizzava sostanze, quali, quanto e quali erano le conseguenze del loro uso?
Infanzia e Adolescenza: Sviluppo Sociale e Sessuale
È importante indagare sul loro sviluppo sociale e sessuale. Dopo aver appreso della loro prima infanzia, è importante chiedere degli anni dell’infanzia.
Come se la cavavano a scuola?
Spesso i bambini che sono stati traumatizzati hanno difficoltà a concentrarsi a scuola. Alcuni hanno difficoltà di apprendimento che contribuiscono a una bassa autostima.
Come era la scuola per i pazienti?
A volte i bambini si sentono al sicuro a casa ma hanno difficoltà di apprendimento, il che influisce su come si sentono rispetto a se stessi. Insegnanti crudeli o insensibili possono danneggiare i bambini, influenzando la loro capacità di apprendimento e la loro creatività. Queste esperienze a scuola possono creare il modello di come i pazienti si vedranno come lavoratori.
Durante la loro crescita, i pazienti si trovavano a loro agio in compagnia di coetanei?
Forse avevano un gruppo ristretto di amici con cui si sentivano al sicuro, oppure tendevano a isolarsi, preferendo attività solitarie?
Ad esempio, un paziente potrebbe ricordare di aver passato gran parte del tempo a leggere libri o a disegnare, piuttosto che giocare con altri bambini. In alcuni casi, frequenti traslochi per motivi di lavoro dei genitori possono aver interrotto la formazione di legami duraturi, rendendo difficile la stabilizzazione delle amicizie. Per esempio, un paziente potrebbe riferire di aver frequentato diverse scuole in città diverse, senza mai avere l’opportunità di radicare amicizie profonde.
Entrando nell’adolescenza, quali sentimenti nutrivano rispetto al proprio sviluppo sessuale?
Si sentivano a proprio agio con i cambiamenti del corpo, o li vivevano con disagio o vergogna?
Un paziente potrebbe, ad esempio, raccontare di aver provato imbarazzo per un precoce sviluppo fisico, o al contrario, per un ritardo rispetto ai coetanei.
E quali esperienze hanno avuto con i loro primi appuntamenti?
Forse ricordano il loro primo amore adolescenziale con affetto, oppure, al contrario, una delusione sentimentale potrebbe aver lasciato un’impronta dolorosa.
Passando all’età adulta, quali sono stati gli eventi che hanno segnato in modo significativo la loro vita: l’ottenimento di un diploma o una laurea, l’inizio di un lavoro, l’incontro con un partner significativo, matrimoni, divorzi, nascite dei figli, malattie gravi, lutti?
Un paziente potrebbe ricordare con orgoglio il giorno della sua laurea, o con tristezza la fine di un matrimonio.
Ci sono stati traumi nella loro vita adulta, come un incidente d’auto o un’esperienza di violenza?
Raccogliendo queste informazioni, il terapeuta è in grado di costruire un quadro complesso e dettagliato della vita del paziente, illuminando sia le risorse personali che i possibili ostacoli al benessere. Questa comprensione permette di impostare un trattamento terapeutico che risponda in modo efficace alle specifiche esigenze del paziente.
Storia Traumatica
Nel percorso di cura è fondamentale conoscere eventuali traumi subiti dai pazienti. Si vuole capire l’età in cui sono avvenuti, come si sono svolti, qual era la reazione dei pazienti al momento e come è stato il supporto ricevuto.
Il trauma può essere dovuto a una perdita significativa, come un lutto, un divorzio o un trasferimento, o l’abbandono da parte di figure di riferimento come babysitter o altri custodi.
Se stiamo lavorando con pazienti che hanno subito abusi nell’infanzia, diventa cruciale raccogliere informazioni sulla loro storia di abuso. È importante sapere chi erano gli autori, quando ha avuto inizio l’abuso, a che età erano i pazienti, quando è finito. Si deve indagare se l’abuso è stato un episodio isolato o si è protratto nel tempo, con quale frequenza. È fondamentale capire come si è sviluppata l’autopercezione del paziente a seguito dell’abuso e se ci sono stati comportamenti abusivi anche in età adulta.
Trigger, sogni, ricordi e flashback
Le informazioni raccolte devono essere utili per identificare potenziali trigger, sogni, ricordi somatici e flashback, che possono essere utilizzati come obiettivi nel trattamento con EMDR. Spesso gli adulti che sono stati abusati sessualmente non hanno chiari ricordi visivi dell’abuso, ma mostrano sintomi che indicano che l’abuso può essere avvenuto.
Un’altra parte fondamentale è la conoscenza di eventuali percorsi di cura psichiatrica o psicologica precedenti. È importante comprendere cosa ha funzionato e cosa no e perché. Durante la raccolta di questa storia, è importante notare come i pazienti interagiscono con il terapeuta. Questo può fornire preziose informazioni sulla loro personalità e sulle eventuali difficoltà che possono incontrare nel percorso terapeutico. Per esempio, molte persone che sono state abusate sessualmente in tenera età sviluppano disturbi di personalità borderline, un fattore che influisce sul trattamento e sull’uso dell’EMDR nel trattamento.
In sintesi, la raccolta di una dettagliata storia del trauma è un passo cruciale per impostare un trattamento efficace e personalizzato, che tenga conto non solo dei sintomi presenti, ma anche delle esperienze passate e delle risorse personali del paziente.
Storia Medica
Conoscere la storia medica dei pazienti, comprese malattie fisiche, incidenti, ricoveri e precedenti procedure mediche è fondamentale. Queste esperienze possono avere un impatto significativo sulla vita di una persona.
I bambini piccoli che vengono ricoverati in ospedale o sottoposti a procedure mediche non possiedono la struttura cognitiva per comprendere ciò che sta accadendo loro. Potrebbero interpretare il ricovero come un abbandono, una punizione, perché devono essere cattivi. Possono sentirsi impotenti. I loro sintomi possono assomigliare a quelli degli adulti che sono stati abusati da bambini, con le stesse convinzioni negative su se stessi (“Sono cattivo”, “Sono impotente”), sensazioni corporee ed emozioni (paura, rabbia, vergogna).
Uso di Farmaci
Inoltre, è importante conoscere se i pazienti stanno assumendo farmaci o integratori e se ne hanno assunto in passato. Alcuni farmaci, come i benzodiazepinici, potrebbero ridurre l’efficacia del trattamento. I pazienti che assumono antidolorifici potrebbero scoprire che l’EMDR non è altrettanto efficace. È essenziale che esista una carica emotiva per il processamento. Pertanto, se il farmaco attenua le loro emozioni o elimina completamente l’ansia, il processo di cura potrebbe non funzionare.
