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Neuropsichiatra Infantile: Cosa Fa e Quando Rivolgersi a un Esperto

Neuropsichiatra infantile chi è e quando serve

La neuropsichiatria infantile è una specializzazione medica che si occupa della diagnosi e del trattamento dei disturbi emotivi, cognitivi e comportamentali nei bambini e negli adolescenti.

In questo articolo, esploreremo la figura del neuropsichiatra infantile, le sue competenze e la formazione necessaria per diventare un esperto.

Inoltre, discuteremo il ruolo del neuropsichiatra infantile nella diagnosi e nel trattamento delle patologie, nonché le opzioni terapeutiche disponibili per i pazienti.

neuropsichiatra infantile chi è e cosa fa
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Chi è il Neuropsichiatra Infantile?

Definizione e specializzazione

Il neuropsichiatra infantile è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi emotivi, cognitivi e comportamentali nei bambini e negli adolescenti. Questa specializzazione medica si concentra sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso nel primo periodo della vita.

I neuropsichiatri infantili lavorano con pazienti da zero a 18 anni di età e si concentrano sulla diagnosi e sulla cura di disturbi come l’autismo, l’ADHD, la depressione e l’ansia.

Competenze specifiche

Il neuropsichiatra è un professionista altamente qualificato e specializzato. Non solo ha una conoscenza approfondita della neurologia infantile, ma ha anche una comprensione dei problemi psicologici e comportamentali che possono influire sulla salute dei bambini.

Inoltre, i neuropsichiatri sono in grado di utilizzare tecniche di diagnosi avanzate per identificare i problemi dei pazienti e sviluppare un piano di trattamento efficace.

Formazione e qualifiche

Per diventare un neuropsichiatra infantile, è necessario seguire un percorso di formazione medica che comprende la laurea in medicina di 6 anni, la specializzazione in neuropsichiatria infantile di 5 anni e l’ottenimento dell’abilitazione alla professione medica.

Inoltre, molti neuropsichiatri infantili continuano a prendere parte a programmi di formazione e aggiornamento per rimanere al passo con le ultime scoperte e tecniche di trattamento oltre che un lungo training psicologico e psicoterapeutico di diversi anni per poter approcciare al meglio i propri piccoli pazienti e i loro genitori.

Quando Consultare un Neuropsichiatra Infantile?

Questa figura interviene quando si verificano problematiche legate alla sfera neurologica, neuropsicologica, psicologica e psichiatrica in età infantile.

Generalmente l’input per una visita specialistica dal neuropsichiatra infantile nasce dalla scuola o dal pediatra qualora si verifichino disagi o ancora, quando il bambino presenta gravi problematiche legate a patologie che debilitano deambulazione, vista e udito.

Il neuropsichiatra lavora generalmente in un’equipe composta da assistente sociale, psicologo e logopedista. Il suo ruolo e il suo operato variano a seconda dell’incarico e della situazione del bambino preso in carico.

Egli viene interpellato laddove necessiti una diagnosi funzionale che descriva con precisione la situazione di un bambino e l’effettiva necessità di sostegno (insegnante di sostegno, educatore specialistico, educatore domiciliare), non soltanto quando vi sono ritardi cognitivi e disturbi dell’attenzione ma anche qualora in un bambino vi siano deficit legati alla motricità e alla sfera uditiva, visiva e sensoriale.

Talvolta può essere incaricato dai servizi sociali o dal Tribunale dei Minori per monitorare difficili situazioni dove si sono verificati violenze e abusi.

In generale, è consigliabile consultare un neuropsichiatra quando si notano comportamenti anomali o ritardi nello sviluppo che influiscono sulla vita quotidiana del bambino. Un intervento precoce da parte di un neuropsichiatra infantile è fondamentale per un trattamento efficace e per ottenere il miglior risultato possibile

L’importanza dell’intervento precoce

È importante ricordare che un intervento precoce è essenziale per un trattamento efficace. Se i problemi vengono identificati e trattati precocemente, il bambino ha maggiori possibilità di migliorare e di raggiungere il massimo potenziale. Inoltre, un trattamento precoce può prevenire eventuali complicazioni future.

Patologie Trattate dal Neuropsichiatra Infantile

Patologie Trattate dal Neuropsichiatra

Questi professionisti affrontano una serie di disturbi comportamentali, disturbi dell’apprendimento, disturbi neurologici e disturbi dello sviluppo che possono influenzare significativamente la vita quotidiana e il benessere generale del bambino.

Tra le patologie più comunemente trattate dal neuropsichiatra troviamo:

  • Disturbo dello spettro autistico: un insieme di condizioni caratterizzate da difficoltà nella comunicazione e interazione sociale, spesso accompagnate da comportamenti ripetitivi.
  • ADHD (Disturbo da deficit di attenzione e iperattività): i bambini affetti da ADHD possono mostrare sintomi come inattività, impulsività e difficoltà di concentrazione.
  • Depressione infantile: non solo gli adulti, ma anche i bambini possono soffrire di depressione, manifestando tristezza prolungata, perdita di interesse nelle attività quotidiane e altri sintomi caratteristici.
  • Sindrome di Tourette: una condizione neurologica caratterizzata da tic motori e vocali involontari e ripetitivi.
  • Dislessia: un disturbo dell’apprendimento che influisce sulla capacità del bambino di leggere e scrivere efficacemente.
  • Disturbi Neurologici: I neuropsichiatri infantili sono in grado di identificare e trattare i disturbi neurologici nei bambini, come l’epilessia, la paralisi cerebrale e la spasticità. Questi disturbi possono influire sulla salute e sul benessere del bambino e richiedono una diagnosi e un trattamento precoci.

La diagnosi di queste patologie richiede una valutazione approfondita. Il neuropsichiatra infantile utilizza una serie di strumenti e tecniche diagnostici avanzati per valutare, identificare e, successivamente, proporre il trattamento più adatto per questi disturbi nei bambini.

Come trovare un neuropsichiatra infantile

Per trovare un neuropsichiatra infantile, è possibile rivolgersi al proprio pediatra di famiglia o a uno specialista. Inoltre, molte associazioni mediche e organizzazioni no-profit offrono risorse e informazioni per aiutare le famiglie a trovare un neuropsichiatra infantile nella propria zona.

Il Ruolo del Neuropsichiatra Infantile

Collaborazione con altri professionisti

Il neuropsichiatra infantile lavora spesso con altri professionisti, come psicologi, terapisti del comportamento e logopedisti, per fornire una cura completa ai pazienti. Inoltre, i neuropsichiatri infantili possono lavorare con i genitori e gli educatori per sviluppare strategie di intervento a lungo termine per aiutare il bambino a raggiungere il massimo potenziale.

Strumenti e tecniche diagnostici

I neuropsichiatri infantili utilizzano una vasta gamma di strumenti diagnostici per identificare i problemi dei pazienti. Questi strumenti possono includere test psicologici, osservazioni cliniche e interviste con i genitori e gli educatori.

Come avviene la visita medica

Durante la visita medica, il neuropsichiatra infantile esaminerà il bambino e raccoglierà informazioni sulla sua storia clinica e sulle sue esperienze di vita. Inoltre, il neuropsichiatra infantile può utilizzare strumenti diagnostici per identificare eventuali problemi e sviluppare un piano di trattamento.

Opzioni di Trattamento

Farmaci

I neuropsichiatri infantili possono prescrivere farmaci per trattare i disturbi emotivi, cognitivi e comportamentali nei bambini. Questi farmaci possono aiutare a ridurre i sintomi e migliorare il funzionamento del bambino.

Tuttavia, è importante ricordare che i farmaci possono avere effetti collaterali e che devono essere prescritti solo da un medico qualificato.

Terapia comportamentale

La terapia comportamentale è un approccio terapeutico che si concentra sul cambiamento dei comportamenti del bambino. La terapia comportamentale può essere utile per il trattamento dei disturbi dell’attenzione, dell’iperattività e del comportamento oppositivo provocatorio.

Terapia psicologica

La terapia pspicologica è un approccio terapeutico che si concentra sul cambiamento dei modelli di pensiero del bambino. Questo approccio può essere utile per il trattamento della depressione, dell’ansia e del disturbo ossessivo-compulsivo.

L’EMDR fa parte dell’armamentario moderno di un Neuropsichiatra Infantile visto che la Terapia EMDR può essere usata anche con bambini molto piccoli e con i ragazzini soprattutto quando sussistono problematiche traumatiche e fortemente condizionanti le performaces del minore a scuola.

Terapie alternative

Alcune terapie alternative, come la terapia occupazionale, la terapia musicale e la terapia animale, possono essere utili per il trattamento di disturbi emotivi, cognitivi e comportamentali nei bambini.

Caso di Studio: Intervento Precoce per un Disturbo dell’Apprendimento

Un esempio concreto dell’importanza dell’intervento precoce da parte di un neuropsichiatra infantile è il caso di Sofia, una bambina di 7 anni che ha iniziato a mostrare difficoltà nell’apprendimento a scuola. I suoi genitori, Elena e Marco, hanno notato che Sofia aveva difficoltà a seguire le lezioni, a concentrarsi e a completare i compiti a casa.

Preoccupati per il suo rendimento scolastico in calo, Elena e Marco hanno deciso di consultare un neuropsichiatra infantile. Durante la visita, la dottoressa ha eseguito una serie di test e valutazioni per identificare le possibili cause delle difficoltà di Sofia.

Dopo una diagnosi accurata, è emerso che Sofia soffriva di un disturbo dell’apprendimento chiamato dislessia. La neuropsichiatra infantile ha spiegato a Elena e Marco che la dislessia è un disturbo neurologico che colpisce la capacità di leggere e comprendere il testo.

La dottoressa ha consigliato un intervento precoce per aiutare Sofia a gestire la sua dislessia e migliorare le sue abilità di apprendimento. Ha suggerito una combinazione di terapia comportamentale e terapia cognitiva, insieme a un piano di supporto personalizzato a scuola.

Grazie all’intervento tempestivo del neuropsichiatra infantile, Sofia è stata in grado di ricevere il supporto di cui aveva bisogno per superare le sue difficoltà di apprendimento. Con l’aiuto di tutor specializzati e l’adattamento delle attività scolastiche, Sofia ha iniziato a fare progressi significativi.

Neuropsichiatra InfantilePsicologoNeurologo
Definizione e specializzazioneMedico specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi neurologici, affettivi e comportamentali nei bambini e negli adolescentiProfessionista che si occupa della diagnosi e del trattamento dei problemi emotivi e comportamentaliSpecializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi neurologici
Competenze specificheConoscenza approfondita della neurologia infantile, dei problemi psicologici e comportamentali e delle tecniche diagnostiche avanzateConoscenza approfondita della psicologia e delle tecniche di trattamento psico-comportamentaleConoscenza approfondita della neurologia e delle tecniche diagnostiche specializzate
Quando consultareQuando si notano comportamenti anomali o ritardi nello sviluppo che influiscono sulla vita quotidiana del bambinoPer il trattamento di problemi emotivi e comportamentali comuni, come l’ansia e la depressione in soggetti ben integrati e funzionantiPer la diagnosi e il trattamento di disturbi neurologici, come l’epilessia e la paralisi cerebrale

Definizione e specializzazione

Il neuropsichiatra infantile è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi emotivi, cognitivi e comportamentali nei bambini e negli adolescenti.

Lo psicologo è un professionista che si occupa della diagnosi e del trattamento dei problemi emotivi e comportamentali, ma non ha una formazione medica.

Il neurologo, d’altra parte, si concentra sulla diagnosi e sul trattamento dei disturbi neurologici, come l’ictus e la malattia di Parkinson.

Competenze specifiche

Il neuropsichiatra infantile ha una conoscenza approfondita della neurologia infantile, dei problemi psicologici e comportamentali e delle tecniche diagnostiche avanzate. Lo psicologo ha una conoscenza approfondita della psicologia e delle tecniche di trattamento comportamentale. Il neurologo ha una conoscenza approfondita della neurologia e delle tecniche diagnostiche specializzate.

Uno psicologo può essere utile per il trattamento di problemi emotivi e comportamentali nei bambini e adulti una volta escluse patologie maggiori di natura neuropsichiatrica. Un neurologo può essere utile per la diagnosi e il trattamento di disturbi neurologici negli adulti, come l’epilessia e la paralisi cerebrale.

Conclusione

In conclusione, il neuropsichiatra infantile è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi emotivi, cognitivi e comportamentali nei bambini e negli adolescenti. È importante consultare un neuropsichiatra infantile quando si notano comportamenti anomali o ritardi nello sviluppo che influiscono sulla vita quotidiana del bambino. Un intervento precoce è essenziale per un trattamento efficace e il miglior risultato possibile. Con le giuste informazioni e collaborazione con il medico, i genitori possono trovare la migliore cura per il loro bambino.

Domande frequenti sulla neuropsichiatria infantile

Chi è il neuropsichiatra infantile?

Il neuropsichiatra infantile è uno specialista che si occupa dei disturbi neurologici e psichiatrici nei bambini.

Cosa fa un neuropsichiatra infantile?

Il neuropsichiatra infantile valuta, diagnostica e tratta i disturbi neurologici e psichiatrici nei bambini.

Come può aiutare un neuropsichiatra infantile?

Il neuropsichiatra infantile può aiutare identificando e trattando i disturbi neurologici e psichiatrici dei bambini.

Quando è necessario consultare un neuropsichiatra infantile?

È necessario consultare un neuropsichiatra infantile quando il bambino presenta problemi di sviluppo, comportamentali o emotivi.

Cosa succede durante una visita con il neuropsichiatra infantile?

Durante una visita con il neuropsichiatra infantile, verranno raccolte informazioni sullo sviluppo e il comportamento del bambino.

Cosa fare se si ha paura del giudizio degli altri nel consultare un neuropsichiatra infantile?

Non bisogna preoccuparsi del giudizio degli altri. La salute del bambino viene prima e il neuropsichiatra infantile è lì per aiutare.

Cosa succede dopo una seduta di EMDR?

Hai mai sentito parlare della Terapia con EMDR? Si tratta di una metodologia innovativa ed efficace nella cura dei disturbi legati a esperienze traumatiche o stressanti dal punto di vista emotivo. 

Ma cosa succede dopo una seduta di EMDR?

Molte persone si pongono questa domanda e, in questo articolo, scopriremo insieme quali sono gli effetti terapeutici di questa forma di psicoterapia e come essa può modificare in modo rapido e duraturo i ricordi disturbanti che influenzano la vita quotidiana della persona. 

Cos’è la Terapia con EMDR

La terapia EMDR è un approccio terapeutico psicoterapico usato per curare eventi traumatici e stressanti. L’EMDR si concentra sulla rievocazione dell’evento traumatico per far rielaborare tale ricordo in maniera adeguata, con la conseguente riduzione della sintomatologia.

Durante la terapia, il terapista EMDR aiuta il paziente attraverso una stimolazione specifica che coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali, come i movimenti oculari alternati o altre stimolazioni destra/sinistra. Questo permette al soggetto di percepire il ricordo con più distacco, di sentire le emozioni meno intensamente con sensazioni fisiche meno disturbanti e di modificare infine le convinzioni negative su di sé.

La stimolazione cerebrale bilaterale dona un’opportunità al cervello di elaborare i ricordi in modo efficace e adattivo e di conseguenza migliorare la stabilità emotiva dei pazienti. L’EMDR è particolarmente indicato per disturbi legati a eventi stressanti o traumatici come il disturbo post traumatico da stress. 