Nella mia esperienza, ho notato che i pazienti con alcune forme di depressione clinica non riescono a lavorare bene con l’EMDR. Ad esempio, all’inizio dell’installazione della risorsa, potrebbero essere in grado di visualizzare un luogo sicuro, ma non di sentirlo. Il loro affetto è piatto e sono disconnessi da se stessi. Quando processano con l’EMDR, invece di evolvere verso una risoluzione adattiva del trauma, tendono a “scivolare” verso il basso, associando esperienze sempre più negative. Ho scoperto che quando questi pazienti diventano stabilizzati con farmaci antidepressivi utilizzati per bilanciare il sistema nervoso centrale, sono in grado di processare normalmente e risolvere i ricordi traumatici.
La salute attuale dei pazienti è un aspetto fondamentale da considerare.
Quando è stato l’ultimo controllo fisico?
Hanno una storia di epilessia, emicranie o problemi agli occhi?
Stanno assumendo farmaci?
Se ci sono preoccupazioni, è consigliabile indirizzarli verso uno psichiatra esperto o consultare il loro medico curante. Molte persone che hanno sofferto traumi precoci sviluppano problemi somatici.
Visita medica
Se non si sottopongono a un esame fisico da tempo, potrebbe essere utile suggerire loro farne uno. Poiché gli adulti che sono stati abusati sessualmente da bambini sono stati traditi da adulti in posizioni di potere e autorità, tendono a evitare medici e dentisti a causa dell’ansia che ne consegue. Questo comportamento di evitamento può mettere a rischio la loro salute se la questione non viene affrontata.
Uso di alcol o sostanze stupefacenti
Inoltre, è essenziale esaminare se i pazienti hanno una storia di abuso di droghe o alcool. Secondo Shapiro, i pazienti con una storia di abuso di sostanze dovrebbero avere a disposizione supporti appropriati, come un programma di disintossicazione prima di iniziare il trattamento EMDR.
I pazienti stanno attualmente usando sostanze?
Sono in recupero?
Molte persone si auto-medicano con sostanze per gestire l’affetto derivante dai traumi. Dopo aver elaborato i traumi con l’EMDR, alcuni di loro potrebbero riscontrare una diminuzione del desiderio di utilizzo. Tuttavia, altri pazienti potrebbero sperimentare un aumento dell’impulso a causa delle emozioni che sono state suscitate e non completamente risolte.
È utile educare i pazienti su entrambe le possibilità e mettere in atto misure di sicurezza. Per alcuni pazienti sarebbe più sicuro ed efficace ricevere il trattamento EMDR in un ambiente residenziale, dove possono ricevere supporto e contenimento.
In particolare, è essenziale prestare particolare attenzione ai pazienti con una storia di dipendenza da crack o abuso di anfetamine, poiché possono richiedere un monitoraggio e un supporto ancora più attenti, data la gravità delle dipendenze da queste sostanze e il potenziale rischio di ricadute durante il processo di terapia con EMDR.
Risorse personali
Nel corso della terapia EMDR, un elemento cruciale è l’identificazione delle risorse personali dei pazienti, risorse che possono derivare da eventi del passato e dal contesto di vita attuale. Queste risorse, che possono essere ricordi positivi, svolgono un ruolo fondamentale nel rinforzare l’identità del paziente, promuovendo un senso di integrazione, completezza e autostima. Tali ricordi potrebbero riguardare momenti di sicurezza, comfort, supporto, nutrimento, fiducia, successi e orgoglio. Possono includere ricordi di essere stati guidati, immagini di figure positive di riferimento, e momenti di riconoscimento sociale.
Durante il raccolta della storia clinica, il terapeuta assiste il paziente nell’identificare quelle figure che, nella sua vita, hanno svolto un ruolo significativo come figure amorevoli, nutrici o protettive, come ad esempio parenti, amici, genitori degli amici, insegnanti, consulenti, allenatori, bibliotecari, persone del clero e così via.
Ad esempio, un paziente potrebbe non essere in grado di nominare nessun membro della propria famiglia che è stato gentile, ma alla domanda potrebbe ricordare un insegnante che lo ha “visto”, ha “riconosciuto” la sua unicità e si è preso cura di lui.
Insieme alle figure di supporto presenti nella vita del paziente, è importante scoprire quali strategie ha utilizzato per sopravvivere e fronteggiare le situazioni difficili. Forse amava passeggiare nella natura, o aveva un luogo speciale dove rifugiarsi?
Per alcuni bambini, il campo estivo ha rappresentato un aiuto per affrontare il resto dell’anno. Altri trascorrevano il più tempo possibile a casa degli amici. Alcuni pazienti eccellevano a scuola, nello sport o nelle attività all’aperto.
Un esempio potrebbe essere un paziente che da bambino trovava rifugio in biblioteca, dove si sentiva al sicuro. L’immagine di questo luogo è diventata il suo rifugio sicuro durante il nostro lavoro con l’EMDR.
Spiegare la Teoria alla base dell’EMDR
Nell’accompagnare i pazienti nel percorso dell’EMDR, è fondamentale delineare chiaramente le teorie sulla connessione tra traumi, mente e corpo, oltre ad illustrare le ipotesi sottostanti all’EMDR. Dettagliare la struttura di una sessione di EMDR, rispondere ai dubbi e dissipare le paure dei pazienti è un passo cruciale.
Non si dovrebbe iniziare l’EMDR fino a quando i pazienti non si sentano completamente a loro agio con il terapista e con il processo stesso. È utile, ad esempio, suggerire ai pazienti di informarsi sull’EMDR prima di iniziare il trattamento.
È inoltre opportuno preavvisarli sulla possibilità di vivere emozioni intense, consigliando di non impegnarsi in altre attività per il resto della giornata a seguito della sessione, dato che potrebbero sentirsi stanchi. È necessario informarli che il processo di elaborazione potrebbe far emergere nuovi ricordi o sensazioni che potrebbero risultare sconvolgenti. Per questo motivo, è meglio non iniziare l’EMDR subito prima di un periodo di pausa dovuto a vacanze o altro, sia per il terapista che per il paziente.
Nei casi di traumi più gravi, potrebbe essere consigliabile che qualcuno accompagni il paziente alla sessione e lo venga a riprendere.
È importante far capire ai pazienti che non ci sono garanzie: l’EMDR non funziona per tutti e non tutti i pazienti sono candidati idonei per l’EMDR.
Ad esempio, un paziente potrebbe esprimere il timore di “perdere il controllo”. In tal caso, il terapista può fornire tecniche di distanziamento, visualizzazioni di contenimento e installazione di risorse che potrebbero aiutare a gestire tale preoccupazione.
L’obiettivo è sempre quello di rispettare le necessità del paziente, procedendo solo quando si sente sicuro.
Difficoltà all’avvio dell’EMDR
Oltre alla resistenza del terapeuta, è possibile riscontrare resistenza anche da parte dei pazienti nell’affrontare l’EMDR. Molti pazienti avvertono un’ambivalenza nei confronti dell’EMDR; sanno che può fare loro bene, ma è un processo doloroso, quindi tendono ad evitarlo.
Alcuni pazienti, ad esempio, potrebbero dilungarsi nel parlare durante una sessione pianificata per l’EMDR, distogliendo così l’attenzione del terapeuta. Altri potrebbero arrivare tardi, rendendo impossibile la realizzazione dell’EMDR, o addirittura annullare la seduta.