Effetti terapeutici della Terapia con EMDR

Cambiamenti che avvengono nei ricordi disturbanti

Durante una seduta di terapia con EMDR, avviene un cambiamento significativo nei ricordi disturbanti dell’individuo. Il blocco dell’elaborazione dei ricordi traumatici viene rimosso, permettendo una rielaborazione adeguata dei traumi attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva.

Grazie a questa metodologia, i ricordi traumatici perdono la loro carica emotiva negativa, i pensieri intrusivi si attutiscono o spariscono diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e le sensazioni fisiche si riducono in intensità.

Inoltre, l’elaborazione dell’esperienza traumatica permette al paziente di cambiare prospettiva e di modificare le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione. Questo consente di adottare comportamenti più adattivi, migliorando la qualità della vita dell’individuo.

Comportamenti adattivi che emergono dopo la terapia

Dopo aver fatto una terapia EMDR, i pazienti spesso sperimentano dei cambiamenti nei loro comportamenti che emergono naturalmente come risultato del trattamento.

Qui di seguito sono elencate alcune delle modifiche comportamentali che i pazienti possono notare dopo aver fatto una terapia EMDR:

  • I pazienti spesso riferiscono di sentirsi più forti e resilienti di fronte alle situazioni stressanti della vita quotidiana.
  • La terapia EMDR può contribuire a ridurre i comportamenti di evitamento che spesso accompagnano i disturbi correlati allo stress post-traumatico.
  • I pazienti possono sperimentare una maggiore capacità di gestire le emozioni e una maggiore reattività agli stimoli.
  • La terapia EMDR può contribuire a migliorare le abilità comunicative e relazionali, favorendo una migliore comprensione dell’altro e una maggiore capacità di ascolto.
  • La terapia EMDR può aiutare a ridurre i comportamenti disfunzionali, favorendo comportamenti più adattivi e funzionali nella vita quotidiana.

In sostanza, la terapia EMDR può contribuire a sviluppare una maggiore capacità di adattamento alle situazioni stressanti, favorendo una migliore qualità della vita. 

La visione dei pazienti dopo EMDR

Le impressioni dei pazienti sulla terapia

Le impressioni dei pazienti sulla terapia EMDR sono state estremamente positive, evidenziando gli effetti benefici del trattamento.

Alcuni pazienti hanno sottolineato la notevole diminuzione della carica emotiva che circondava il ricordo traumatico dopo le sedute di terapia.

  • Ad esempio, un paziente che ha subito un incidente d’auto traumatico ha descritto come la sensazione di ansia e paura associata all’evento si sia progressivamente ridotta, consentendogli di vivere in modo più equilibrato.

Un altro aspetto importante segnalato dai pazienti è stata la sensazione di maggiore calma e tranquillità interiore dopo le sedute di terapia.

  • Ad esempio, una vittima di violenza domestica ha raccontato di come l’EMDR l’abbia aiutata a liberarsi delle sensazioni di ipervigilanza costante e di tensione emotiva, permettendole di riconquistare una sensazione di serenità nella sua vita quotidiana.

I pazienti hanno espresso grande gratitudine per l’attenzione e la cura ricevute dai terapeuti durante il processo di elaborazione del trauma.

Un paziente che ha affrontato un trauma da abuso sessuale ha condiviso come il suo terapeuta EMDR sia stato empatico, rispettoso e presente durante tutto il percorso terapeutico, creando un ambiente sicuro e di fiducia che gli ha permesso di affrontare le emozioni difficili in modo efficace.

Inoltre, i pazienti hanno sottolineato un significativo miglioramento nella qualità della loro vita che si è riflettuto anche nelle relazioni con gli altri.

  • Ad esempio, una persona che ha subito bullismo cronico ha riportato come l’EMDR l’abbia aiutata a superare la paura e la bassa autostima, consentendole di ricostruire legami sani e gratificanti con gli altri.

Questi esempi testimoniano l’efficacia della terapia EMDR nel fornire sollievo dai sintomi legati al trauma e migliorare la qualità complessiva della vita dei pazienti.

La combinazione di una riduzione della carica emotiva, un aumento della calma interiore, un sostegno empatico del terapeuta e miglioramenti nelle relazioni personali sono solo alcuni dei risultati positivi riportati dai pazienti che hanno fatto la terapia con EMDR.

In generale, gli individui che hanno fatto la terapia EMDR hanno riferito un’esperienza positiva, che ha portato a un miglioramento della loro salute psicologica e fisica.

Tuttavia, come ogni tecnica terapeutica, la Terapia con EMDR non è adatta a tutti e può avere degli effetti collaterali. In questo articolo esaminiamo i pro e contro della tecnica EMDR.

È importante rivolgersi a un professionista esperto e qualificato per valutare se questa terapia è adatta alle proprie esigenze.

Effetti sulla memoria dei ricordi traumatici dopo un trattamento

Dopo un evento traumatico, i ricordi restano congelati nella memoria causando disfunzioni e problemi psicologici. L’EMDR invece, permette di rielaborare i ricordi in modo adeguato, svincolandosi dall’esperienza negativa.

Grazie all’utilizzo dei movimenti oculari, l’approccio terapeutico permette di riattivare la capacità di autoguarigione del cervello, favorendo la memoria e gli altri processi cognitivi.

Dopo una seduta di EMDR, i ricordi disturbanti si dissolvono, i pensieri intrusivi si attenuano, si attingono risorse per metabolizzare l’evento traumatico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità.

I cambiamenti sono rapidi e duraturi: l’immagine del ricordo cambia, diventando sfumata e meno disturbante; le valutazioni cognitive sul sé si adattano e le reazioni fisiche scompaiono. Insomma, l’EMDR aiuta a liberarsi dai ricordi traumatici, permettendo di vivere serenamente il presente e guardare al futuro con speranza.

Stato d’animo degli individui che hanno fatto EMDR

Dopo aver seguito un percorso di Terapia con EMDR, gli individui che ne hanno beneficiato riportano un miglioramento considerevole dello stato d’animo in generale. Essi si sentono più liberi dal peso dei ricordi traumatici e dalle emozioni negative ad essi associate.

La Terapia con EMDR, infatti, è in grado di modificare l’attivazione neuronale legata ai ricordi disturbanti, favorendo un cambiamento degli schemi cognitivi e comportamentali del paziente. Ciò porta alla riduzione del livello di stress, ansia e depressione, che sono spesso legati ai ricordi traumatici.

Grazie a questo miglioramento del proprio stato emotivo, gli individui che hanno fatto EMDR possono riscoprire la speranza e la fiducia in sé stessi e nella vita, e affrontare le difficoltà quotidiane con maggiore serenità.

Tuttavia, come in ogni percorso terapeutico, è importante sottolineare che i risultati possono variare da individuo a individuo e che gli effetti positivi possono richiedere del tempo per affacciarsi nella vita quotidiana.

Che cosa può accadere dopo una seduta di EMDR

Descrizione degli effetti collaterali possibili

Gli effetti collaterali della terapia EMDR sono solitamente lievi e transitori. Tuttavia, ci sono alcune possibili conseguenze indesiderate che il paziente può sperimentare durante o dopo la terapia.

Le seguenti opzioni sono alcune delle effetti collaterali possibili da considerare:

1. Aumento temporaneo dei sintomi: alcuni pazienti possono sperimentare un temporaneo aumento dei sintomi come l’ansia, il panico, la rabbia e la tristezza durante il processo di EMDR.

2. Fatica: alcuni pazienti potrebbero sperimentare stanchezza dopo la terapia, poiché EMDR implica l’attivazione di molte energie emotive.

3. Mal di testa: alcuni pazienti possono avere mal di testa dopo la terapia. Questi mal di testa tendono ad essere lievi e passano in breve tempo.

4. Sogni vividi: durante la terapia, alcuni pazienti possono vivere sogni vividi e intensi. Questo è un segno che la terapia sta lavorando.

In generale, EMDR è considerato un metodo terapeutico sicuro e poco invasivo per il trattamento del trauma. Tuttavia, è sempre importante parlare con il proprio terapeuta se si nota qualsiasi sintomo sospetto durante il processo di terapia. 

Descrizione del potenziali trigger che possono modificare il processo terapeutico

Durante il trattamento EMDR, ci sono fattori che possono influenzare il processo terapeutico in modo significativo. Ecco alcuni possibili trigger da considerare:

1. Condizioni ambientali: l’ambiente circostante durante la seduta può avere un impatto notevole sull’efficacia dell’EMDR. Ad esempio, rumori esterni, temperature eccessivamente alte o basse o persino l’arredamento della stanza possono essere elementi che distraggono il paziente e rendono più difficile la concentrazione sulla stimolazione bilaterale.

2. Cambiamenti interni: le fluttuazioni emotive o fisiche di un paziente possono influenzare il processo terapeutico. Ad esempio, se il paziente è stanco, preoccupato o agitato prima della seduta, potrebbe avere più difficoltà nell’affrontare il trauma.

3. Supporto sociale: il supporto di amici e familiari può aiutare il paziente a superare i momenti difficili della terapia EMDR. Viceversa, una mancanza di supporto o un ambiente in cui il trauma è stato minimizzato o ridicolizzato possono ostacolare il recupero del paziente.

4. Focalizzazione dell’attenzione: il processo EMDR richiede al paziente di concentrarsi intensamente sui propri pensieri e sensazioni. Tuttavia, alcune persone potrebbero avere difficoltà a focalizzarsi con la stimolazione bilaterale, specialmente se hanno problemi di attenzione o di concentrazione.

5. Condizioni mediche o terapie concomitanti: alcune condizioni mediche, come problemi di vista o orecchie, potrebbero interferire con la somministrazione di EMDR. Inoltre, i farmaci o altre terapie che un paziente sta assumendo contemporaneamente potrebbero influenzare l’efficacia dell’EMDR.

È importante che il terapeuta tenga in considerazione tutti questi fattori e sviluppi un piano adatto alle esigenze del paziente per massimizzare la possibilità di successo terapeutico. 

Ecco perchè è fondamentale che il terapeuta sia preparato e ben formato, come per esempio può essere un terapeuta medico già psicoterapeuta formatosi come Terapeuta EMDR Practitioner a Milano.

Riflessioni finali sulla terapia EMDR e sui possibili effetti sul paziente.

La terapia con EMDR è un approccio terapeutico sempre più utilizzato per il trattamento di traumi e problemi derivanti da esperienze stressanti. Nonostante siamo solo all’inizio della comprensione di come e perché funzioni, numerosi studi dimostrano la sua efficacia nel trattamento del disturbo post-traumatico da stress.

La terapia si basa sulla stimolazione bilaterale che permette di ristabilire l’equilibrio eccitatorio/inibitorio tra gli emisferi cerebrali e si svolge in diverse fasi, la preparazione, l’identificazione del ricordo traumatico e la somministrazione della stimolazione bilaterale tramite movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata.

L’effetto della terapia può portare a cambiamenti nei ricordi disturbanti, comportamenti adattivi positivi, miglioramento della memoria e stato d’animo degli individui.

Sebbene possano esserci effetti collaterali o potenziali trigger che possono modificare il processo terapeutico, i pazienti riportano spesso una miglioramento generale della loro salute mentale dopo la terapia. La terapia EMDR può quindi essere considerata un’opzione promettente per il trattamento di traumi ed esperienze traumatiche. 

EMDR nel trattamento di fobie, disturbi da panico o agorafobia

Nessuna ricerca riguardante l’ EMDR nel trattamento di fobie, disturbi da panico e agorafobia, è riuscita a riportare prove empiriche forti di effetti positivi; nonostante questi risultati siano in parte dovuti a limiti metodologici dei diversi studi, è possibile che la terapia EMDR semplicemente non sia sufficientemente efficace contro questi disturbi. De Jongh, Ten Broek e Renssen (1999) suggeriscono che, dal momento che l’EMDR è una terapia per il trattamento dei ricordi dolorosi e patologie annesse, potrebbe risultare più efficace nel trattamento dei disturbi d’ansia dovuti ad un particolare evento traumatico (es. la fobia dei cani dovuta ad un morso) e meno per quelli di origine sconosciuta (es. la fobia dei serpenti).

EMDR e Paura del Dentista

Ci sono stati diversi test clinici randomizzati che hanno valutato l’EMDR nel trattamento di fobie come dell’aracnofobia (Muris & Merckelbach, 1997; Muris, Merckelbach, van Haaften, & Nayer, 1997; Muris, Merkelbach, Holdrinet, & Sijsenaar, 1998) ed hanno riportato che l’EMDR è meno efficace nell’eliminazione della fobia rispetto alla terapia dell’esposizione in vivo. I limiti metodologici di queste ricerche includono il non utilizzo del protocollo completo di trattamento EMDR (Shapiro, 1999) e la confusione sui risultati data dall’utilizzo del protocollo del trattamento per esposizione come valutazione post-terapia. Nei casi di utilizzo del protocollo completo dell’EMDR per il trattamento di fobie mediche e dentali (De Jongh et al., 1999; De Jongh, van den Oord, & Ten Broeke, 2002), sono stati invece raggiunti buoni risultati; un test randomizzato controllato (Doering et al., 2013) riporta che dopo tre sessioni di terapia EMDR l’elaborazione del ricordo ha portato all’eliminazione della paura dentale. “Ad un anno di distanza, l’83.3% dei pazienti si erano sottoposti a normali cure dentali (d=3.20)”

L’utilità clinica è un aspetto importante nella scelta del trattamento: l’applicazione della terapia dell’esposizione in vivo può essere impossibile per terapisti che non abbiano un facile accesso agli oggetti della fobia (es. ragni) nel loro studio, oltre al fatto che alcune fobie possono essere limitate a situazioni (es. temporali) o posti (es. ponti) precisi. L’ EMDR nel trattamento di fobie può essere una terapia più pratica in questi casi rispetto all’esposizione in vivo, mentre aspetti di quest’ultima possono essere aggiunti come compiti (De Jongh et al., 1999).

EMDR e Disturbo da Panico

Sono stati svolti tre studi sull’efficacia dell’ EMDR nel trattamento di fobie e  dei disturbi da panico con o senza agorafobia. I primi due sono stati studi preliminari (Feske & Goldstein, 1997;Goldstein & Feske, 1994) e hanno preso in considerazione trattamenti di breve durata (sei sessioni) dei disturbi da panico; i risultati sono stati promettenti, ma influenzati negativamente dalla scarsa durata del trattamento. Feske e Goldstein scrivono “Perfino dalle 10 alle 16 sessioni dei trattamenti più efficaci portano raramente a una normalizzazione dei sintomi del panico, specialmente quando questi sono complicati dalla presenza dell’agorafobia”. In aggiunta è stato notato che gli effetti della terapia EMDR si sono dimostrati ancora presenti in periodi successivi. È stato condotto un terzo studio (Goldstein et al., 2000) per valutare gli eventuali benefici di un trattamento più lungo, tuttavia questa ricerca aveva un target di popolazione diverso dal momento che trattava pazienti affetti da agorafobia che non hanno risposto bene alla terapia EMDR. Goldstein suggerisce che questi pazienti potrebbero necessitare di una preparazione più intensa per sviluppare una tolleranza all’ansia rispetto a quella proposta nello studio.