Ci sono stati casi di pazienti che hanno passato la maggior parte del tempo a parlare, per poi arrabbiarsi quando si rendono conto che il tempo è quasi scaduto e non ci sarà tempo per l’EMDR.
In molte occasioni, si è notato che alcuni pazienti si aspettano che il terapeuta li interrompa mentre parlano e li inviti direttamente a fare EMDR. In tali situazioni, il terapeuta tenderà a interrompere delicatamente i pazienti e chiedere loro se vorrebbero svolgere l’EMDR in quella sessione. Inizieranno quindi a concentrarsi sull’individuazione di un obiettivo per la seduta di quel giorno. In alcuni casi, il terapeuta può iniziare la sessione fornendo ai pazienti cuffie e pulsanti, preparandoli così all’inizio della sessione.
Contratto terapeutico
Essere diretti con i pazienti può risultare difficile per i terapeuti orientati psicodinamicamente, mentre può essere più facile per quelli con un orientamento cognitivo-comportamentale. È importante gestire le sessioni aiutando i pazienti a rispettare il contratto terapeutico concordato e gli obiettivi del trattamento. Può essere utile esplorare la resistenza con i pazienti.
Qual è la natura della resistenza?
C’è un modo per far sentire i pazienti più al sicuro?
Di cosa hanno bisogno dai terapeuti?
Cosa si aspettano dal trattamento?
Resistenze al centro della tecnica
Le resistenze possono addirittura diventare l’obiettivo del trattamento. Quali sono le credenze che bloccano il processo? Ci sono dei benefici secondari?
A volte, terapeuti e pazienti possono concordare nell’evitare l’EMDR. I pazienti hanno paura di affrontare le proprie problematiche, mentre i terapeuti potrebbero non sentirsi sicuri delle proprie competenze, temere l’intensità del trattamento o avere altri problemi di controtransfert. Una supervisione può essere utile per affrontare questi problemi e lavorarci su.
Esistono problematiche legate al beneficio secondario sia per i terapeuti sia per i pazienti che resistono a fare EMDR. Alcuni pazienti potrebbero evitare l’EMDR perché hanno paura di migliorare troppo in fretta. Chi saranno senza i loro sintomi? Alcuni terapeuti potrebbero invece temere che i loro pazienti migliorino troppo rapidamente e che perderanno la loro pratica clinica.
Frequenza delle sedute EMDR
Il ritmo del trattamento con EMDR può variare in base alle esigenze del paziente. L’EMDR può essere utilizzato in ogni sessione o può essere alternato a sessioni di colloquio integrativo o altri metodi.
Alcuni pazienti rispondono bene a sessioni settimanali di 90 minuti o più, durante le quali iniziano parlando e riassumendo il lavoro della settimana precedente, per poi focalizzarsi e rielaborare un nuovo ricordo.
Per altri, questo ritmo potrebbe risultare troppo intenso; essi potrebbero necessitare di una singola sessione di 50 minuti per parlare e integrare le informazioni della sessione di EMDR.
Alcuni pazienti con un IO ben integrato possono tollerare diverse sessioni di EMDR in una settimana, lavorando intensivamente in un breve periodo di tempo su un’area di difficoltà.
La programmazione del trattamento dovrebbe essere flessibile, adattandosi il più possibile alle mutevoli esigenze dei pazienti. Dal momento che la maggior parte dei cambiamenti per i pazienti con PTSD si verifica nelle prime sessioni, può essere utile lavorare con loro in modo consistente per le prime settimane per aiutarli a superare il momento più difficile. Dopodiché, sebbene possano rimanere dei sintomi, questi di solito non sono più così debilitanti e il ritmo del trattamento può rallentare.
Alcuni pazienti non riescono a tollerare l’elaborazione EMDR su base settimanale e hanno bisogno di più tempo per integrare le informazioni tra le sessioni. Alcuni preferiscono fare una sessione di EMDR ogni due settimane, mentre altri preferiscono alternare sessioni di terapia verbale alle loro sessioni di EMDR.
Nell’EMDR, i pazienti devono imparare a elaborare i loro ricordi ad un ritmo che possono tollerare, in modo da non sentirsi sopraffatti e nuovamente vittimizzati.
I terapeuti devono verificare come i pazienti stanno funzionando tra le sessioni. Questo può essere un problema per alcuni pazienti che hanno subito abusi sessuali, i quali hanno difficoltà a chiedere ciò di cui hanno bisogno o non sono abbastanza in contatto con sé stessi per riconoscere le proprie esigenze.
Dopo un’intensa elaborazione EMDR di un ricordo di abuso, i pazienti potrebbero voler dedicare diverse sessioni a parlare e integrare le informazioni emerse durante il lavoro con l’EMDR. È utile alla fine di una sessione di EMDR discutere con i pazienti ciò di cui sentono il bisogno per programmare la sessione successiva.
Il lavoro sulle risorse con l’EMDR può aiutare i pazienti a collegarsi a reti di memoria adattive che possono fornire un effetto stabilizzante.
Se vuoi conoscere in dettaglio il protocollo della terapia EMDR per le fobie sei approdato nel posto giusto.
Le fobie sono paure intense e irrazionali che possono avere un impatto significativo sulla vita di chi le prova. Queste paure spesso derivano da oggetti, situazioni o attività specifiche e possono portare a comportamenti di evitamento o a un’estrema angoscia.
La terapia di desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR) si è dimostrata una modalità di trattamento efficace per le fobie, offrendo un approccio strutturato per individuare e rielaborare i ricordi traumatici sottostanti e i fattori scatenanti associati.
In questo articolo approfondiremo il protocollo EMDR standard per il trattamento delle fobie semplici e di processo, insieme ad alcuni consigli pratici ed esempi di casi.
Contenuti
Comprendere le fobie
Le fobie, che rappresentano una forma intensa e persistente di paura irrazionale, possono essere classificate in due categorie principali: fobie semplici e fobie di processo.
Le fobie semplici coinvolgono una paura specifica, concreta e circoscritta a un oggetto o una situazione particolare, indipendente dalle azioni dell’individuo. Esempi comuni di tali fobie includono aracnofobia, che è la paura dei ragni, o acrofobia, che è la paura delle altezze. In questi casi, l’ansia o il disagio si attivano alla sola presenza o al pensiero dell’oggetto temuto, anche se la persona riconosce che la sua paura è sproporzionata o irrazionale.
D’altra parte, le fobie di processo sono legate alla paura di situazioni o esperienze che richiedono un coinvolgimento o una partecipazione attiva dell’individuo. Ad esempio, guidare su un ponte (gefirofobia) o volare in aereo (aviofobia) possono essere situazioni che scatenano questo tipo di fobie. In queste circostanze, la persona teme di perdere il controllo, di fare una figuraccia o di avere un attacco di panico.