Una ricerca (Faretta, 2013) paragona 12 sessioni di EMDR con la Terapia Cognitivo Comportamentale nel trattamento dei disturbi da panico con o senza agorafobia; il trattamento delle cause, degli inneschi e dei ricordi è stato svolto in sessioni senza l’utilizzo di compiti specifici, mentre il gruppo che si occupava della Terapia Cognitivo Comportamentale ha utilizzato durante la sessione esercizi di respirazione, rilassamento ed esposizioni ad immagini, e ha assegnato compiti sia di rilassamento che di esposizione. Entrambi i trattamenti hanno mostrato un evidente calo dei sintomi d’ansia oltre che dell’intensità e della frequenza degli attacchi di panico; l’EMDR, in più, ha portato a un numero significativamente inferiore di attacchi di panico rispetto alla Terapia Cognitivo Comportamentale nei test svolti in periodi successivi.

Indicazioni terapeutiche EMDR: può essere applicata a qualsiasi disturbo clinico?

No, la terapia EMDR è stata sviluppata per il trattamento di ricordi traumatici e la ricerca ha dimostrato la sua efficacia nella cura del DPTS . La dottoressa Shapiro (2001) afferma che dovrebbe essere d’aiuto nella riduzione o eliminazione dei disturbi derivanti da un’esperienza dolorosa. Negli anni le indicazioni terapeutiche EMDR si sono notevolmente allargate.

Indicazioni terapeutiche EMDR

Ad esempio lo studio svolto da Brown, McGoldrick e Buchanan (1997) ha riportato un serie di cinque casi su sette di diminuzione del Disturbo da Dismorfismo Corporeo dopo 1-3 sessioni di terapia EMDR orientata all’elaborazione del ricordo individuato come causa; analogamente sono stati riportati casi di eliminazione di dolori articolari fantasma dopo un trattamento EMDR del ricordo alla base e delle sensazioni dolorose (Vanderlaan, 2000; Wilensky, 2000; S. A. Wilson, Tinker, Becker, Hofmann, & Cole, 2000). Non sono state fatte previsioni sull’efficacia della terapia EMDR nell’alleviamento completo dei sintomi dei disturbi con base psicologica, come la schizofrenia o il disturbo bipolare, ma ci sono contributi sperimentali che potrebbero giocare un ruolo chiave nella risoluzione di alcuni sintomi e sono stati riportati casi di persone affette da tali disturbi e che hanno ottenuto buoni risultati grazie all’utilizzo della terapia EMDR per il trattamento della sensazione di disagio riguardante gli eventi traumatici.

Altri studi clinici

In aggiunta agli studi svolti per valutare l’efficacia della terapia EMDR nel trattamento del DPTS, delle fobie e dei disturbi da panico, alcune ricerche preliminari hanno indicato che le indicazioni terapeutiche EMDR potrebbe essere allargate al trattamento di altri disturbi, compresi :

  • disturbi dissociativi (es. Fine & Berkowitz, 2001; Lazrove & Fine, 1996; Paulsen, 1995),
  • ansia da prestazione (Foster & Lendl, 1996; Maxfield & Melnyk, 2000),
  • disturbo da Dismorfismo Corporeo (Brown et al., 1997);
  • disturbo da dolore (Grant & Threlfo, 2002),
  • e disturbi della personalità (es. Korn & Leeds, 2002; Manfield, 1998).

Si tratta di scoperte solamente preliminari e sono necessarie altre ricerche per poter trarre delle conclusioni adeguate. Dal 2002 la dottoressa Shapiro tratta l’applicazione dell’EMDR per problemi come la depressione (Shapiro, 2002), disturbi dell’attaccamento (Siegel, 2002), fobia sociale (Smyth, & Poole, 2002), controllo della rabbia (Young, Zangwill, & Behary, 2002), disturbi d’ansia generalizzata (Lazarus, & Lazarus, 2002), problemi legati all’infertilità (Bohart & Greenberg, 2002), disturbi dell’immagine corporea (Brown, 2002), difficoltà coniugali  (Kaslow, Nurse & Thompson, 2002) e ansia esistenziale (Krystal, Prendergast, Krystal, Fenner, Shapiro, Shapiro, 2002).

Occorre considerare che tutte queste applicazioni necessitano di ulteriori ricerche controllate per un esame completo.

I risultati del trattamento EMDR durano nel tempo?

Sono stati svolti 12 studi su soggetti affetti da DPTS per valutare la durata degli effetti del trattamento analizzando le differenze tra i risultati immediatamente successivi alla terapia e quelli in periodi più distanti di 3, 4, 9, 15 mesi e 5 anni.

Studi di durata degli effetti della EMDR

Otto studi su nove con partecipanti civili hanno mostrato un mantenimento dei risultati; uno studio (Devilly&Spence, 1999) riporta una tendenza al deterioramento. Dei tre studi svolti sui veterani di guerra, solo uno (Carlson et al., 1998) considera un trattamento completo (12 sessioni) e evidenzia un mantenimento degli effetti in un periodo di 9 mesi. Gli altri due studi riguardano un trattamento limitato: Devilly, Spence e Rapee (1998) analizzano due sessioni i cui effetti moderati ottenuti nel test subito successivo al trattamento non vengono mantenuti nel periodo seguente. Quello di Pitman et al. (1996) è invece uno studio in cui vengono trattati solo due dei molti traumi presenti e gli effetti del trattamento risultano scomparsi in un periodo di 5 anni (Macklin et. al., 2000).

Emerge dunque come il sottoporre il paziente ad una terapia limitata sia inadeguato per un trattamento completo del disturbo, in quanto, sul lungo termine, si arriva ad una parziale scomparsa dei risultati precedentemente ottenuti.

Quanto dura una terapia EMDR?

E’ lecito chiedersi quanto dura una terapia EMDR. Quando la dottoressa Shapiro nel 1989 introdusse per la prima volta la terapia EMDR alla letteratura scientifica, incluse anche il seguente avvertimento: “occorre sottolineare che la procedura EMDR, così come vi è stata qui presentata, serve semplicemente a desensibilizzare l’ansia connessa a ricordi traumatici e non ad eliminare la sintomatologia e le complicazioni del DPTS, né a fornire alle vittime delle strategie di gestione del disturbo”.

In questo primo studio l’attenzione si concentrava soprattutto su un unico disturbo e gli effetti venivano misurati nei cambiamenti avvenuti secondo la scala delle Unità Soggettive di Disturbo (SUD); gli articoli scientifici a riguardo riportano costantemente effetti simili apportati dalla EMDR con una misurazione dell’ansia tramite SUD durante le sessioni.

Evoluzione della EMDR

In seguito, la terapia EMDR si è evoluta in un approccio più integrativo che tiene conto del quadro clinico completo. Due studi (Lee, Gavriel, Drummond, Richards, & Greenwald, 2002; Rothbaum, 1997) hanno evidenziato una scomparsa del Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) nell’83-90% dei partecipanti comuni dopo 4-7 sessioni. Altri studi con partecipanti affetti da DPTS (ad esempio Ironson, Freund, Strauss, & Williams, 2002; Scheck, Schaeffer, & Gillette, 1998; S. A. Wilson, Becker, & Tinker, 1995) hanno trovato una significativa diminuzione di una larga parte dei sintomi dopo 3-4 sessioni.

L’unico studio (Carlson, Chemtob, Rusnak, Hedlund, & Muraoka, 1998) svolto su veterani di guerra e orientato ai traumi multipli dei partecipanti riporta dopo 12 sessioni del trattamento il 77% di eliminazioni del DPTS. I pazienti che presentano traumi multipli e/o un’infanzia complicata di abusi, trascuratezza e carenze d’affetto, potrebbero necessitare di una terapia più intensiva che includa un lavoro di preparazione sostanziale nella fase 2 dell’EMDR (Korn & Leeds, 2002; Maxfield & Hyer, 2002; Shapiro, 2001).

Quali sono le basi della teoria EMDR?

 La dottoressa Shapiro nel 1995 sviluppò la teoria EMDR secondo il modello dell’Elaborazione Accelerata delle Informazioni per descrivere e predire gli effetti della terapia EMDR. In seguito, nel 2001, lo ampliò nel modello di Elaborazione Adattabile delle Informazioni (AIP) per allargarne l’applicabilità. Ipotizzò l’esistenza di un sistema innato di elaborazione delle informazioni incaricato del trattamento dei diversi elementi delle esperienze, in modo da portarli ad uno stato adattabile in cui possa avvenire un reale apprendimento.

Teoria EMDR

Ideò l’immagine di una memoria costituita da ricordi immagazzinati e collegati in reti, contenenti tutti i pensieri, le immagini, le emozioni e le sensazioni connesse, e sviluppatesi innanzitutto intorno alle prime esperienze e alle loro conseguenze. Secondo questo modello, nel caso di un’informazione connessa ad un’esperienza di disagio o traumatica e non correttamente elaborata, le percezioni e le emozioni iniziali, così come i pensieri distorti, saranno immagazzinati come se fossero avvenuti nello stesso momento dell’evento. La dottoressa Shapiro ritiene che tali esperienze non elaborate diventino poi la base di reazioni inadeguate nel presente e la causa di diversi disturbi mentali.

Propone per questo la terapia EMDR come efficace nell’alleviare i disturbi mentali grazie all’elaborazione dei diversi componenti del ricordo traumatico, effetto che si ottiene quando l’informazione in questione viene connessa ad altre già presenti e più adattabili. Una volta ottenuto questo risultato, si arriva a nuove conoscenze e l’esperienza viene quindi archiviata insieme ad emozioni appropriate ed in grado di guidare il soggetto in situazioni future.

Le 8 Fasi della Tecnica EMDR

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una tecnica di psicoterapia che aiuta le persone a elaborare le esperienze traumatiche.

La tecnica EMDR consiste in otto fasi che forniscono una struttura per il processo di trattamento. Queste otto fasi fungono da “mappa” per il terapeuta EMDR e descrivono ciò che accade durante ogni fase. Ogni fase si concentra su un aspetto particolare del trattamento e tutte e otto le fasi contribuiscono all’effetto complessivo della terapia EMDR.

Obiettivo della Terapia EMDR

L’obiettivo della terapia EMDR è quello di facilitare l’elaborazione accelerata delle informazioni e di aiutare le persone a guarire da esperienze traumatiche

Il tempo necessario per completare la terapia EMDR varia a seconda dell’individuo e della gravità del trauma. Una tipica sessione di terapia EMDR dura dai 60 ai 90 minuti e possono essere necessarie una o più sessioni per elaborare un’esperienza traumatica.

Si può trovare una descrizione completa della teoria, della sequenza delle fasi del trattamento e della ricerca sui protocolli e sui meccanismi attivi, nel libro di F. Shapiro (2019) “Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari: Principi di base, protocolli e procedure” edito per Raffaello Cortina Editore

La terapia concentra l’attenzione su tre momenti: il passato, il presente e il futuro. Ci si focalizza su ricordi traumatici e sui relativi eventi appartenenti al passato, si tiene conto delle situazioni presenti che causano disagio e si porta il paziente a sviluppare capacità e tecniche necessarie ad affrontare con successo il futuro.

Le 8 fasi della Tecnica EMDR

Le otto fasi della terapia EMDR sono:

  1. Rilevazione della storia e pianificazione del trattamento: In questa fase, il terapeuta raccoglie informazioni sulla storia del cliente e identifica i ricordi target.
  2. Preparazione: Il terapeuta spiega il processo della terapia EMDR, i termini e stabilisce le aspettative. Vengono affrontati tutti i dubbi e le domande del cliente e viene creato un ambiente sicuro.
  3. Valutazione: Il terapeuta esamina e valuta in modo approfondito i ricordi, i sentimenti, le convinzioni, ecc.
  4. Desensibilizzazione: Il terapeuta utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione bilaterale per elaborare i ricordi.
  5. Installazione: Vengono installate credenze positive su di sé per sostituire le credenze e gli affetti negativi associati ai ricordi.
  6. Scansione corporea: Qualsiasi sintomo fisiologico residuo viene eliminato con un’ulteriore stimolazione bilaterale.
  7. Chiusura: Il cliente viene riportato a un equilibrio sicuro e tranquillo al termine della seduta.
  8. Rivalutazione: Il terapeuta verifica che tutti gli aspetti della memoria siano stati completamente elaborati.

Fase 1 – Raccolta della storia e definizione degli obiettivi

La prima fase consiste in una o più sessioni di raccolta dell’anamnesi. Il terapeuta valuta la preparazione del paziente e elabora un piano per il trattamento.

Insieme paziente e dottore identificano i possibili obiettivi della terapia che possono essere ricordi angoscianti, così come situazioni presenti che causano un disturbo emotivo, o anche incidenti correlati avvenuti nel passato. Viene sottolineata anche l’importanza di sviluppare abilità e comportamenti specifici che saranno utili al paziente in situazioni future.

Se il paziente ha avuto un’infanzia problematica, la parte iniziale della terapia può essere diretta ad avvenimenti relativi ad essa, piuttosto che a fattori stressanti della vita adulta o  particolari incidenti critici. Generalmente quando i soggetti sviluppano nuove intuizioni, il disagio emotivo si risolve e iniziano a cambiare il proprio comportamento.

La lunghezza del trattamento dipende dal numero di traumi accumulati e dall’età di sviluppo del PTSD: generalmente pazienti con un singolo evento traumatico risalente all’età adulta (il cosiddetto T grande) possono essere trattati con successo in meno di 5 ore, mentre le vittime di traumi multipli richiedono un trattamento più lungo.

Vignetta Clinica della fase 1

Durante il mio percorso come terapeuta, ho avuto il privilegio di lavorare con Maria, una coraggiosa donna di 35 anni che aveva vissuto un’aggressione sessuale durante la sua adolescenza. Questo traumatico evento aveva lasciato profonde cicatrici emotive, manifestandosi sotto forma di sintomi del disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Desiderando affrontare e superare questo dolore, Maria scelse di intraprendere un percorso terapeutico attraverso la terapia EMDR.

Nella nostra prima sessione, ho dedicato tempo a comprendere a fondo la storia di Maria, raccogliendo la sua dettagliata anamnesi e costruendo con lei un rapporto di fiducia e comprensione. Durante questo incontro, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul ricordo dell’aggressione, identificandolo come il punto centrale del nostro lavoro terapeutico.

Ho spiegato a Maria il percorso e le metodologie dell’EMDR, assicurandomi che lei si sentisse a proprio agio e sicura nell’ambiente terapeutico. Durante la nostra conversazione, Maria ha manifestato alcune comprensibili preoccupazioni e dubbi riguardo al processo. Con pazienza e empatia, ho risposto alle sue domande, cercando di dissipare ogni sua incertezza e rassicurandola sulla validità e l’efficacia dell’approccio EMDR.

Inoltre, ho sottolineato con Maria l’importanza di sviluppare e integrare nuove abilità e comportamenti che le avrebbero fornito strumenti concreti da utilizzare in situazioni future, permettendole di affrontare eventuali trigger o difficoltà con maggiore resilienza.

Insieme, abbiamo deciso di proseguire con la terapia EMDR e, forte della fiducia reciproca, ho programmato la nostra successiva sessione, pronti ad intraprendere questo percorso di guarigione e rinascita.

Fase 2 – Preparazione del Paziente

La fase 2 della tecnica EMDR svolge un ruolo cruciale nel preparare il paziente al successivo lavoro terapeutico.