La terapia Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è un tipo di psicoterapia che si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento di entrambi i tipi di fobie. Questa terapia lavora sull’elaborazione di esperienze traumatiche che spesso sono alla base delle fobie. Durante la terapia EMDR, il terapeuta guida il paziente a ricordare l’esperienza traumatica o l’oggetto della paura, mentre segue un movimento specifico degli occhi del terapeuta.
L’obiettivo è modificare la percezione dell’evento traumatico e ridurre l’impatto emotivo che provoca, permettendo all’individuo di vivere una vita più libera e meno limitata dalle sue fobie.
Esaminerò ora in dettaglio il protocollo che applichiamo al Centro EMDR di Milano per i pazienti che presentano delle fobie particolarmente invalidanti.
Il protocollo EMDR per le fobie
La Terapia EMDR per le fobie in pratici passaggi
Il primo passo nella terapia EMDR per le fobie è insegnare al paziente le tecniche di autocontrollo per gestire la paura della paura. Ciò include l’introduzione di esercizi di grounding, di respirazione profonda del ventre e di installazioni di risorse come la creazione di un luogo sicuro.
Anche le tecniche di esperienza somatica, come la pendolazione e la ricerca di un luogo sicuro nel corpo, possono essere incorporate per migliorare le capacità di autoregolazione.
Individuare e rielaborare i ricordi rilevanti
In questa prima parte del protocollo, ci si concentra su come individuare e rielaborare i ricordi che alimentano le fobie. Dalle paure intense di specifici oggetti o situazioni, alle angosce meno evidenti ma altrettanto limitanti, le fobie possono avere radici in una serie di eventi e circostanze passate.
Che si tratti di incidenti chiaramente traumatici, di esperienze somatiche, emotive o cognitive appena percettibili, o di situazioni che evocano forti reazioni emotive, il nostro obiettivo è quello di identificarli tutti.
Eventi antecedenti: Identificare tutti gli eventi che contribuiscono alla fobia, sia che siano direttamente collegati all’oggetto o alla situazione temuta, sia che siano connessi a livello somatico, emotivo o cognitivo. Per esempio, la paura dei ragni può essere legata all’esperienza traumatica di essere toccati contro la propria volontà da qualcuno di inquietante di notte.
Esperienze precoci: Esplorare la prima volta che la paura è stata sperimentata, che può essere raccolta dalla storia del cliente o attraverso un ponte a ritroso. Comprendere l’origine della paura può fornire spunti preziosi per il processo terapeutico.
Esperienze più disturbanti: Identificare i casi più inquietanti legati alla fobia. Questi possono essere ricordi che evocano forti reazioni emotive e sono fondamentali da affrontare e rielaborare per una risoluzione positiva.
Esperienze recenti: Esplorare il momento più recente in cui la paura è stata sperimentata. La comprensione dei fattori scatenanti e delle manifestazioni attuali della fobia può guidare il terapeuta nell’elaborazione del piano di trattamento più efficace.
Stimoli associati: identificare tutti i fattori scatenanti o gli indizi specifici associati alla paura, come la vista di una ragnatela o di un insetto che striscia. Questi stimoli devono essere presi di mira e rielaborati per affrontare la fobia in modo completo.
Sensazioni e manifestazioni fisiche: Affrontare le sensazioni fisiche o altre manifestazioni di paura che accompagnano la fobia, come l’iperventilazione, la sudorazione o la sensazione di testa leggera. La rielaborazione di queste sensazioni può aiutare ad alleviare le reazioni di panico spesso associate alle fobie.
Incorporare modelli positivi
Incorporare modelli positivi nel processo terapeutico rappresenta una componente fondamentale nell’affrontare le fobie. Questo approccio consiste nell’incoraggiare il paziente a visualizzare un modello di comportamento futuro che è libero da paura e ansia.
Questo modello positivo di azione viene costruito guidando il paziente a immaginare se stesso che affronta l’oggetto o la situazione temuta in maniera sicura e controllata. Questa tecnica si basa sull’uso del potere della visualizzazione e dell’immaginazione per modificare le risposte emotive e comportamentali dell’individuo.
Per esempio, un individuo con aracnofobia potrebbe essere guidato a visualizzare una situazione in cui si trova in presenza di un ragno. L’obiettivo non è solo immaginare la situazione, ma visualizzarsi affrontandola con calma e controllo, osservando il ragno senza sentire paura o ansia. Il terapeuta potrebbe suggerire al paziente di immaginare se stesso che prende un respiro profondo, che guarda il ragno senza reagire con terrore e che continua a mantenere la calma anche quando il ragno si muove.
Man mano che il paziente diventa più abile nel visualizzare queste esperienze positive, le sensazioni di paura e ansia dovrebbero iniziare a diminuire. Questo metodo aiuta il paziente a riscrivere il proprio “copione interno”, sostituendo le aspettative di paura e panico con aspettative di calma e controllo.
È importante sottolineare che questo processo richiede tempo e pratica. La paura non sparirà dopo un’unica sessione, ma gradualmente il paziente potrà accrescere la sua fiducia nella propria capacità di gestire la situazione temuta, portando a un cambiamento duraturo nel suo comportamento e nella sua risposta emotiva.
Stipulare un contratto con il paziente
Stipulare un “contratto di comportamento” con il paziente rappresenta una tattica efficace utilizzata nel processo terapeutico per gestire le fobie. Questo contratto di comportamento è un impegno concordato tra il terapeuta e il paziente, in cui il paziente si impegna a esporre sé stesso all’oggetto o alla situazione temuta nella vita reale, al fine di superare progressivamente la sua fobia.
Questo contratto non è solo un piano d’azione ma rappresenta anche un accordo formale che coinvolge il paziente in modo attivo nel proprio percorso di guarigione. L’obiettivo è di incoraggiare il paziente a confrontarsi con le sue paure in un contesto sicuro e controllato, aiutandolo a rafforzare i cambiamenti positivi ottenuti durante la terapia.
Per esempio, un individuo con paura di volare potrebbe concordare nel contratto di comportamento di prenotare un volo breve per un viaggio futuro. Oppure, un paziente con aracnofobia potrebbe impegnarsi a osservare un ragno in un vaso di vetro per un determinato periodo di tempo ogni giorno. L’azione deve essere realisticamente raggiungibile e in linea con i progressi del paziente durante la terapia.
L’implementazione di un contratto di questo tipo garantisce che il paziente continui a sfidare le proprie paure anche fuori dal contesto terapeutico, promuovendo un rafforzamento dei meccanismi di coping appresi. Questa fase di ‘esposizione reale’ è essenziale nel processo di superamento delle fobie, permettendo al paziente di applicare le tecniche apprese in terapia in contesti reali, dando così prova a sé stesso del proprio progresso e della propria capacità di gestire la paura.
Videotape mentale e rielaborazione
L’approccio del “videotape mentale” e della rielaborazione è un aspetto chiave della terapia EMDR per le fobie, soprattutto delle fobie di processo, attraverso la terapia EMDR. Questo metodo richiede al paziente di creare un film mentale dell’intera sequenza che coinvolge l’oggetto o la situazione temuta e di esaminare ogni dettaglio, emozione e reazione associati.