Durante questa tappa, l’accento viene posto sulla sicurezza emotiva del paziente, poiché nelle sessioni a venire potrebbero emergere ricordi traumatici o esperienze dolorose. Il terapeuta introduce il paziente a vari metodi e strumenti per aiutarlo a gestire e controllare eventuali disagi emotivi. Questo può includere la presentazione di immagini rilassanti o la guida attraverso esercizi di visualizzazione, al fine di aiutare il paziente a raggiungere uno stato di calma.

Un aspetto distintivo dell’EMDR è la sua capacità di produrre risultati terapeutici in tempi relativamente brevi. Tuttavia, ciò non deve compromettere il benessere del paziente tra una sessione e l’altra.

È quindi essenziale che durante la fase 2, il terapeuta stabilisca un solido rapporto di fiducia con il paziente, assicurando che quest’ultimo si senta supportato durante tutto il percorso.

La fase 2 mira inoltre a fornire al paziente gli strumenti e le risorse necessarie per gestire eventuali crisi emotive che potrebbero emergere tra le sessioni, garantendo un percorso terapeutico sicuro e continuo.

La finalità è sempre che, mentre l’EMDR porta a cambiamenti significativi, il paziente mantenga un equilibrio emotivo durante tutto il trattamento.

Vignetta Clinica della fase 2

Durante la nostra seconda sessione, ho avuto l’opportunità di approfondire con Maria la comprensione del processo EMDR. Le ho illustrato con cura ogni fase, assicurandomi che comprendesse la natura progressiva e integrativa del trattamento. Essendo consapevole della sua vulnerabilità e dei possibili affioramenti di forti emozioni, ho condiviso con Maria diverse tecniche di rilassamento. Queste tecniche l’avrebbero aiutata a ritrovare la calma e a gestire efficacemente qualsiasi turbamento emotivo durante o al di fuori delle nostre sessioni.

La costruzione di un rapporto di fiducia è stata fondamentale. Volevo che Maria sapesse che, in quel percorso, non era sola e che avrebbe sempre avuto un punto di riferimento solido e professionale in me. Abbiamo anche esplorato insieme strumenti e risorse che potevano servire a Maria come ancoraggi, qualora avesse attraversato momenti particolarmente intensi tra una sessione e l’altra.

Nonostante la sua determinazione, era naturale che Maria avesse delle preoccupazioni. Le sue domande erano legittime e riflettevano la profondità della sua esperienza traumatica. Ho accolto ogni suo dubbio con attenzione, offrendo risposte chiare e rassicurazioni. Inoltre, abbiamo discusso sull’importanza di integrare nel suo quotidiano nuove abilità e comportamenti che la avrebbero aiutata a fronteggiare situazioni potenzialmente stressanti in futuro.

Alla fine della nostra sessione, ho percepito in Maria una crescente fiducia non solo nel processo terapeutico, ma anche in se stessa. Convinta della validità del percorso intrapreso, ha deciso di proseguire con la terapia EMDR. Con reciproca determinazione, abbiamo quindi programmato il nostro prossimo incontro, pronti a continuare insieme il viaggio verso la sua guarigione.

Fasi 3,4,5,6 – Rielaborazione e Desensitizzazione

Dalla fase tre alla sei si identifica un obiettivo da elaborare tramite le procedure della terapia. Il paziente deve quindi concentrarsi su tre cose:

  1. Un’immagine vivida relativa al passato
  2. Una convinzione negativa riguardo a se stesso
  3. Le emozioni e le sensazioni fisiche connesse

In più deve identificare una convinzione positiva molto importante nelle situazioni di stress e alta emotività durante il trattamento. Il terapeuta aiuta il paziente a valutare il pensiero positivo così come ad intensificare le sensazioni negative.

  • Successivamente, al paziente viene chiesto di concentrarsi sull’immagine, il pensiero negativo e le sensazioni fisiche mentre, contemporaneamente, viene sottoposto al trattamento EMDR usando stimolazioni bilaterali come movimenti degli occhi, colpetti (detto tapping) e suoni (la durata e il tipo di stimolo è diverso per ogni cliente).
  • A questo punto al soggetto viene indicato di prestare semplicemente attenzione a ciò che gli accade spontaneamente: dopo ogni sessione di stimoli, il terapeuta lo invita a lasciare che la sua mente si svuoti e a notare qualsiasi pensiero, sentimento, immagine, ricordo o sensazione si presenti.

A seconda del resoconto del paziente, lo specialista sceglierà l’aspetto successivo su cui concentrarsi e questo processo, consistente in una serie di stimoli incentrati su un unico obiettivo, può ripetersi numerose volte in un’unica sessione.

Se il paziente si sente a disagio o presenta difficoltà nel proseguire, il terapeuta è tenuto a seguire la procedura preposta dal manuale per aiutarlo a tornare sul percorso. In caso in cui ciò non sia efficace allora viene chiesto al paziente di ripensare alla convinzione positiva decisa precedentemente, all’inizio della sessione, chiedendo al paziente di concentrarsi su di essa durante la successiva serie di eventi stressanti.

Vignetta clinica delle fasi 3,4,5,6

La fase 3 del nostro percorso terapeutico con Maria ha rappresentato un passo cruciale nel suo viaggio di guarigione. In questa tappa, l’ho accompagnata nel confrontarsi profondamente con l’immagine traumatica dell’aggressione che aveva vissuto. L’obiettivo era permettere a Maria di esplorare le convinzioni negative che aveva sviluppato su se stessa a seguito dell’evento e le emozioni e sensazioni fisiche connesse a quel ricordo. Insieme, abbiamo individuato una convinzione positiva che Maria poteva utilizzare come ancoraggio durante i momenti di particolare stress ed emotività nel trattamento.

Man mano che approfondivamo il suo stato emotivo, ho osservato l’intensità delle sensazioni negative di Maria. Ho valutato il suo legame con il pensiero positivo che avevamo identificato, per assicurarmi che fosse solido e significativo per lei. A questo punto, abbiamo iniziato il vero e proprio trattamento EMDR: attraverso stimolazioni bilaterali come movimenti oculari, colpetti e suoni, ho guidato Maria nell’elaborazione del trauma.

Dopo ogni serie di stimoli, ho invitato Maria a lasciare andare ogni pensiero e a condividere con me qualsiasi immagine, ricordo, emozione o sensazione che emergesse. Questo ciclo è stato ripetuto molte volte all’interno della stessa sessione. Era essenziale monitorare il benessere di Maria, e in ogni momento in cui percepivo che potesse sentirsi sopraffatta o in difficoltà, mi sono attenuto scrupolosamente alle procedure stabilite per riportarla in uno stato di calma e sicurezza.

Man mano che procedevamo, era importante anche individuare e affrontare eventuali convinzioni negative residue che avrebbero potuto ostacolare il suo processo di elaborazione. Questa attenzione e cura si sono poi estese alla fase 4, durante la quale ho continuato a utilizzare le stimolazioni bilaterali per desensibilizzare ulteriormente il doloroso ricordo dell’aggressione.

Con il progredire della terapia, nella fase 5, il nostro obiettivo era consolidare e rafforzare quella convinzione positiva su se stessa, permettendo a Maria di sostituirla alle precedenti convinzioni negative. E nella fase 6, ho guidato Maria attraverso una “body scan”, un esercizio volto a rilevare e rilasciare eventuali tensioni o sensazioni fisiche residue, assicurandomi che ogni traccia del trauma venisse adeguatamente affrontata e elaborata.

Fase 7

Nella fase sette, fase di chiusura, il terapeuta chiede al paziente di tenere durante la settimana un registro dove documentare qualsiasi materiale inerente che si presenti. L’obiettivo è quello di ricordare al soggetto le attività di gestione del disagio apprese durante la fase 2.

Fase 8

La sessione seguente comincia con la fase otto che consiste nella valutazione dei progressi fatti fino a quel momento. Il trattamento secondo la tecnica EMDR elabora tutte gli eventi storici connessi, gli incidenti attuali che incrementano il disagio e le situazioni future che richiederanno una risposta.

Cos’è la terapia EMDR?

Introduzione alla terapia EMDR: un approccio innovativo alla cura del trauma

La terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che tradotto letteralmente significa desensibilizzazione e rielaborazione attraverso il movimento oculare, rappresenta un approccio terapeutico rivoluzionario per il trattamento del trauma. Questa innovativa modalità di intervento psicoterapeutico, ideata dalla psicologa americana Francine Shapiro negli anni ’80, ha rivoluzionato il campo della psicoterapia, offrendo nuove strategie di trattamento per le persone affette da disturbi legati a traumi psicologici.

Come funziona la terapia EMDR e quali problemi affronta

Il principio alla base dell’EMDR è quello di facilitare la rielaborazione e la desensibilizzazione di ricordi traumatici attraverso l’utilizzo di una tecnica nota come stimolazione bilaterale alternata. In pratica, l’EMDR si basa sulla stimolazione alternata di entrambi i lati del corpo, solitamente attraverso il movimento oculare, per favorire una rielaborazione più equilibrata ed efficace dei ricordi traumatici. Questo può includere la focalizzazione sul ricordo traumatico o sull’evento stressante, insieme alla stimolazione bilaterale degli occhi o di altre parti del corpo. 

La terapia EMDR si basa sul modello teorico dell’elaborazione adattiva dell’informazione, secondo il quale gli eventi traumatici possono disturbare il normale processo di elaborazione delle informazioni del cervello. Tale perturbazione può portare alla formazione di convinzioni negative, a sensazioni fisiche disfunzionali e alla genesi di disturbi psicologici come il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) e altri disturbi correlati al trauma. 

EMDR e la cura del trauma: un’efficacia riconosciuta

La terapia EMDR si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento dei traumi derivanti da eventi traumatici, come incidenti gravi, abusi, disastri naturali o altri eventi stressanti. Inoltre, l’EMDR può essere utilizzata per affrontare altri disturbi psicologici che derivano da esperienze emotivamente stressanti e che influenzano negativamente la qualità della vita dell’individuo. 

La comunità scientifica e le principali organizzazioni sanitarie internazionali, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno riconosciuto l’efficacia della terapia EMDR nel trattamento del trauma. In Italia, l’Associazione EMDR Italia promuove la formazione e la pratica dell’EMDR, garantendo la qualità dei terapeuti e contribuendo alla diffusione di questa terapia innovativa.

Studi sulla Terapia EMDR

Sulla tecnica EMDR sono stati condotti, con risultati positivi, più di trenta studi controllati, alcuni di essi con una percentuale di guarigione da disturbo post-traumatico da stress causato da un singolo trauma dell’84%-90% dopo solo tre sessioni da 90 minuti.

Da un altro studio, condotta dalla WHO (Organizzazione per la Salute Mentale) della Kaiser Permanente, emerge che il 100% di vittime di un singolo trauma e il 77% delle persone soggette a traumi multipli erano guarite dal DPTS dopo solo sei sessioni da 50 minuti. In un altro ancora, il 77% dei veterani di guerra fu libero dal DPTS dopo 12 sessioni.

Sono state svolte così tante ricerche sulla terapia EMDR che è ora riconosciuta come forma efficace del trattamento delle esperienze traumatiche da organizzazioni come l’Associazione Americana di Psichiatria, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Difesa.

Dato il riconoscimento mondiale dell’efficacia nel trattamento dei traumi è evidente come la terapia EMDR potrebbe essere utile anche nel trattamento di ricordi “quotidiani” che causano bassa autostima, sensazioni di impotenza e tutte le miriadi di problemi che ogni giorno portano le persone ad iniziare un trattamento. Più di 100,000 specialisti in tutto il mondo usano questa terapia e milioni di persone sono state curate con successo negli ultimi 25 anni.

Le sedute di EMDR: cosa succede?

Le sedute di EMDR sono condotte da terapeuti altamente qualificati, che hanno ricevuto una formazione specifica per l’applicazione di questa terapia. Durante una seduta di EMDR, il terapeuta guida il paziente attraverso il processo di rielaborazione del trauma, fornendo sostegno emotivo e facilitando l’elaborazione del trauma. Durante la seduta, può essere chiesto al paziente di focalizzarsi sull’evento traumatico mentre il terapeuta induce il movimento oculare.

Il numero delle sedute di EMDR varia a seconda delle esigenze individuali del paziente e della complessità del trauma affrontato. Tuttavia, gli studi hanno dimostrato che anche un numero limitato di sedute può portare a risultati significativi nel miglioramento dei sintomi e nel favorire il processo di guarigione.

Protocollo e Fasi della Terapia EMDR

La terapia EMDR prevede un protocollo a tre livelli:

1) L’evento passato che ha gettato le basi per la disfunzione emotiva viene elaborato creando nuovi collegamenti ad informazioni adattabili

2) Vengono identificate le circostanze presenti che provocano il disagio e desensibilizzate le cause scatenanti interne ed esterne.

3) Vengono incorporate ipotesi immaginarie di eventi futuri così da assistere il paziente nell’acquisizione delle abilità necessarie al meccanismo di adattamento.

La terapia EMDR è un trattamento in otto fasi

Il movimento degli occhi (o altre stimolazioni bilaterali) è usato durante una parte della sessione. Dopo che lo specialista ha identificato quale ricordo affrontare per primo, chiede al paziente di concentrarsi mentalmente sui diversi aspetti dell’evento o del pensiero in questione e, nel frattempo, di seguire con lo sguardo la mano del terapista mentre la muove avanti e indietro nel campo visivo del soggetto.

Così facendo, secondo i ricercatori di Harvard per ragioni connesse al meccanismo biologico coinvolto nella fase REM (Movimento Rapido degli Occhi) del sonno, si attiva il processo di associazione mentale e il paziente inizia ad elaborare il ricordo e i sentimenti negativi.

Durante fasi ulteriori della terapia EMDR, ci si concentra sul trasformare a livello emotivo il significato degli eventi dolorosi. Ad esempio, una vittima di uno stupro è portata a cambiare i suoi sentimenti da paura e disgusto verso se stessa, alla convinzione che “sono sopravvissuta, quindi sono forte”.

A differenza della terapia verbale, le intuizioni che il paziente guadagna grazie alla terapia EMDR non vengono ricavate dall’interpretazione clinica, ma dal suo stesso processo intellettuale ed emotivo accelerato.

L’effetto più evidente è che il paziente conclude la terapia EMDR sentendosi più forte grazie a quelle stesse esperienze che prima lo destabilizzavano: le ferite non si sono solo chiuse, si sono trasformate. Come risultato del processo, i nuovi pensieri, sentimenti e comportamenti del soggetto sono tutti forti indicatori della salute emotiva e della guarigione, tutto questo, a differenza di altre terapie, senza l’utilizzo di lunghe conversazioni dettagliate o di compiti a casa.

EMDR, un’opportunità per il benessere psicologico

In conclusione, la terapia EMDR rappresenta una soluzione avanzata ed efficace per il trattamento del trauma e dei disturbi ad esso correlati. Questa terapia, che sfrutta la stimolazione bilaterale per desensibilizzare e rielaborare i ricordi traumatici, consente all’individuo di superare le conseguenze negative del trauma e di raggiungere un maggiore benessere emotivo e psicologico. 

Ricordiamo che l’EMDR è un trattamento specifico che richiede competenze specializzate. Pertanto, è fondamentale cercare terapeuti qualificati e certificati nell’EMDR per garantire la qualità e l’efficacia del trattamento. La terapia EMDR offre un’opportunità reale di guarigione per coloro che sono stati segnati da esperienze traumatiche, contribuendo a migliorare la loro qualità di vita.

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