Inizialmente, il paziente è guidato a visualizzare l’intera sequenza dell’evento temuto come se fosse un filmato.
Ad esempio, per un paziente con gefirofobia (paura dei ponti), questo potrebbe includere la visualizzazione mentale del processo di avvicinamento al ponte in auto, l’inizio dell’attraversamento, l’esperienza di essere sul ponte e infine l’uscita dall’altra parte.
Durante la rielaborazione, il paziente è incoraggiato a esaminare e affrontare ogni singola fase della sequenza, dando particolare attenzione alle parti più difficili o traumatiche. Il terapeuta può poi utilizzare le tecniche EMDR per aiutare il paziente a rielaborare le risposte emotive negative associate a ciascuna fase, sostituendole con risposte più positive e controllate. L’obiettivo è affrontare e curare il trauma sottostante che alimenta la fobia, al fine di depotenziare la risposta fobica.
Questo approccio consente al paziente di “ripercorrere” l’esperienza temuta in un ambiente sicuro e controllato, facilitando la rielaborazione e la desensibilizzazione del trauma. Nel tempo, questo aiuta a ridurre l’ansia e la paura associata all’evento, consentendo al paziente di partecipare attivamente alla situazione temuta con una maggiore sensazione di calma e controllo.
Rielaborare gli obiettivi tra una seduta e l’altra
La rielaborazione degli obiettivi tra una seduta e l’altra è una componente cruciale di un percorso di terapia EMDR per le fobie. Questo processo richiede una rivalutazione continua dei progressi del paziente, nonché l’individuazione e la gestione di nuovi ricordi, associazioni o blocchi che possono emergere nel periodo tra le sedute.
Questo processo di rielaborazione può includere l’esame dei progressi del paziente rispetto agli obiettivi stabiliti nel contratto, la discussione di eventuali difficoltà incontrate durante l’attuazione di questo contratto, o l’esplorazione di nuove associazioni o ricordi traumatici che sono venuti alla luce.
Il feedback del paziente gioca un ruolo fondamentale in questa fase. Le reazioni emotive, le riflessioni personali e le percezioni del paziente sui progressi ottenuti sono preziose fonti di informazione che possono aiutare a guidare il percorso terapeutico.
Ad esempio, un paziente potrebbe rivelare una nuova associazione legata alla sua fobia che non era stata precedentemente considerata, oppure potrebbe esprimere difficoltà nell’attuare il contratto di comportamento a causa di un blocco emotivo o psicologico.
La valutazione continua da parte del terapeuta è essenziale per assicurare che la terapia rimanga su un percorso produttivo e che si facciano gli aggiustamenti necessari per ottimizzare i risultati. Ciò può comportare l’adattamento del contratto d’azione, l’introduzione di nuove tecniche o strategie terapeutiche, o la rielaborazione degli obiettivi terapeutici per rispecchiare meglio le esigenze e le capacità attuali del paziente.
In ultima analisi, l’obiettivo è creare un percorso terapeutico dinamico e flessibile che risponda alle esigenze in continua evoluzione del paziente e che favorisca un cambiamento duraturo e positivo.
Terapia EMDR per le fobie: il mio protocollo
Terapia EMDR per le fobie e il Caso di Franca
Quando inizio un percorso terapeutico con un paziente affetto da fobia, come nel caso di Franca, una paziente con ofidiofobia (paura dei serpenti), il mio primo passo consiste nel raccogliere una storia clinica dettagliata e approfondita del problema. Questa fase preliminare è di fondamentale importanza per comprendere il quadro completo del disturbo e per identificare le peculiarità specifiche della fobia del paziente.
1 – Cosa chiedere al paziente
Nel caso di Franca, ho cercato di capire da quanto tempo soffrisse di questa paura dei serpenti. Ho indagato se la sua paura riguardasse tutti i tipi di serpenti, sia piccoli che grandi, o se includesse anche altri rettili. Ho cercato di comprendere quando e come la fobia era iniziata, cercando di identificare un possibile evento scatenante. Ho chiesto a Franca quali misure avesse precedentemente adottato per affrontare il problema, e se avesse mai partecipato a una terapia specifica per la sua fobia.
È altresì fondamentale capire come la fobia stia influenzando la vita quotidiana del paziente.
Nel caso di Franca, ho appreso che evitava luoghi in cui potesse incappare in serpenti, come parchi e boschi, e che guardava con ansia documentari e film che potessero includere serpenti. Comprendere come la fobia si intrecci con le routine quotidiane del paziente può fornire intuizioni preziose sulla gravità del disturbo e aiutare a costruire una strategia terapeutica mirata ed efficace.
La raccolta di una storia clinica completa del problema non è solo un punto di partenza necessario, ma un elemento cardine di tutto il processo terapeutico. Fornisce infatti una visione complessiva del disturbo e offre una base solida su cui costruire un piano di trattamento adeguato ed efficace.
2 – Identificare le esperienze chiave nella Terapia EMDR per le fobie
Dopo aver raccolto la storia clinica del paziente, il passo successivo consiste nell’identificare le esperienze chiave associate alla fobia. Nel caso di Franca, questo avrebbe implicato l‘individuazione del primo momento in cui ha sperimentato la paura dei serpenti e degli episodi più traumatici legati a questa fobia.
Invitare Franca a riflettere e raccontare queste esperienze può permettere una maggiore comprensione dell’origine della fobia e della sua evoluzione nel tempo. Queste informazioni, a loro volta, forniscono gli spunti cruciali per l’individuazione dei target terapeutici.
Insieme a Franca, creiamo un elenco di queste esperienze paurose e le organizziamo in ordine cronologico. Questo metodo offre la possibilità di tracciare la progressione della fobia nel corso del tempo, rivelando potenziali schemi o fattori scatenanti. Ad esempio, potremmo scoprire che la paura è aggravata da particolari situazioni o che la sua intensità varia a seconda del contesto.
Identificare e lavorare sulla memoria più intensa e rappresentativa della fobia può inoltre contribuire a ridurre il numero di sessioni terapeutiche necessarie. In molti casi, sono stata in grado di risolvere diverse fobie in 3-4 sessioni di EMDR, individuando e affrontando direttamente la memoria più carica.
3 – Trovare le memorie collegate ai sintomi nella Terapia EMDR per le fobie
Un elemento centrale per il successo del trattamento di una fobia con l’EMDR è il legame tra la paura e specifici eventi traumatici. L’identificazione di tali esperienze chiave consente una terapia più mirata ed efficace.
Nel caso di Franca, era fondamentale scoprire le memorie collegate ai sintomi della sua fobia dei serpenti. Le migliori “mete” terapeutiche sono spesso quelle scoperte attraverso il collegamento tra una recente esperienza fobica molto intensa e un’esperienza che Franca poteva ricordare con un’altrettanto significativa intensità emotiva.
Ad esempio, se Franca fosse stata terrorizzata all’idea di vedere un serpente durante una passeggiata in un parco, sarebbe stato essenziale esaminare quella paura, indagare le emozioni associate, le sensazioni fisiche – come vertigini o sudorazione – e le credenze sottostanti, come “Sono in pericolo“. Queste informazioni avrebbero consentito di “ritornare indietro” e individuare l’origine della fobia.
Immaginiamo, ad esempio, che Franca ricordasse un’esperienza in cui, da bambina, era stata spaventata da un serpente in un bosco. Potrebbe non essere stata un’esperienza direttamente traumatica, ma abbastanza impressionante da innescare la fobia. Lavorando su questa memoria specifica con la terapia EMDR, rielaborandola e depotenziando la carica emotiva associata, potremmo iniziare a ridurre l’intensità della fobia.
Una volta rielaborata la memoria traumatica e ridotto il livello di stress a zero, installiamo la nuova convinzione positiva, come “Sono al sicuro“. Franca, quindi, immagina di trovarsi di nuovo di fronte a un serpente in futuro, ma stavolta si sente rilassata e a proprio agio, con un livello di disagio che è normale per chiunque si trovi di fronte a una situazione simile.
Tuttavia, non tutte le fobie hanno un’origine così chiaramente identificabile o sono legate a episodi traumatici specifici. Alcune fobie possono essere simboliche o multicausali e possono richiedere un tempo più lungo per essere trattate.
Ad esempio, la fobia dei serpenti di Franca potrebbe essere collegata a un evento traumatico specifico, ma potrebbe anche essere una manifestazione di una più generale paura dell’ignoto o dell’incontrollabile. In tali casi, il trattamento richiederà una strategia più complessa e un impegno più lungo.
4 – Efficacia della Terapia EMDR per le fobie
Nel lavorare con esperienze traumatiche e fobie, è importante considerare tutti gli elementi associati alla paura del paziente. Ogni aspetto della fobia, sia esso legato a specifiche esperienze, ricordi, emozioni o sensazioni fisiche, può fornire informazioni preziose per la terapia. Ad esempio, nel caso di Franca, la sua fobia dei serpenti potrebbe essere collegata a un particolare evento della sua infanzia, o potrebbe essere una manifestazione di preoccupazioni più ampie riguardanti la sicurezza e il controllo.
Per ottenere un quadro completo della fobia è importante acquisire il feedback del paziente su ciò che ostacola la capacità di affrontare l’oggetto della paura. In questo modo, si possono identificare e affrontare potenziali ostacoli nel processo terapeutico.
Ad esempio, se Franca riferisce che la sola idea di un serpente suscita in lei una paura paralizzante, queste informazioni possono essere usate per guidare la successiva focalizzazione del trattamento.
Nel corso del trattamento, potrebbero emergere nuove informazioni, nuovi ricordi o nuove associazioni. Non si tratta di fallimenti, ma di nuove opportunità per capire meglio la fobia del paziente e indirizzare il trattamento in maniera più efficace. Il processo terapeutico è dinamico e richiede la capacità di adattarsi e reindirizzare il focus in base alle esigenze e alle risposte del paziente.
Nel caso di Franca, per esempio, se nel corso del trattamento emergesse un collegamento tra la sua fobia dei serpenti e un trauma dell’infanzia precedentemente non rilevato, questo potrebbe cambiare il corso del trattamento. In questo caso, il trattamento potrebbe richiedere di affrontare prima il trauma sottostante prima di poter risolvere efficacemente la fobia dei serpenti.
Riassumendo, lavorare con fobie richiede un’attenzione continua e accurata alle esperienze e alle reazioni del paziente. Le informazioni ottenute durante il trattamento possono fornire indicazioni preziose su come procedere e garantire i migliori risultati possibili.
5 – Prendere in considerazione tutte le parti associate alla paura
La terapia EMDR ha dimostrato di essere particolarmente efficace nel trattamento di fobie che derivano da incidenti traumatici specifici e facilmente identificabili. Se, ad esempio, Franca avesse sviluppato la sua paura dei serpenti in seguito a un incontro traumatico con uno di essi, l’EMDR potrebbe essere una scelta di trattamento altamente efficace.
Terapia EMDR per le fobie simboliche o multicausali
Tuttavia, esistono fobie che sono simboliche o derivano da cause multiple e, in tali casi, il trattamento può richiedere un periodo di tempo più lungo. Consideriamo, per esempio, la paura di Franca dei serpenti. Se questa paura non fosse legata a un evento traumatico specifico ma fosse piuttosto un simbolo di preoccupazioni più ampie riguardanti la sicurezza o il controllo, il trattamento potrebbe richiedere un approccio più complesso e un periodo di tempo più lungo.
Un altro aspetto da considerare è che alcune fobie possono essere collegate a traumi profondamente radicati e non necessariamente collegati all’oggetto specifico della paura.
Per esempio, se la fobia dei serpenti di Franca fosse legata a un trauma infantile non direttamente collegato ai serpenti, sarebbe importante trattare prima il trauma sottostante per poter poi affrontare efficacemente la fobia stessa.
In definitiva, il trattamento di una fobia con l’EMDR richiede una valutazione accurata e un’analisi approfondita delle possibili cause sottostanti.
Il terapeuta deve essere pronto ad affrontare non solo la fobia in sé, ma anche i fattori sottostanti che contribuiscono a essa. Questo approccio olistico e personalizzato può richiedere più tempo e pazienza, ma con la giusta guida e la volontà di affrontare le questioni profonde, l’EMDR può offrire un percorso di guarigione efficace per i pazienti come Franca.
Prove di efficacia in letteratura per la terapia EMDR per le fobie
L’EMDR è una tecnica di psicoterapia utilizzata principalmente per il trattamento del disturbo post-traumatico da stress (PTSD)
L’efficacia dell’EMDR nel trattamento di fobie specifiche può essere attribuita alla sua capacità di facilitare la rielaborazione dei ricordi disadattivi associati alla condizione fobica: la terapia EMDR prevede l’uso di stimoli bilaterali, come i movimenti oculari, per aiutare gli individui a elaborare e riformulare i ricordi o le esperienze traumatiche. Questo processo può aiutare gli individui a ridurre l’intensità della loro risposta alla paura e a sviluppare meccanismi di coping più adattivi.
Diversi studi hanno analizzato l’efficacia dell’EMDR nel trattamento di fobie specifiche.
Ad esempio, uno studio clinico randomizzato del 2013 ha rilevato che l’EMDR era efficace nel ridurre la fobia dentale nei partecipanti. Analogamente, uno studio del 1998 ha confrontato l’efficacia dell’EMDR e della terapia di esposizione nel trattamento della fobia dei ragni nei bambini e ha riscontrato che entrambi i trattamenti erano efficaci.
Inoltre, nel 2017 è stata condotta una revisione sistematica della letteratura sull’uso dell’EMDR al di là del PTSD e ha trovato prove a sostegno della sua efficacia nel trattamento di fobie specifiche, come l’ansia da volo e la fobia dentale. La revisione ha evidenziato il potenziale dell’EMDR come strumento utile nel trattamento di fobie specifiche, indipendentemente dal fatto che siano correlate ai sintomi del PTSD.
Un altro studio significativo, pubblicato nel 2017 su Frontiers in Psychology e incentrato sul trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) nei bambini e negli adolescenti, ha indicato che l’EMDR può essere efficace non solo per il PTSD, ma anche per disturbi correlati al trauma, come le fobie.
Infine, una revisione sistematica pubblicata nel 2021 sul Journal of EMDR Practice and Research ha esaminato l’efficacia dell’EMDR nel trattamento delle fobie specifiche e ha concluso che gli studi supportano la sua efficacia nel ridurre i sintomi fobici e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Questi studi forniscono un solido supporto scientifico per l’impiego della terapia EMDR nel trattamento delle fobie, offrendo speranza ai pazienti che cercano un trattamento efficace per superare le loro paure.
Esempi clinici di pazienti fobici trattati con EMDR
Terapia EMDR per la fobia degli scarafaggi: il caso di Giovanni
Giovanni ha cercato una terapia per la sua persistente e opprimente paura degli scarafaggi. Quando aveva 13 anni e viveva in Africa con i suoi genitori, ha vissuto un evento traumatico che è stato all’origine della sua fobia. Giovanni ricorda vividamente di essere entrato in cucina una sera e di essersi trovato di fronte a uno spettacolo orribile: il pavimento ricoperto di scarafaggi. Non sapendo se ne avesse involontariamente calpestato uno, provò un profondo senso di impotenza e temette di essere divorato dagli insetti.
Durante la valutazione iniziale è emerso che la paura di Giovanni per gli scarafaggi aveva un impatto significativo sulla sua vita quotidiana. Provava intense sensazioni di disgusto, paura e panico ogni volta che incontrava anche solo un piccolo insetto. Bob ha descritto i disturbi al petto, allo stomaco e ai piedi, in particolare la famigerata sensazione di “scricchiolio”. Ha espresso un forte desiderio di superare la sua fobia e di riprendere il controllo delle sue emozioni.
Per prepararsi al trattamento EMDR, il terapeuta ha iniziato installando diverse risorse. Giovanni ha accolto prontamente il concetto di un luogo sicuro, dove potersi ritirare per calmarsi ogni volta che era necessario. Ha anche identificato una figura di riferimento e un protettore che lo sostenesse durante il processo terapeutico. Con queste risorse a disposizione Giovanni si è sentito pronto a iniziare l’EMDR e ha scelto il tapping sulle ginocchia come forma di stimolazione bilaterale (BLS) preferita.
Il terapeuta ha guidato Giovanni attraverso il processo, chiedendogli di richiamare l’immagine angosciante degli scarafaggi in cucina, le sensazioni associate nel suo corpo e le emozioni e i pensieri di impotenza che l’accompagnavano. Quando il terapeuta ha iniziato la BLS battendo sulle ginocchia di Giovanni, ha notato che il suo respiro diventava pesante e affannoso. Tuttavia, nel giro di poco tempo, l’intensità ha cominciato a diminuire.
Il terapeuta ha seguito il protocollo EMDR, affrontando vari aspetti della fobia di Giovanni. Ha esplorato gli eventi antecedenti, approfondendo eventuali ulteriori episodi traumatici legati agli scarafaggi e il loro effetto sulla sua paura. Hanno poi affrontato tutte le esperienze precoci che possono aver contribuito alla fobia, insieme al ricordo specifico dell’incontro con gli scarafaggi in cucina. Giovanni ha ricordato la sua risposta di congelamento e la paura sottostante di essere consumato dagli insetti. Attraverso una rielaborazione mirata, il terapeuta ha guidato quindi Giovanni a sfidare e trasformare la sua convinzione di impotenza.
Nelle sedute successive, il terapeuta ha continuato a rielaborare altri stimoli associati e sensazioni fisiche legate agli scarafaggi. Sono stati esplorati i fattori scatenanti e le esperienze recenti che hanno intensificato la paura e si è lavorato per stabilire modelli positivi per i futuri incontri con la paura. Il terapeuta ha anche incoraggiato il paziente ad affrontare gradualmente la sua paura in situazioni di vita reale, costruendo la sua resilienza e la sua fiducia.
Trattamento della Paura di Prendere l’Ascensore con EMDR: il caso di Alice
Alice si è rivolta a me perché soffriva di una forte paura di prendere l’ascensore. Era una donna in carriera, ma questa paura stava limitando la sua vita e le opportunità lavorative. Mi ha raccontato che ogni volta che doveva prendere un ascensore provava intensa ansia e preferiva salire le scale anche se era scomodo o richiedeva più tempo.
Quando le ho chiesto da quanto tempo aveva questa paura, mi ha detto che era iniziata anni prima quando era rimasta bloccata in un ascensore per diverse ore a causa di un guasto tecnico. Durante quelle ore di attesa forzata, Alice aveva sviluppato progressivamente un senso di claustrofobia e panico che aveva condizionato la sua relazione con gli ascensori da allora.
Abbiamo cominciato il trattamento focalizzandoci su quella specifica esperienza negativa dell’ascensore. Alice ha descritto l’immagine più spaventosa: bloccata nell’ascensore buio, sentendo i suoi battiti accelerati e respirando affannosamente. La convinzione negativa (CN) associata era “Sono intrappolata” mentre la convinzione positiva (CP) era “Posso stare al sicuro”. La valutazione del disturbo (VoC) è stata valutata come 8 sul SUDS con una sensazione corporea nell’esofago come tensione.
Abbiamo iniziato il processo ripassando l’evento traumatico nel ricordo di Alice e facilitando il movimento degli occhi (BLS). Durante il trattamento, Alice ha rievocato intense ondate di emozioni e sensazioni corporee. In seguito, le ho chiesto di tornare all’immagine originale e mi ha confermato che non provava più un forte carico emotivo. Per assicurarci che tutto fosse stato elaborato correttamente, le ho chiesto di scorrere mentalmente l’intera esperienza e cercare qualsiasi residuo negativo o carico ancora presente. Grazie a questa scansione, abbiamo individuato altri dettagli ancora attivi sul cui lavorare.
Abbiamo quindi focalizzato l’attenzione su quei punti specifici dell’esperienza e ripetuto il processo di BLS fino a quando Alice non ha riportato uno SUDS pari a zero per l’intera esperienza. Successivamente, abbiamo installato una nuova CP positiva “Sono libera da paura” mentre Alice ripercorreva mentalmente l’esperienza senza provare ansia né panico.
Le ho chiesto se poteva immaginare di prendere nuovamente un ascensore in futuro e lei mi ha risposto che si sentiva pronta. Ho quindi incoraggiato Alice a immaginare tutti i passaggi per prendere nuovamente l’ascensore: avvicinarsi all’ascensore, premere il pulsante, entrare nell’ascensore e vivere la sensazione piacevole del movimento verso l’alto senza provare paura o disagio.
Dopo alcuni mesi senza notizie da parte sua, ho deciso di contattarla. Alice mi ha confidato che non aveva ancora preso un ascensore di grandi dimensioni, ma aveva iniziato a prendere quelli più piccoli senza provare disagio. Abbiamo quindi analizzato insieme cosa stava ostacolando il suo progresso e abbiamo scoperto che provava ansia nel fare una chiamata per prenotare un volo o inviare un messaggio.
Ci siamo concentrati su quella specifica ansia, ripercorrendo un ricordo correlato carico emotivamente. Dopo aver elaborato questo ricordo, Alice ha immaginato se stessa telefonicamente per prenotare una corsa in ascensore, seguita dai restanti passaggi fino all’arrivo al suo destino senza provare ansia o paura.
Dopo questa sessione, Alice mi ha comunicato di sentirsi pronta ad affrontare una nuova esperienza con un ascensore di grandi dimensioni. Poco tempo dopo mi ha informato di aver superato con successo la sua paura prendendo un ascensore che l’ha portata al suo appuntamento di lavoro.
Trattamento EMDR della paura degli aghi: il caso di Giulia
Giulia ha deciso di iniziare un trattamento EMDR perché soffre di una forte paura degli aghi. A causa di questo timore, Giulia evita qualsiasi tipo di procedura medica che coinvolga l’utilizzo di aghi, come prelievi del sangue o iniezioni. Durante la fase di preparazione, abbiamo lavorato sulla creazione di un luogo sicuro per Giulia, che si è immaginata sdraiata su una spiaggia tranquilla il cui rumore delle onde l’aiutava a rilassarsi. Abbiamo anche identificato una figura protettiva nella sua vita, ovvero un amico fidato che le forniva supporto emotivo durante il processo terapeutico.
Durante la fase dell’elaborazione del bersaglio, ho chiesto a Giulia di fermarsi su una recente situazione in cui ha sperimentato la sua paura degli aghi al massimo livello. Mi ha raccontato di quando è stata sottoposta ad un prelievo del sangue al laboratorio medico e ha iniziato ad avere panico e ansia intensa. Abbiamo identificato questa situazione come il “punto peggiore” connesso alla sua paura degli aghi e abbiamo lavorato su questa immagine mentale attraverso i movimenti oculari bilateralmente stimolati.
Dopo alcune sessioni, Giulia ha cominciato a realizzare che la sua paura non era solo legata agli aghi stessi, ma ad altri eventi passati che avevano contribuito ad alimentare questa emozione negativa. Attraverso le sedute e travaso di memoria, abbiamo scoperto che la sua paura degli aghi era collegata ad una dolorosa esperienza infantile di caduta su una piccola sedia con le gambe in metallo, simili ad aghi, che le avevano causato un forte dolore alle gambe. Questo evento aveva causato un’associazione tra il dolore e gli aghi stessi.
Con l’aiuto dell’EMDR, Giulia ha cominciato ad elaborare questo ricordo doloroso e a disimparare l’associazione negativa tra gli aghi e il dolore. Attraverso l’utilizzo della stimolazione bilaterale dei movimenti oculari, siamo riusciti a ridurre gradualmente l’intensità emozionale legata al ricordo del dolore alle gambe. Inoltre, ho incoraggiato Giulia ad esplorare altre situazioni in cui si sentiva in preda alla sua paura degli aghi, come il vedere qualcuno fare un’iniezione o assistere ad una scena di prelievo del sangue in televisione.
Giulia ha notato un progressivo miglioramento nella gestione della sua paura. Ha cominciato a sentire meno ansia e tensione fisica quando pensava agli aghi o si trovava in situazioni che avrebbero potuto scatenare la sua fobia. Progressivamente è riuscita anche ad affrontare alcune situazioni temute come fare un prelievo del sangue senza percepire lo stesso livello di paura che provava prima.
Durante le sessioni successive, abbiamo lavorato sul rafforzamento delle sue risorse interne per aumentare la sua fiducia nella capacità di gestire la paura degli aghi in modo più efficace. Abbiamo consolidato questa convinzione positiva attraverso l’installazione di nuovi pensieri come “Posso affrontare la mia paura degli aghi” e “Sono in grado di gestire le situazioni che coinvolgono aghi in modo sicuro”.
A conclusione del trattamento, Giulia si sente notevolmente migliorata nella gestione della sua paura degli aghi. Non prova più l’ansia paralizzante che provava in passato e ha acquisito delle strategie concrete per affrontare situazioni che coinvolgono gli aghi. Siamo entrambi fiduciosi che possa continuare a migliorare nel tempo e a vivere una vita meno limitata dalla sua paura.
Conclusioni
In conclusione, il protocollo EMDR per le fobie si rivela un approccio terapeutico altamente efficace per il trattamento delle fobie, tra cui la paura degli aghi. Attraverso l’utilizzo di tecniche specifiche di movimenti oculari bilaterali e la rielaborazione dei ricordi traumatici associati alla fobia, l’EMDR offre ai pazienti l’opportunità di trasformare le loro emozioni negative in risposte più adattive e funzionali.
Come dimostrato dagli esempi clinici presentati, il trattamento EMDR può svolgere un ruolo significativo nel superare le paura specifiche. Lavorando con i pazienti per identificare i ricordi specifici e le associazioni negative che alimentano la loro fobia, i terapeuti possono aiutare i pazienti a rielaborare queste esperienze passate in modo da ridurre l’intensità dell’emozione negativa associata alle fobie. Questo processo consente ai pazienti di sviluppare nuove risposte emotive e comportamentali integrate e sperimentare una maggiore fiducia nella gestione della loro paura.
Inoltre, il protocollo EMDR per le fobie offre anche opportunità per l’affermazione delle risorse interne del paziente. Attraverso la costruzione di immagini mentali di luoghi sicuri, figure protettive e pensieri positivi, i pazienti sono in grado di sviluppare una base solida su cui contare durante le situazioni temute legate alla fobia degli aghi.
È importante sottolineare che il trattamento delle fobie attraverso l’EMDR richiede la guida esperta di un terapeuta EMDR qualificato. La terapia dovrebbe essere personalizzata per adattarsi alle specifiche esigenze del paziente e il progresso deve essere monitorato attentamente nel corso delle sessioni.
In conclusione, le testimonianze raccontate attraverso gli esempi clinici dimostrano che l’EMDR può essere un prezioso strumento per liberarsi dalle fobie, permettendo ai pazienti di vivere una vita più libera e soddisfacente.
Se siete affetti da una paura debilitante degli aghi, dei ragni, dell’aereo o qualsiasi altra fobia, l’EMDR potrebbe essere la soluzione che stavi cercando per superare i tuoi ostacoli emotivi e raggiungere una maggiore serenità.
Non esitate a consultare un professionista esperto per iniziare il vostro viaggio verso il recupero e il benessere!
Psicoterapeuta EMDR a Milano e Neuropsichiatra, mi occupo di diagnosi e cura del disagio psicologico negli adulti e in età evolutiva integrando la metodica EMDR. Ricevo nel il mio studio di Milano.
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